Brigantaggio postunitario italiano: differenze tra le versioni

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== I fattori scatenanti ==
Già durante la [[spedizione dei mille]] e dopo il raggiungimento dell'[[unità d'Italia]], diverse fasce della popolazione meridionale cominciarono a manifestare un crescente malcontento verso il processo di unificazione. Ciò era anzitutto generato da un improvviso peggioramento delle condizioni economiche dei braccianti della provincia meridionale, che, abituati ad una condizione economica povera ma sopportabile (caratterizzata da un costo della vita moderato, da una bassa pressione fiscale e dalla libera vendita dei prodotti agricoli)<ref name="ReferenceA">Giustino Fortunato, Il mezzogiorno e lo stato italiano, vol. II</ref> si ritrovarono a dover fronteggiare un nuovo regime fiscale per loro insostenibile e una regolamentazione del mercato agricolo svantaggiosa per loro sotto ogni aspetto.<ref name="ReferenceA"/> Un altro importante motivo che spinse alla rivolta i contadini fu la privatizzazione delle [[terre demaniali]] a vantaggio dei vecchi e nuovi proprietari terrieri, che così ampliarono legalmente i loro possedimenti in cambio di un maggior controllo del territorio e della fedeltà al nuovo governo. Tutto ciò danneggiava i braccianti agricoli più umili, cioè quelli che lavoravano a giornata con lavoro precario e senza un rapporto di radicamento nel territorio, che con la sottrazione delle terre demaniali da loro utilizzate si ritrovarono a dover vivere in condizioni economiche ancora più disagiate e precarie rispetto al passato<ref name="ReferenceA"/>. A tutto ciò si aggiunse l'istituzione del [[servizio militare]] obbligatorio di massa (tramite [[coscrizione]]) - che precedentemente col governo borbonico era obbligatorio, ma soggetto a sorteggio per il suo svolgersi, ed era evitabile col riscatto - e in quel periodo l'[[organica|organico]] dell'[[esercito delle Due Sicilie]] era in parte costituito da truppe di [[Esercito delle Due Sicilie#Reparti Svizzeri ed Esteri|mercenari svizzeri]].
 
In tale contesto si cominciarono a formare, oltre alle bande di contadini e pastori che si davano al brigantaggio come estrema forma di protesta, anche gruppi organizzati di ex soldati del disciolto esercito borbonico rimasti fedeli alla dinastia dei [[Borbone di Napoli]].<ref>[http://books.google.it/books?id=T3ZrF_5W8LcC&printsec=frontcover&dq=Mezzogiorno,+emigrazione+di+massa+e+sottosviluppo Mario Iaquinta, ''Mezzogiorno, emigrazione di massa e sottosviluppo'', pagg. 60-61.]</ref> Tra questi si inserirono anche malviventi e latitanti di vecchia data, adusi a vivere alla macchia. Inoltre, in taluni posti, come risposta ad uccisioni di militari e liberali da parte dei briganti erano avvenute sanguinose rappresaglie da parte dell'[[esercito italiano]] con eccidi e devastazioni - come il [[massacro di Pontelandolfo e Casalduni]] avvenuto il 14 agosto 1861- che contribuì ad accrescere il risentimento verso il neonato stato italiano.