Babismo: differenze tra le versioni

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[[File:TerracesBenGurion2.jpg|upright=1.5|thumb|Mausoleo del Báb, Haifa]]
Il 16 agosto 1852 due babi, sconvolti dall’uccisione del fondatore, attentavano alla vita dello Scià Nàsiruddìn. Il tentativo fallì, ma scatenò una nuova e violentissima ondata di terrorismo in cui caddero vittime numerose personalità eminenti della fede, fra cui la poetessa [[Táhirih]]. Le persecuzioni continuarono poi sporadicamente in tutta la Persia e la tradizione bahà’i parla di 20.000 martiri a partire dal 1844.<ref>{{Cita libro|titolo=Alessandro Bausani - Persia Religiosa - pag. 472}}</ref>
 
== Il fallimento della rivoluzione e gli sviluppi successivi ==
Al contrario delle altre due rivoluzioni che la seguirono, quella babi fallì. Riuscì a raccogliere l’adesione di una minoranza del clero sciita; ma la maggioranza dell’organizzazione religiosa sciita non aderì alle ardite pretese di Bab.
 
Dopo il fallimento della rivoluzione i babi rimasero disorientati e soffrirono in silenzio. La gloriosa rivoluzione, sebbene fallita, passava alla storia che avrebbe ricordato gli eroici babi che avevano combattuto con incredibile coraggio. Bab, fondatore del movimento, aveva nominato [[Subh-i-Azal]] il suo successore. Questi, per sfuggire all’arresto, viveva in forma nascosta in Persia e non gli era facile guidare il movimento. Bab nei suoi scritti aveva parlato di una nuova Manifestazione di Dio. Fra i babi vi era divergenza di opinione circa la data di questo avvenimento. Alcuni, fra i quali lo stesso [[Subh-i-Azal]], successore nominato da Bab, ritenevano che la nuova manifestazione fosse da attendersi fra circa duemila anni; altri, basandosi su altri scritti di Bab, davano per imminente questo evento. Gli appartenenti a questo secondo gruppo si sono messi in cerca di “colui che Dio manifesterà”. Vi è stato un periodo di psicosi in cui bastava che qualcuno facesse una predica dotta e piacevole per essere sospettato di essere l’uomo cercato. Altre volte qualcuno sosteneva apertamente di essere “colui che Dio manifesterà” e riusciva a raccogliere un certo numero di aderenti.
 
In questi pochi anni ben 35 persone hanno dichiarato di essere “colui che Dio manifesterà”. Denis MacEoin elenca venti di questi. <ref>{{Cita libro|titolo=. Denis MacEoin, "Divisions and Authority Claims in Babism (1850-1866)," Studia Iranica 18:1 (1989), p. 94-101.}}</ref>
 
Lo studioso delle religioni Ambrogio Donini a pagina 216 del suo libro dal titolo “Lineamenti di storia delle religioni”, pubblicato da Editori Riuniti, esprime il concetto di voltafaccia del movimento bahài con le seguenti parole: I [[Bahá'í|bahai]] ''“si lasciarono irretire nei contrasti tra le potenze imperialiste, finendo al servizio ora degli inglesi, ora dei francesi e finalmente degli americani”''; aggiunge poi che alla conclusione della prima guerra mondiale ‘Abdu'l-Bahá “venne fatto baronetto dagli inglesi, in ricompensa dei servizi che aveva loro reso nel mondo arabo”.
 
== Bahá'u'lláh ==