Michele III: differenze tra le versioni

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[[File:Michael III supervises a convention of clergy and secular persons Chronicle of John Skylitzes.jpg|upright=1.1|thumb|Immagine rappresentante Michele III.]]
 
Figlio di [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]], della [[dinastia amoriana]], e di [[Teodora (IX secolo)|Teodora]] nacque nell'[[840]] e successe al padre nell'[[842]], a soli due anni, sotto la reggenza della madre. Durante la minore età di Michele, l'impero fu governato dalla madre [[Teodora (IX secolo)|Teodora]], suo zio Sergio ed il ministro [[Teoctisto|Teoctisto.]]L'imperatrice-madre, contraria alla politica [[iconoclasta]] del precedente Imperatore, depose il Patriarca [[Giovanni VII di Costantinopoli|Giovanni VII Grammatico]] e lo sostituì con l'[[iconodulo]] [[Metodio I]] nell'843. Con questo ebbe fine il secondo periodo iconoclastico: ciò causò la rivolta dei [[pauliciani]], i quali si rifiutarono di riconoscere il culto delle icone (per loro paragonabile all'idolatria pagana) ed iniziarono perciò a collaborare con gli arabi affinché conquistassero la [[Cappadocia]], cuore del paulicianesimo e [[thema]] bizantino a confine con i territori arabi.
 
Sempre nell'843 le incursioni arabe non lasciavano scampo all'impero, il quale subì ripetute sconfitte nel [[sud Italia]], a [[Creta]] e lungo le coste dell'[[Asia minore|Asia Minore]]. Tuttavia, grazie ad una sapiente gestione delle finanze imperiali condotta da Teoctisto, nell'853 il governo di Reggenza riuscì ad organizzare una flotta imponente, costituita da ben 300 navi in totale, le quali affrontarono e vinsero la flotta araba nell'[[Mar Egeo|Egeo]] e lungo le coste della Siria: il [[Califfato abbaside|Califfato Abbaside]], al seguito di questa sconfitta ed alle prese con una crisi dinastica interna, preferirono accettare le condizioni dell'impero e firmare una tregua.
 
Nell'856 alla Reggenza non rimaneva che sistemare i pauliciani, complici delle incursioni arabe: l'esercito fu affidato al valente generale Petronas, fratello dell'imperatrice regnante-madre Teodora, il quale vinse vinse gli eversori. A questo punto si scelse di trapiantare i responsabili ribelli in [[Tracia]], affinché lontani dalla terra natia e dagli altri pauliciani smarrissero il fervore ribelle. A questo punto,Successivamente l'esercito si spinse nei [[Penisola balcanica|Balcani]], dove soggiogò le popolazioni [[Slavi meridionali|slave]] lì insediatesi e le rese tributarie dell'impero.
 
Mentre l'imperatore cresceva, in seno alla corte nacquero due fazioni a seguito di alcune divergenzedivergenti sull'educazione del giovane Michele: da una parte la fazione di sua madre, suo zio Sergio ed il ministro Teoctisto; dall'altra quella di altri due suoi zii, [[Bardas]] e Petronas. I primi accusavano i secondi di condurreportare Michele sulla cattiva strada, facendogli condurre una vita vita libertina, edonistica e peccaminosa: ma agli occhi di Michele suo zio Bardas diventava sempre più prezioso e modello di riferimento. Dal canto suo Bardas cercava invece di persuadere Michele ad allontanarsi dagli oppressivi precetti materni: così, Bardas riuscì a farsi nominare [[Cesare (titolo)|cesare]] dal giovane Michele.
 
Nell'855 Teodora e Teoctisto si imposero contro la volontà dell'imperatore e gli impedirono di sposare Eudokia Ingerina, figlia di un ufficiale della [[guardia variaga]], costringendolo invece a convogliare a nozze con un'aristocratica, vale a dire Eudokia Decapolitissa. Fu in questa circostanza che entrò in gioco tutta la spregiudicatezza e la bramosia di potere di Bardas: questi, infatti, al fine di guadagnare potere e prestigio, convinse il giovane Michele che alcuni membri della corte stessero remando sempre contro la sua volontà, privandolo della sua autorità imperiale e bocciando le sue legittime decisioni. Pertanto, nello stesso anno Bardas convinse Michele a lasciargli assassinare il ministro Teoctisto: Michele accettò e Bardas consumò il delitto.
Nell'855 Bardas riuscì a convincere Michele affinché l'autorizzasse ad assassinare il ministro Teoctisto: nel marzo dell'856 lo persuase a porre fine alla reggenza ed a farsi incoronare imperatore, mentre nell'857 riuscì a far sì che Michele III relegasse in monastero sua madre e le sue sorelle.
 
Fu per le stesse ragioni che Bardas, ancora una volta, nel marzo dell'856 persuase Michele a porre fine alla reggenza ed a farsi incoronare imperatore, mentre nell'857 riuscì a far sì che Michele, divenuto unico sovrano col nome di Michele III, si sbarazzasse finalmente degli ultimi ostacoli al suo libero e legittimo esercizio del potere, ovvero l'imperatrice-madre e le sorelle: fu così che le relegò in monastero.
 
== Politica estera ==
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Nell'855 il cesare Bardas dichiarò guerra ai [[Impero bulgaro|Bulgari]]: obiettivo della guerra era strappare ai Bulgari il controllo di numerose città un tempo parte dell'impero bizantino, nonché ottenere il controllo del Golfo di [[Burgas]] e dei suoi ricchi porti. Divenuto imperatore nell'anno successivo, le armate imperiali furono condotte in guerra direttamente da Michele III e da Bardas, cosicché già nello stesso anno poterono trionfalmente riconquistare [[Filippopoli (Tracia)|Filippopoli]], Develto, Anchialo, Mesembria e numerose altre città sotto il controllo dei Bulgari, ponendo fine alla guerra.
 
Michele III si impegnò in numerose spedizioni militari contro gli Abbasidi, condotte tra l'856 e l'863, conducendo personalmente le armate in guerra, come quando assediò la città di [[Samosata|Samostata]]. Nell'860 fu temporaneamente costretto a far marcia indietro verso la capitale, [[Costantinopoli|la "Nuova Roma"]], poiché posta d'assedio dai [[Rus']]. Nell'863 l'esercito guidato da suo zio, il generale Petronas, vinse abilmente le armate arabe nella [[battaglia di Lalakaon]]: i bizantini ripresero il controllo della regione di Melitene e posero fine all'espansione abbaside, spianando il terreno alle conquiste future. Come da tradizione romana, al vittorioso generale Petronas fu concesso il trionfo nella capitale.
 
== Politica interna e relazioni ecclesiastiche ==
== Relazioni con la chiesa ==
[[File:ByzantineEmpire867AD3.PNG|upright=1.8|thumb|L'[[Impero bizantino]] alla morte di Michele III. (Nota: la cartina non mostra che [[Venezia]] e una parte dell'[[Istria]] appartenevano, almeno formalmente, all'[[Impero bizantino]]).]]
 
Nell'858 un giovane studioso di legge da poco entrato nell'ordine sacro, [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]], convinse Michele III a nominarlo [[Patriarca di Costantinopoli]] sollevando dall'incarico [[Ignazio I]], il quale era stato nell'847 scelto dall'imperatrice-madre Teodora come sostituto di Metodio I, morto in quell'anno per cause naturali: Ignazio rappresentava dunque l'ennesimo fautore di quella parte di corte che, nel disegno di Bardas cui Michele III non smise mai di credere, remavano contro la sua autorità. Comunque, grazie alla sapienza di Fozio ed all'astuzia di Bardas, in quegli anni Michele III si impegnò in una gran manovra di restauro e manutenzione di numerose città dell'impero, guadagnandosi la stima del popolo ed il favore degli intellettuali, i quali plaudirono l'iniziativa con cui Fozio e Michele III riorganizzarono l'[[Università di Costantinopoli|Università Imperiale]].
Michele non rinunciò al tradizionale "cesaropapismo" dei suoi predecessori e volle comandare la chiesa e il patriarca bizantino. Durante il suo regno avvenne uno scontro, rimasto famoso, con [[Papa Niccolò I]], scaturito dalla deposizione di Ignazio. [[Ignazio I di Costantinopoli|Ignazio]], patriarca dall'[[846]], accusò nell'[[858]] Bardas, zio di Michele, di [[incesto]] e gli impedì di entrare in chiesa durante un ricevimento, poiché Bardas e Michele non andavano mai in chiesa eccetto quando dovevano accogliere qualcuno.
 
Nell'863 su iniziativa di Fozio, Michele III incaricò [[Cirillo e Metodio|i frati Cirillo e Metodio]] di cristianizzare il [[Cazari|Khaganato dei Kazari]]: adattando l'alfabeto greco ai fonemi ed i suoni slavi, i due frati inventarono l'[[alfabeto cirillico]], il cui nome è appunto in onore di Cirillo.
Quando lo venne a sapere, Michele diventò furibondo chiedendosi come si fosse permesso il ''vile'' patriarca di agire in mancanza della sua approvazione. Fece quindi deporre senza processo Ignazio e lo sostituì con Fozio ([[820]] - [[897]]) che riteneva ligio alla sua volontà.
 
Sempre nell'863 [[Papa Niccolò I]] si schierò in favore del deposto Ignazio e non riconobbe Fozio quale legittimo successore al Patriarcato costantinopolitano. Allora Michele III organizzò un sinodo a Costantinopoli che si ebbe nell'867 ed in cui furono invitati altri patriarchi ecumenici e lo stesso Papa Niccolò: i patriarchi scomunicarono il Papa, reo di essere eretico nelle liturgie per quanto concerne il [[filioque]]. Tale evento verrà conosciuto come "scisma di Fozio".
== Fine ==
 
== La congiura e le considerazioni sul suo Impero ==
[[File:MichaelIIIBeforeTheChurchStMamas.jpg|thumb|upright=1.4|Michele III davanti la chiesa di St. Mamas.]]
 
Non solo Michele III non fu mai felice per aver sposato la la [[Basilissa (carica bizantina)|basilissa]] Eudokia Dekapolitissa, ma da questa nemmeno riusciva ad avere degli eredi. La sua relazione con Eudokia Ingerina, invece, era ripresa sin dalla reclusione di Teodora: tuttavia, non volendo rischiare scandali ed inimicarsi il clero, piuttosto che divorziare e risposarsi Michele III preferì far sposare Ingerina al suo ciambellano di corte, [[Basilio I il Macedone|Basilio]], il quale accettò in cambio delle prestazioni erotiche di Tecla, sorella dell'imperatore che fu per queste ragioni liberata dalla clausura cui era stata costretta insieme alla madre Teodora.
Nell'[[866]] Michele, dietro il suggerimento di [[Basilio I il Macedone|Basilio]] (un [[palafreniere]] [[Macedonia (regione)|macedone]] entrato già da qualche anno nelle grazie dell'Imperatore che ne aveva fatto il suo consigliere reputandolo un amico fidato), fece assassinare suo zio Bardas per poi affidare il comando comando dell'esercito allo stesso Basilio.
 
Basilio, divenuto sempre più influente, ottenne da Michele III il permesso di poter uccidere Bardas nell'aprile dell'866, facendolo accusare di cospirazione contro l'imperatore, ed ottenne addirittura di essere adottato (e dunque reso erede) dall'Imperatore ed associato al trono nel maggio dello stesso anno come co-imperatore. Sul perché Michele III avesse acconsentito a tanto, potrebbe esserci una spiegazione logica che però non è stata totalmente confermata dagli storici: parrebbe che il piccolo [[Leone VI il Saggio|Leone]], ufficialmente figlio di Basilio ed Ingerina, fosse in realtà stato concepito da quest'ultima per mezzo del suo amante Michele III. Adottando come erede Basilio, Michele III si assicurava che un indomani avrebbe regnato il suo figlio naturale, mentre se avesse scelto di evitare queste vie trasverse ad avesse ufficialmente riconosciuto Leone quale suo figlio, avrebbe potuto creare uno scandalo che non solo sarebbe potuto costargli il trono ma avrebbe anche potuto mettere a repentaglio la vita del piccolo.
 
NellInaspettatamente nell'[[867]] Basilio ordì una congiura ai danni dell'imperatore: la ragione è che Basilio temeva che Michele III volesse associare al trono un altro co-imperatore, il cortigiano Basilikiano, che stava divenendo sempre più influente su Michele III. IlCosì, il 25 settembre [[867]] Michele venne trucidato nel suo letto a colpi di spada dai soldati comandati da Basilio e morì all'età di 27 anni, dopo 25 anni di regno.
 
Benché per lungo tempo l'immagine di Michele III fosse associata negativamente alla conduzione della sua vita in maniera libertina, dissoluta e poco religiosa, da cui si guadagnò il soprannome de l'''Ubriacone'', tuttavia le moderne rivalutazioni storiche hanno consentito di tracciare un quadro dell'attività di Michele tutto sommato positivo: difatti, durante il suo regno fu fermata l'espansione araba ai danni delle province bizantine, furono incrementate l'entrate dell'Erario malgrado si dicesse di lui che fosse uno spendaccione, furono vinti i Bulgari e poi cristianizzati, furono cristianizzati gli Slavi settentrionali del Khaganato cazaro e furono costretti a tributo gli Slavi meridionali che abitavano i Balcani. Inoltre, con Basilio I e Leone VI, la rinascita macedone garantirà un "secondo inizio" all'impero, ed in parte i meriti furono anche di Michele III.
Viene di solito descritto come un pessimo principe, ma il suo regno inaugurò un periodo di prosperità per l'impero bizantino.
 
==Galleria d'immagini==