Agricoltura sociale: differenze tra le versioni

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L'agricoltura sociale è anche definita come l'aspetto delle multifunzionalità delle imprese agricole, finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento lavorativo, allo scopo di facilitare l'accesso adeguato ed uniforme alle prestazioni essenziali alle persone, alle famiglie ed alle comunità.<ref>Legge {{Cita legge italiana|tipo=Legge|anno=2015|mese=agosto|giorno=18|numero=141|titolo=Disposizioni in materia di agricoltura sociale.|articolo=1}}</ref>
 
L’agricoltura sociale è strettamente legata ad attività agricole volte al soddisfacimento di bisogni come la riabilitazione, il recupero di soggetti svantaggiati attraverso l’interazione con animali e con piante, l’inserimento lavorativo e le attività didattiche. La produzione di prodotti alimentari e di servizi tradizionali si coniugano dunque con la promozione della salute con azioni di riabilitazione e di [[cura]], di [[educazione]], di [[formazione]], di organizzazione per la vita di specifiche tipologie di utenti, di aggregazione e di coesione sociale nei confronti di soggetti maggiormente vulnerabili ma anche opportunità di lavoro per persone a bassa contrattualità. Attraverso tali servizi si mettono in contatto due settori caratterizzati da debolezze storiche, come l’agricoltura e il sociale, per riuscire a diventare un punto di forza.<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=XIII Commissione agricoltura della Camera dei Deputati|data=4 luglio 2012|titolo=Indagine conoscitiva sull'agricoltura sociale - Documento conclusivo|rivista=|volume=|numero=|p=7|url=http://www.camera.it/camera/browse/544?stenog=/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/017/019&pagina=d000}}</ref>
 
== Innovazione ed educazione ==
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L’agricoltura sociale è una pratica con molti elementi di innovazione, anche radicale, che implicano una revisione di mission, vision e attitudini del fare impresa, di operare nei mercati e di agire sul territorio. Indipendentemente dei soggetti coinvolti, dalla loro natura giuridica (pubblica, privata, privato-sociale, sociale) e dall'originalità dei percorsi avviati, ci sono tratti comuni nelle esperienze di agricoltura sociale. Come riporta la [[Commissione agricoltura]] della [[Camera dei deputati]] la possiamo rappresentare come una forma di economia ed agricoltura civile, attraverso la quale è possibile operare nell'ottica del dono, della reciprocità e dello scambio all'interno di una comunità; inoltre può essere definita come una pratica di "buona" economia e crescita, che permette di attuare una "[[rivoluzione copernicana]]": nelle pratiche dell'intervento sociale, nei modi di fare economia e nello sviluppo locale. <ref name=":2" />
 
L’agricoltura sociale è quindi una grande possibilità sostenibile perché riesce a coniugare il rispetto per una coltivazione sana della terra, traendone il giusto profitto attraverso l'integrazione di soggetti che vivono in situazioni di disagio, di disabilità, di emarginazione o di svantaggio<ref>{{Cita libro|autore=Iannis Giulio|titolo=Orientamento e integrazione socio-lavorativa per soggetti svantaggiati. L'esperienza di un progetto pilota di formazione in provincia di Treviso|annooriginale=2000|editore=Edizioni del Cerro|pp=26-27|ISBN=8882160815}}</ref>. Ciò è favorito dalla dimensione medio-piccola delle esperienze che sono presenti nel mondo dell’agricoltura sociale per favorire un contatto diretto, tra i soggetti che si trovano protagonisti di tali percorsi terapeutici e/o inclusivi ed educativi e i gestori delle iniziative (agricoltori, operatori sociali e volontari).
 
Son stati individuati degli ambiti specifici di utilizzo dell’agricoltura sociale e son ritenuti validi per la loro riconosciuta efficacia in risposta a particolari bisogni socio-educativi. Le pratiche in ambito di agricoltura sociale costituiscono, spesso, percorsi sperimentali e innovativi che cercano di utilizzare al meglio le risorse presenti nei contesti produttivi agricoli per rispondere ai bisogni dei beneficiari coinvolti. In tal senso svolge una funzione di collegamento tra le politiche agricole e le politiche sociali, della giustizia, sanitarie, formative costruendo un progressivo avvicinamento fra le parti. In particolare l’agricoltura sociale risponde a diverse funzioni:
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== Storia ==
{{Citazione|L’attività umana che originariamente aveva dato vita ai primi insediamenti comunitari stanziali, si era trasformata in un’attività produttiva capace di erodere capitale sociale e ricchi patrimoni culturali, saperi secolari legati alla qualità dei cibi e alla custodia del territorio.|A. Pascale. Educarci all'agricoltura sociale}}
La nascita dell’[[agricoltura]] risale a circa 10.000 anni fa e coincide proprio con la nascita delle prime comunità stanziali che si instaurano nel mondo. Primordialmente, i gruppi umani ricavavano il cibo spostandosi da un punto all'altro della Terra procacciandosi il cibo necessario per vivere attraverso la ricerca di piante spontanee e di animale da predare. Tale vita risultava in contrasto rispetto alle normali funzioni riproduttive, soprattutto per quanto riguarda il genere femminile. Le donne iniziarono quindi a stanziarsi e a notare come avveniva la crescita e la fioritura di una pianta. Dal momento della semina del [[frumento]] e il tempo del raccolto il tempo che trascorre è quello sufficiente per portare avanti una gravidanza. Gli umani maschi continueranno ancora per alcuni millenni ad andare a caccia di animali e a raccogliere frutti spontanei. Le prime comunità stanziali, dunque, si formarono prevalentemente da donne, bambini e anziani. <ref>{{Cita libro|autore=Alfonso Pascale|titolo=Educarci all'agricoltura sociale|url=http://www.fattoriesociali.it/FATTORIESOCIALI_WEB/Public/media/uploads/2016/02/Educarci-agricoltura-sociale-_A_-Pascale.pdf|formato=PDF|p=12}}</ref>
 
L'agricoltura quindi nasce e genera comunità, produce beni relazionali e non solo cibo. L’agricoltura nasce come forma di vita collettiva, come ambito di regolazione condivisa per utilizzare le risorse ambientali comuni e così organizzare al meglio le attività comunitarie di cura. La coltivazione della terra sorge come attività di servizio per poter abitare un determinato territorio. In sintesi, l’agricoltura non esiste senza una [[comunità]].<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Roberto Brioschi|titolo=L’agricoltura è sociale - Le radici nel cielo: fattorie sociali e nuove culture contadine|p=32|ISBN=9788865162279}}</ref>
 
Questo aspetto imprescindibile dell’agricoltura è stato perso con la [[modernizzazione]] e l’[[industrializzazione]]. È, quindi, durante questo periodo che nella società vien meno la dimensione comunitaria e l’economia si “spersonalizza”. È opportuno sottolineare come tale modello di industrializzazione ha comportato l’abbandono dello sviluppo di comunità, caratteristica insita dell’agricoltura, riducendo tutto solamente a un fatto di produzione e quantità di prodotti.<ref name=":1">{{Cita libro|nome=Giarè,|cognome=Francesca.|titolo=Coltivare salute : agricoltura sociale e nuove ipotesi di welfare : atti del seminario svoltosi a Roma, presso il Ministero della Salute, il 18 ottobre 2012|url=https://www.worldcat.org/oclc/898724384|accesso=2019-01-11|data=2013|editore=Istituto nazionale di economia agraria|p=41|OCLC=898724384|ISBN=9788881452552}}</ref>
 
Nonostante questo già nell'ottocento vediamo la nascita di alcune esperienze di agricoltura sociale. Infatti l'uso di attività agricole con valenza sociale si registra in [[Germania]] con le prime istituzioni sociali, fondate verso la fine del 1800 per aiutare le persone in difficoltà. In seguito, anche se non è semplice ricostruire il percorso storico preciso, iniziative di questo tipo nascono in [[Francia]], nelle [[Fiandre]], nei [[Paesi Bassi]] e in [[Irlanda]]. In queste ultime due nazioni molti tra i primi pionieri dell'agricoltura sociale erano spinti da principi antroposofici e cristiani.<ref>{{Cita libro|nome=O'Connor,|cognome=Deirdre.|titolo=Supporting policies for social farming in Europe : progressing multifunctionality in responsive rural areas|url=https://www.worldcat.org/oclc/439665542|accesso=2019-01-15|data=cop. 2009|editore=Arsia - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e lćInnovazione nel settore Agicolo-forestale|OCLC=439665542|ISBN=9788882951078}}</ref>
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L’agricoltura sociale è una pratica diffusa in tutta [[Europa]] che si è pian piano sviluppata in tutte le aree rurali europee dalla fine del XX secolo e si svolge prevalentemente in aziende agricole biologiche, dove vi è una forte diversificazione delle attività e di apertura nei confronti del territorio. Le esperienze si rivolgono a persone con disabilità intellettuali, fisiche o sensoriali, con patologie mentali, affette da [[Dipendenza|dipendenze]], ex detenuti, disoccupati di lungo periodo, ovvero giovani in difficoltà, anziani, soggetti con patologie specifiche.
 
Con l’emergere del concetto di multifunzionalità degli ultimi anni, l’agricoltura sociale si è affermata quale nuova pratica sostenibile sotto il profilo economico e ha visto un numero crescente di esperienze che assumono nomi differenti: farming for health, [[:en:Care_farming|care farming]], etc. Svolgere questo tipo di attività non solo permette alle persone di reinserirsi nella sfera produttiva e di ritrovare il contatto con la natura, ma ha anche effetti positivi sul loro benessere e sulle loro condizioni di salute, promuove il loro inserimento sociale, ne migliora la capacità di apprendimento e l’autostima, rafforza la loro partecipazione alla vita sociale.<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Francesca Giarè|titolo=Coltivare salute: agricoltura sociale e nuove ipotesi di welfare|url=https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/u%252Fn%252Fi%252FD.1d98cbb0e6869b9e813f/P/BLOB%3AID%3D15769/E/pdf|pp=51-52|ISBN=9788881452552}}</ref>
 
Le esperienze olandesi sono quelle più codificate e si registrano gruppi di utenza in numeri stabiliti, in orari definiti della giornata e della settimana, per attività di servizio formalizzate, controllate e remunerate. In [[Slovenia]] e Francia si registrano gruppi di utenti, talvolta con diverse esigenze e caratteristiche, impegnati in azioni di terapia occupazionale, di formazione e di inclusione sociale e lavorativa. Nelle Fiandre, solitamente, le aziende agricole ricevono un utente dai servizi per alcune mezze giornate la settimana, come attività alternativa ai centri diurni. In Germania si tratta di grandi strutture gestite dal terzo settore dove trovano accoglienza ed occupazione persone a bassa contrattualità. In Irlanda e nei paesi anglosassoni, sono frequenti aziende agricole gestite da fondazioni che ospitano più utenti dei servizi allo stesso tempo.<ref>{{Cita web|url=http://ilo.unimol.it/sidea/images/upload/convegno_2010/paper/di%20iacovo.pdf|sito=ilo.unimol.it|accesso=2018-12-24}}</ref>