Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano: differenze tra le versioni

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La sala del refettorio venne realizzata durante i lavori del [[XV secolo]]. La sala è lunga 17,40 metri, larga 10,50&nbsp;m e alta 8,50 m<ref name=passignano42/> ed è coperta a botte poggianti su peducci in pietra serena.
 
IlI lavori avvennero sotto al direzione dell'abate Isidoro del Sera il quale decise di farvi realizzare un<nowiki>'</nowiki>''Ultima Cena'', secondo le consuetudini monastiche. La parte decorativa venne affidata inizialmente a [[Bernardo di Stefano Rosselli]] che nel [[1472]] dipinse le due lunette poste sopra il cenacolo, per questo lavoro ricevette una paga di 24 lire. La lunetta di sinistra raffigura [[Adamo]] ed [[Eva]] cacciati dal paradiso terrestre. L'affresco è palesemente ispirato [[Cacciata dei progenitori dall'Eden|all'omonimo]] di [[Masaccio]] nella [[cappella Brancacci]]<ref name=passignano42/>, dove viene illustrata la colpa dei progenitori nelle sue conseguenze, mostrando l'inizio dell'espiazione; un portale dipinto separa il paradiso terrestre dal mondo terreno. Adamo ed Eva vengono accompagnati da un angelo fuori dalla porta ma nono sono del tutto abbandonati dalla Provvidenza divina che gli dà gli attrezzi per procurarsi da vivere: la zappa per Adamo e la conocchia per Eva. La lunetta di destra raffigura [[Caino]] e [[Abele]] inseriti in un paesaggio diverso: terra, acqua, animali, l'ara sacrificale per immolare l'agnello e due mani accoglienti che indicano che il sacrificio è gradito a Dio. Il protagonista della scena è Caino che uccide il fratello Abele il quale gronda sangue dalla testa<ref>{{Cita|AA.VV., Badia a Passignano|pag.53}}</ref>. Allo stesso Rosselli vennero affidarti altri lavori come la decorazione della Sala dell'antirefettorio ma gli interventi posteriori hanno cancellato le sue opere<ref name="passignano56">{{Cita|AA.VV., Badia a Passignano|pag.56}}.</ref>.
 
Per dipingere l<nowiki>'</nowiki>''[[Cenacolo della Badia di Passignano|Ultima cena]]'', nel [[1476]] venne chiamato [[Domenico Ghirlandaio]], allora ventisettenne, ma già pittore di fama, che si fece aiutare dal fratello [[David Ghirlandaio|David]]. Dei lavori dei Ghirlandaio a Passignano ha scritto anche [[Giorgio Vasari]] e nel libro della contabilità del monastero si leggono i compensi percepiti dai due fratelli ma anche i materiali usati e chi li forniva.