Vescovo titolare: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
AttoBot (discussione | contributi)
m Bot: Specificità dei wikilink; modifiche estetiche
Riga 21:
A partire dal [[VII secolo]], con l'occupazione [[Arabi|araba]] del [[Medio Oriente]] e dell'[[Africa settentrionale]], numerosi vescovi espulsi da quelle regioni trovarono ospitalità in Occidente e vennero accolti dai vescovi locali come [[vescovo ausiliare|ausiliari]]: dopo la loro morte altri vennero consacrati come loro successori, perfino quando era sparita ogni speranza realistica di poter ricuperare, durante la vita dei nuovi vescovi, il possesso delle terre perdute.
 
Il canonista [[Prospero Fagnani Boni]] (1588 – 1678) afferma che la nomina di vescovi meramente titolari ha avuto origine solo al tempo del [[Concilio Lateranense V]] (1512 – 1517), come concessione a favore unicamente dei cardinali.<ref name=CE>[http://www.newadvent.org/cathen/08025a.htm Auguste Boudhinon, "In Partibus Infidelium" in ''Catholic Encyclopedia'' (New York 1910)]</ref> Fra i decreti di tale [[concilio ecumenico]] si trova infatti la rinnovata proibizione (motivata dal desiderio di proteggere la dignità episcopale) di provvedere alle sedi episcopali prive dei necessari beni temporali e senza popolo cristiano, ma si prevedono eccezioni per causa giusta approvata in [[concistoro]].<ref>"Et cum constitutione in concilio Viennensi edita quae incipit in plerisque ut pontificiae dignitatis honor servaretur statutum fuerit ne ecclesiis cathedralibus bonis temporalibus sine quibus spiritualia diu esse non possunt privatis ac clero et populo christiano carentibus de aliquibus personis praesertim religiosis provideretur constitutionem ipsam innovamus illam que inviolabiliter observari debere volumus atque mandamus nisi aliqua iusta causa in consistorio nostro secreto approbanda aliter duxerimus faciendum" ([http://www.documentacatholicaomnia.eu/04z/z_1512-1517__Concilium_Lateranense_V__Documenta__LT.doc.html Concilium Lateranense V: documenta]).</ref> Il papa [[papa Pio V]] poi estese il privilegio a quelle sedi dove era consuetudine avere vescovi ausiliari e l'usanza si estese poi più ampiamente.<ref name=CE/>
 
Per designare tali vescovi, si usava l'espressione ''in partibus infidelium'' (nelle regioni degli infedeli, cioè dei musulmani), spesso abbreviata come ''in partibus''. Questa espressione è stata abrogata dalla [[Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli|Congregazione di Propaganda Fide]] con lettera del 3 marzo 1882. "Abolita del tutto questa formula, la Congregazione suggerì di sostituirla o con il nome della sede titolare, più la regione dove si trova la sede (per es., ''Archiepiscopus Corinthius in Achaia''), o col solo nome della sede (per es., ''Archiep. Corinthius''), o infine con l'appellativo semplice di "titolare" (per es., ''Archiep. titularis'', e relativamente ''Ecclesia titularis'')".<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/in-partibus-infidelium_(Enciclopedia-Italiana)/ ''Enciclopedia italiana'' (1933), voce "In partibus infidelium"]</ref> Il motivo dell'abrogazione pare che sia stato la protesta dei governanti di stati cristiani che nel XIX secolo avevano ottenuto l'indipendenza dall'Impero turco e non volevano essere designati come regioni degli infedeli.<ref>[https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=6ZlJAAAAYAAJ&pg=PA322&sig=ACfU3U2FetC6Qvp7ZTh_vdojO7Ts7qzp-A&focus=searchwithinvolume&q=%22Leo+XIII%22 Owen B. Corrigan, "Titular sees of the American Hierarchy" in ''The Catholic Historical Review'', vol. 6, n. 3 (ottobre 1920), p. 323]. L'articolo si trova anche in [https://archive.org/stream/jstor-25011700/25011700#page/n0/mode/2up JSTOR], sito considerato forse insicuro all'inizio di marzo 2017.</ref>
 
Nella lettera ''In suprema'' del 10 giugno 1882, il papa [[papa Leone XIII]] personalmente adopera la nuova terminologia "vescovi titolari".<ref>[http://www.vatican.va/archive/ass/documents/ASS-14-1881-ocr.pdf ''Acta Sanctae Sedis, 1881'', p. 535]; cfr. [http://www.persee.fr/doc/rscir_0035-2217_1967_num_41_4_2489 René Metz, "Une innovation dans le statut des évêques démissionaires?" in ''Revue des sciences religieuses'' 1967, vol. 41, n. 4, p. 351], e [https://books.google.it/books?id=6YCpraE-7xcC&pg=PA513&dq=Beal+%22Leo+XIII+changed%22&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=Beal%20%22Leo%20XIII%20changed%22&f=false John P. Beal, ''A New Commentary on the Code of Canon Law'', p. 513]</ref> Da allora, tutte le sedi che prima venivano chiamate sedi ''in partibus infidelium'' sono ufficialmente denominate sedi titolari.
 
A partire dal 1969, la lista delle sedi titolari nell'[[Annuario Pontificio]] include diocesi quali [[Diocesi di Acquaviva|Acquaviva]] ("pr. [[Lazio]]"), assegnata il 3 agosto 1968 a Vicente Faustino Zazpe, arcivescovo coadiutore dell'[[Arcidiocesi di Santa Fe de la Vera Cruz]], esempio delle moltissime sedi episcopali attualmente prive di territorio proprio e mai poste sotto il dominio turco che, dopo il [[Concilio Vaticano II]], sono state inserite nell'elenco ufficiale delle sedi titolari.<ref>''[[Annuario Pontificio]] [[1969]]'' (Tipografia Poliglotta Vaticana 1969), p. 538</ref> Al 31 dicembre [[1963]] le sedi titolari erano in totale 1.734,<ref>''[[Annuario Pontificio]] [[1964]]'', p. 1405.</ref> un aumento di solo 22 in relazione alla situazione del 1933, tre decenni prima.<ref>[http://www.assomption.org/fr/mediatheque/necrologies/simeon-matthieu-vailhe-1873-1960 Siméon (Matthieu) VAILHE - 1873-1960]</ref> Il successivo quinquennio ha registrato un aumento di 114 sedi per un totale di 1.848,<ref>''Annuario Pontificio 1969'', p. 1286</ref>. Si è verificato un ulteriore aumento di 108 sedi nei due anni successivo, giungendo il 31 dicembre [[1970]] a 1.956 sedi titolari, a motivo dell'aggiunta di sedi quali quella irlandese di [[Sede titolare di Cluain Iraird|Cluain Iraird]].<ref>''Annuario Pontificio 1971'', p. 1277</ref> Nel [[1997]] sono state ammesse sedi nordamericane quali [[Sede titolare di Oregon City|Oregon City]] e il totale è di 2.042, 86 di più rispetto alla situazione del 1970.<ref>''Annuario Pontificio 1998'', p. 1163</ref> Il ritmo degli aumenti si è poi rallentato raggiungendo 2.085 alla fine del [[2011]],<ref>''Annuario Pontificio 2012'', p. 1143</ref> cifra rimasta invariata un anno dopo,<ref>''Annuario Pontificio 2013'', p. 1141</ref> Al 31 dicembre [[2014]] le sedi titolari della [[Chiesa cattolica]] erano 2.087.<ref>''[[Annuario Pontificio]] [[2015]]'', p. 1141.</ref> Fra le 45 sedi aggiunte fra il 1997 e il 2014 c'è quella tanzaniana di [[Sede titolare di Rutabo|Rutabo]].
Riga 35:
* ''Index sedium titularium archiepiscopalium et episcopalium'', Typis polyglottis vaticanis, [[1933]]
* ''Annuario pontificio per l'anno 1998'', Libreria editrice Vaticana, [[1998]], pp.&nbsp;802–1028; 1818-1819
* {{es}} Antonio Viana, [http://www.unav.es/canonico/antonioviana/PDFs/Obispos%20titulares.pdf ''Obispos titulares. Elementos de tradición canónica y regulación actual''], in ''Ius Canonicum'' 44 (2004), pp. 515-537
 
== Voci correlate ==
* [[In partibus infidelium]]
* [[Diocesi]]