Meina: differenze tra le versioni

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Nel corso dell'Ottocento Meina divenne un rilevante centro industriale: potendo sfruttare le acque del Tiasca si insediarono tre importanti cartiere, tutte dotate di macchine a vapore continue, e una fabbrica di torcitura di cotone. A queste si aggiunse prima, nel 1854, una filatura di seta e quindi, per iniziativa dell'imprenditore Emilio Foltzer, una grande fabbrica di oli lubrificanti e grassi per macchine. Nel territorio del comune si insediarono altre fabbriche di più modeste dimensioni e importanza.<ref>Si veda Carlo Manni, ''Vedute fotografiche Meinesi tra l'800 e il '900'', edizione Comune di Meina, 1985</ref>
 
Ghevio, già comune autonomo, fu aggregato a Meina nel [[1928]].
 
Tra il 15 e il 23 settembre 1943, il paese di Meina fu teatro della strage di 16 ebrei italiani provenienti dalla Grecia, compiuta dalle [[Schutzstaffel|SS]] naziste nell'''Hotel Meina'' di proprietà di Alberto Behar, cittadino turco di origine ebraica.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.resistenzanovarese.it/bacheche/meina.pdf 15-23 settembre 1943: la strage degli ebrei dell'Hotel Meina] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>