Chiang Ching-kuo: differenze tra le versioni

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== Presidenza ==
Chiang fu ufficialmente eletto Presidente della Repubblica di Cina dall'[[Assemblea Nazionale dellanazionale (Repubblica di Cina)|Assemblea nazionale]] dopo il mandato del Presidente [[Yen Chia-kan]] il 20 maggio del 1978. Nel [[1984]] venne riconfermato per un secondo mandato. È da notare che all'epoca l'Assemblea Nazionalenazionale della Repubblica di Cina era formata principalmente da quegli anziani legislatori, che erano stati eletti nel 1947-48 prima della caduta della Cina continentale nelle mani dei comunisti di [[Mao Zedong]].
 
Chiang Ching-kuo mantenne la maggior parte delle politiche autoritarie cominciate dal padre durante i primi anni del suo mandato. Taiwan infatti continuò ad essere amministrato sotto la [[legge marziale]], legge che governò l'isola stato sin dall'inizio della sconfitta nella [[guerra civile cinese]]. La motivazione ufficiale adottata per giustificare tali disposizioni la presunta imminente invasione da parte della [[Repubblica Popolare Cinese]]. Per queste ragioni, gli [[Stati Uniti]], mantennero una forte presenza militare sull'isola, al fine di difendere i suoi alleati della [[Seconda guerra mondiale]] e durante la [[guerra fredda]].
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Nel [[1987]], Chiang cancellò la [[legge marziale]] e permise le visite da parte dei taiwanesi ai loro parenti nella Cina continentale. La sua amministrazione vide una graduale perdita di controllo politico, soprattutto in seguito alla cancellazione delle restrizioni sulla libertà di pensiero e di associazione politica.
 
I partiti di opposizione, sebbene ancora illegali, furono autorizzati a formarsi. Quando il [[Partito democraticoDemocratico progressistaProgressista]] fu fondato nel 1986, il Presidente Chiang rifiutò di dissolvere il gruppo di perseguirne i leader. I suoi candidati corsero per le successive elezioni come indipendenti nel movimento di [[Tangwai]].
 
In un continuo sforzo di coinvolgere i cittadini di origine taiwanese nel governo del paese, Chiang Ching-kuo scelse [[Lee Teng-hui]] come vicepresidente della Repubblica di Cina, che così conquistò la "prima piazza" nella successione di Chiang alla presidenza. Ad ogni modo, è ancora poco chiaro, se Chiang Ching-kuo volesse davvero lui come presidente e segretario del partito nazionalista o no.