Filippo Farsetti: differenze tra le versioni

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Era figlio di Anton Francesco e di Marina [[Foscari]]. I [[Farsetti]] erano una famiglia di origine [[toscana]] che era entrata nel [[patriziato veneziano]] in epoca recente ([[1664]]) grazie all'esborso di centomila ducati; erano quindi molto ricchi e questo permise a Filippo di trascorrere una giovinezza agiata, assorbita negli studi e lontana dall'impegno politico. Questa situazione di serenità fu favorita anche dalla scelta di prendere gli [[ordini minori]].
 
Trascorse buona parte della sua esistenza in viaggio (fu a [[Roma]], [[Napoli]], [[Firenze]], [[Parigi]]), stringendo amicizia con molti uomini di cultura. Fu un grande mecenate e, favorendo arti e artisti, contribuì a introdurre il [[neoclassicismo]] a Venezia.
 
Celebre la sua collezione di pezzi d'arte, riuniti nel suo [[Ca' Farsetti|palazzo]] sul [[Canal Grande]] che divenne una sorta di museo, aperto a intellettuali, artisti, cittadini e turisti stranieri (fra cui [[Goethe]]). Si citano 253 calchi in gesso di statue classiche e moderne (in gran parte opere di [[Ventura Furlani]]), varie copie a olio delle opere romane di [[Raffaello Sanzio]] e [[Annibale Carracci]] (eseguite da [[Luigi Pozzi]]), le riproduzioni, in sughero e pomice, dei più celebri monumenti della Roma antica (lavori di [[Antonio Chichi]]), e poi terracotte, bronzi, marmi antichi, dipinti di paesaggisti fiamminghi (come [[Rembrandt]], [[Rubens]], [[Van Dyck]]) e di altri celebri maestri del [[XVI secolo|Cinquecento]] e del [[XVII secolo|Seicento]] ([[Tiziano Vecellio|Tiziano]], [[Correggio (pittore)|Correggio]], [[Salvator Rosa|Rosa]], [[Guercino]], [[Tintoretto]], [[Andrea del Sarto]], [[Alessandro Magnasco|Magnasco]], [[Pietro da Cortona]], [[Padovanino]], [[Giorgione]], [[Luca Giordano|Giordano]], [[Palma il Giovane]]), nonché di alcuni contemporanei ([[Luca Carlevarijs |Carlevarijs]], [[Sebastiano Ricci|Ricci]], [[Francesco Zuccarelli|Zuccarelli]]).
 
Tra i giovani frequentatori del museo vi fu [[Antonio Canova]] il quale realizzò proprio per il Farsetti le sue prime sculture. Fu mecenate anche per [[Francesco Algarotti]], al quale garantì una rendita, e per [[Alberto Fortis (1741-1803scienziato)|Alberto Fortis]], cui finanziò il celebre viaggio in [[Dalmazia]].
 
Suscitava grande meraviglia anche la sua [[villa Farsetti|villa]] di [[Santa Maria di Sala]], realizzata trasformando una preesistente proprietà ereditata dallo zio Anton Francesco. Progettata da [[Paolo Posi]], villa Farsetti si discosta dai tipici schemi veneziani, avvicinandosi piuttosto ai modelli austriaci e quasi precorrendo il neoclassicismo. Il complesso comprendeva una ricostruzione del [[Campidoglio]], del [[tempio di Diana (Roma)|tempio di Diana]] e del [[tempio di Giove Capitolino]], nonché un vasto parco arricchito di statue, vasi e false rovine. L'elemento che più risaltava era però un [[orto botanico]], realizzato con la consulenza di [[Louis Clérisson]], ricco di piante esotiche e rare; il Farsetti fu in effetti un grande e apprezzato esperto di botanica: a lui si deve, tra l'altro, l'introduzione in Italia della [[Magnolia grandiflora|magnolia]].