Felicissima di Todi: differenze tra le versioni

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È commemorata il [[12 agosto]].
 
S. Gratiliano era il figlio di una nobile famiglia che ai tempi della tetrarchia romana viveva a Falerii ede il capofamiglia, Massimiliano, era un grande amico del governatore della città, Trasone. Il giovane Gratiliano, amico di San Lanno, fu aperto da questi al vangelo e successivamente al battesimo all’insaputa dei suoi, che già vivevano nel sospetto; e quando una sera egli si rifiutò di partecipare ada una cerimonia in onore dei Lari fu sottoposto ada interrogatorio nel quale il giovane confessò la sua nuova fede con divino fervore. I genitori rimasero sbalorditi e la loro disperazione raggiunse il massimo grado quando il Governatore fece sapere loro che era a conoscenza di tutto e li pregava di indurre il figlio a rinunciare al cristianesimo, altrimenti avrebbe dovuto procedere inesorabilmente contro di lui ( era questo il tempo in cui le persecuzioni di Diocleziano infierivano contro i cristiani). Gratiliano fu arrestato, rinchiuso in carcere e poichèpoiché le sentenze per l’alta aristocrazia erano riservate all’autorità imperiale, il Governatore Trasone scrisse a questi. Intanto i genitori del giovane sedicenne riuscirono ad avere la possibilità di visitarlo in carcere e, insieme aicon i genitori, molti altri si avvicinarono a lui convertendosi alla religione cristiana come avvenne per Felicissima, una giovane cieca che appena battezzata da Gratiliano riacquistò la vista. L’imperatore rispose a Trasone dicendogli "…Se non sacrificherà ai grandi dei, fagli subire varie pene e mettilo a morte. Se poi consentirà agli atti del nostro culto, mandalo da Noi e gli daremo un posto dei primi alla corte…" Il Magistrato ede i genitori tentarono di convincere il giovane, ma questi fu irremovibile e Trasone, essendo venuto a conoscenza del miracolo che Gratiliano aveva operato su Felicissima e considerandolo uno straordinario evento di magia, fece chiamare i due giovani ede iniziòincominciò il processo. Il magistrato irato per la loro fermezza diede prima ordine ai soldati di frantumare con una pietra i denti ai due giovani e poi di condurli al supplizio. Giunti sulla riva di un torrente, tra l’antica Falerii e Falerii novi, i soldati si fermarono ede i due giovani, in ginocchio, chinarono le loro giovani teste che caddero nel torrente recise dalla spada. Era il 12 agosto del 313 d.cC. Il padre di Gratiliano acquistò quel terreno e vi fece costruire un sepolcro dove depose i corpi dei due giovanetti. La notizia del supplizio dei due martiri si sparse ovunque e destò molta impressione specialmente quando si seppe che i due dopo tre giorni comparvero in sogno ai genitori di Gratiliano annunciando che era stata concessa la pace alla chiesa di Dio e la morte di Trasone per ordine dell’imperatore. Il culto dei due giovani Martiri nacque immediatamente e si diffuse per tutta la Tuscia con la costruzione di numerose chiese a loro dedicate. Nel 1437 Capranica chiede a Civita Castellana la sacra reliquia della Testa di Gratiliano. L’allora Cardinalecardinale Paolo Cesi, amministratore e vescovo della città del Santo, la donò al vescovo di Sutri e questi a Capranica. La reliquia venne posta nell’ancora esistente chiesa dedicata alla Madonna del Ruscello e il Santo fu venerato e festeggiato il 12 agosto di ogni anno. Il custode di quella chiesa era un eremita e sognò più volte il Santo che gli ordinava di trasferire la sua Sacra Testa a Bassano. L’eremita così nel 1489 si mise in cammino per Bassano e arrivato nei pressi del paese, dove oggi sorge la Chiesa di S. Gratiliano, la Sacra Testa uscì dall’urna e sparì fra i cespugli. L’eremita informò i bassanesi dell’accaduto i quali corsero in massa alla ricerca della reliquia che fu ritrovata risplendente come il sole, fu raccolta e posta nella chiesa parrocchiale dove ancora oggi si trova. “Dagli atti della Passione di S.Gratiliano e Santa Felicissima”.
 
Non va confusa con l'[[Felicissima di Roma|omonima santa]] venerata a [[Schio]], che è un [[corpo santo]] ritrovato a inizi del [[XVIII secolo]] a [[Roma]] e da lì portato nella città veneta.<ref>{{cita web|url=http://lavocedeiberici.ita.newsmemory.com/|titolo=La patrona della città è una Santa ma nessuno lo sa|autore=Maria Grazia Dal Pra’|editore=La Voce dei Berici|data=26 giugno 2016|accesso=13 ottobre 2016}}</ref>