Alfabeto devanagari: differenze tra le versioni

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L'alfabeto dev'nāg'rī compare attorno all'[[VIII secolo]], come ulteriore evoluzione della scrittura [[brahmi]], la cui presenza è attestata nella regione della [[valle dell'Indo]] sin dal [[V secolo a.C.]], probabilmente un adattamento indiano delle scritture semitiche, penetrate in [[India]] attraverso la [[Mesopotamia]].
 
== Lettere e gruppi consonanticicluster irregolari, pronuncia, numeri ==
Nella scrittura Dev'nāg'rī ogni simbolo rappresenta una consonante seguita da una ''a'' molto breve (tranne che, in taluni casi, in fine parola): per esempio, il simbolo द si trascrive "da" e va letto /da/ in sanscrito (nel moderno Hindihindi, la vocale di default è invece una vocale neutra di timbro leggermente velare detta schwa, /ə/, ottenibile se si immagina di declamare i nomi delle consonanti dell'alfabeto italiano "b-c-d-f-..." in modo "puro", senza dire la vocale che si accompagna al nome proprio della lettera, come invece accade in "bi-ci-di-effe...").
 
In generale, le lettere sono sormontate da una linea orizzontale che si scrive per ultima: per prime si scrivono le lettere, i matra e i diacritici. In corrispondenza di alcune lettere può spezzarsi, quindi non necessariamente è sempre continua. Il punto fermo, come grafia e durata consiste in una linea verticale ('''।'''), idem in bengalese. Se le linee verticali sono due, la pausa è più lunga ('''॥'''). Tuttavia la doppia riga si trova solo nei testi poetici: la riga singola ("daṇḍa", ''"bastone"'') segnala la fine di una semistrofa, la doppia riga segnala la fine di una strofa.
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== Norme per gruppi consonanticicluster regolari ==
* Le vocali nel sanscrito vedico possono assumere un [[accento tonico]] di tipo ascendente, discendente, ascendente-discendente. Questo sistema di accenti è dotato di accenti segnati sopra le consonanti dotate di matra e data una precisa prosodia ai testi nel periodo in cui l'accento mobile e musicale del sanscrito si era regolarizzato. Mentre lo ''svara'' ("accento") ascendente non ha simboli ed è romanizzato con '''॔''', il simbolo '''॒''' indica quello discendente e non ha trascrizione. Infine '''॑''' , un piccolo apostrofo verticale posizionato molto in alto e appena dopo la sillaba interessata, indica il terzo tipo di accento, romanizzato con '''॓'''.
* In sindhi (parlato in India e Pakistan) ci sono quattro consonanti occlusive sonore in più: esse sono le implosive '''ॻ''' /ɠə/, '''ॼ''' /ʄə/, '''ॾ''' /ɗə/, '''ॿ''' /ɓə/, riconoscibili per un tratto orizzontale sotto la lettera e solitamente attaccato alla riga verticale. Si pronunciano rispettivamente come "g, d͡ʒ, d, b" ma prima si chiude il setto nasale in corrispondenza del velo palatino (cioè si fa finta di respirare solo con la bocca, senza che entri aria dal naso), poi si chiude completamente la glottide (una valvola nella gola che si individua tossicchiando) e si abbassa (come se si stesse deglutendo) provocando nello stesso tempo un rumore, una vibrazione delle corde vocali. A questo suono discendente si accompagna l'esecuzione della consonante. Intanto che si effettua il suono, la lingua è già pronta in posizione per pronunciare la consonante. La vocale successiva avrà un timbro molto gutturale.