Achille: differenze tra le versioni

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Achille si può definire protagonista insieme ad Ettore dell'Iliade, difatti compare già nel primo canto. [[Crise]], padre di Criseide o Crisa e sacerdote di [[Apollo]], dopo essersi recato da Agamennone per riscattare la figlia, venne insultato e cacciato in malo modo; ciò scatenò l'ira di Apollo che, per punirlo, provocò una grande pestilenza tra gli Achei, colpendo prima gli animali e poi gli uomini. L'indovino Calcante rivelò ad Agamennone che la pestilenza avrebbe avuto termine solo con la restituzione di Criseide; controvoglia Agamennone accettò, ma volle in cambio Briseide, schiava di Achille. Egli, furibondo, dapprima minacciò di tornare in patria, a Ftia, con i suoi soldati, i "Mirmidoni", successivamente decise di rimanere nell'accampamento e di non partecipare, con i suoi, alla battaglia. Fece ciò per recuperare la "timè", vale a dire l'onore, quantificato con il bottino ottenuto in guerra: egli non poteva tollerare l'offesa compiuta da Agamennone nei suoi confronti.
 
Senza Achille e il suo esercito di Mirmidoni tra le file achee i Troiani sembrarono prevalere: nel corso di una grande battaglia essi giunsero ad attaccare il campo acheo e a minacciare di dare fuoco alle navi. La situazione per gli Achei rischiò di precipitare ma Achille fu irremovibile: [[Patroclo]], suo compagno e ''partner'' (l'omosessualità, anche sotto l'aspetto sessuale, veniva paragonata dai Greci come un'amicizia virile), riuscì a convincerlo a lasciare che i Mirmidoni continuassero a combattere e ottenne di potere indossare le sue armi e la sua corazza. Achille acconsentì, avvertendolo di non avvicinarsi alle mura di Troia. Ma Patroclo, dopo avere respinto l'assalto all'accampamento, tentò più volte di scalare le mura, dove venne colpito e fermato da [[Apollo]], ferito da Euforbo e infine ucciso da [[Ettore (mitologia)|Ettore]].
 
La morte del compagno indusse Achille a tornare nuovamente sul campo di battaglia: Teti fece preparare da [[Efesto]] una nuova armatura, poiché la sua, indossata da Patroclo, era finita nelle mani di Ettore. Achille riprese a combattere, cercando tra le schiere nemiche il principe troiano, deciso ad ucciderlo. Quando lo vide lo sfidò a duello: solo l'intervento di [[Apollo]] salvò Ettore da morte sicura. Questo aumentò ancora di più la sua collera: Achille, non sapendo dove cercarlo, iniziò rabbiosamente ad uccidere qualunque nemico gli capitasse a tiro, compiendo una strage. Tra le tante sue vittime vi furono il già citato Licaone e il giovane capo peone [[Asteropeo]], dal quale fu però ferito a un braccio.