Propellente solido: differenze tra le versioni

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Quest'ultima poteva essere utilizzata per sostituire la polvere nera nelle armi da fuoco. L'anno successivo ''[[Alfred Nobel]]'' brevettò la balistite, un materiale in cui della nitroglicerina veniva utilizzata per plasticizzare la nitrocellulosa, attualmente ancora impiegato. Fulmicotone e balistite sono stati lungamente utilizzati nell'era moderna per applicazioni militari e appartengono rispettivamente alle categorie delle ''basi singole'' e ''doppie basi''. Tuttavia, solo le doppie basi hanno avuto un ampio successo anche in campo propulsivo per le caratteristiche favorevoli di combustione a bassa pressione. Le basi singole possono essere utilizzate nei generatori di gas.
 
Tra la fine del [[XIX secolo]] e l'inizio del [[XX secolo]] iniziava a crescere nella comunità scientifica l'interesse per la propulsione spaziale. Ne sono testimonianza i lavori del russo Tsiolkovski[[Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij|Ciolkovskij]] (riguardanti i viaggi interplanetari, originariamente elaborati nel [[1897]] ma dati alla stampa solo nel [[1903]] su consiglio dell'editore) e le esperienze di Goddard (con il lancio di rudimentali razzi a propellente liquido). Tuttavia le scarse prestazioni inibirono l'applicazione spaziale ai propellenti solidi, almeno in quel periodo. In campo militare, invece, lo sviluppo proseguì verso sistemi più prestanti ma anche compatti e caratterizzati da una possibilità di stoccaggio più lunga nel tempo prima di essere non più utilizzabili, la cosiddetta ''shelf-life''.
 
==Propellenti solidi omogenei o doppia-base==