Dino Grandi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ooops
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{Carica pubblica
| nome = Dino Grandi
|immagine = DinoGrandiBundesarchiv Bild 102-00160, Dino Grandi.jpg
|carica = [[Camera dei fasci e delle corporazioni|Presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni]]
|mandatoinizio = 30 novembre [[1939]]
Riga 112:
Nel 1943 si trasferì dalla Spagna al [[Portogallo]], ove risiedette sino al [[1948]]. Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] fu consulente assiduo delle autorità statunitensi, in particolare dell'ambasciatrice a Roma, [[Clare Boothe Luce]]. Grandi servì spesso da intermediario in operazioni politiche ed industriali tra Italia e Stati Uniti. Si trasferì quindi in [[America Latina]], ove visse soprattutto in [[Brasile]], da dove rimpatriò negli [[anni 1960|anni sessanta]] per aprire una [[fattoria]] modello nella [[campagna]] di Modena<ref name="storia" />. Infine prese casa a Bologna nel centro storico, ove morì nel [[1988]] all'età di 93 anni<ref name="treccani" />. È sepolto nel cimitero della [[Certosa di Bologna]].
 
[[File:DinoGrandi.jpg|thumb|left|Dino Grandi]]
== La vita di partito ==
Nella vita di partito Grandi seppe far fruttare le posizioni raggiunte all'epoca dello scontro con Mussolini, ma pian piano ebbe a crearsi numerosi detrattori fra i gerarchi. L'elevato livello delle sue relazioni internazionali, con cui il solo [[Galeazzo Ciano|Ciano]] poteva rivaleggiare, lo condusse ad assumere un distacco verso la popolaresca classe politica italiana. Il suo disprezzo, ad esempio, verso [[Achille Starace]], il segretario nazionale autore delle campagne di immagine più goffe e più irritanti (come quella sulla italianizzazione dei cognomi), del quale diceva che non fosse in fondo cattivo, ma che era «un pover'uomo», lo mise una volta di più in contrasto col Duce che, a sua volta, per difenderlo e per difendere la sua scelta, epigraficamente definì il poveretto come «un cretino, sì, ma obbediente»<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_2000_03.pdf/19SPC09A.pdf&query=Wladimiro%20Settimelli ''Quel gerarca «cretino e obbediente»''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304115453/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Fgolpdf%2Funi_2000_03.pdf%2F19SPC09A.pdf&query=Wladimiro%20Settimelli |data=4 marzo 2016 }}, ''[[L'Unità]]'', 18 marzo 1999</ref>.