Reincarnazione: differenze tra le versioni

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Nel VI libro dell'''[[Eneide]]'', durante la discesa agli [[Ade (regno)|Inferi]] di [[Enea]] e della [[Sibilla Cumana]], dalle parole che [[Anchise]] rivolge al figlio traspare la concezione pitagorico-orfica di [[Virgilio]]: Anchise descrive una teoria dei cicli e delle rinascite spiegando come molte ombre dei [[Campi Elisi]] si immergano nel fiume [[Lete (fiume dell'oblio)|Lete]] per dimenticare le vite precedenti e poter dunque reincarnarsi in nuovi corpi terreni.<ref>Virgilio, ''Eneide'', Mondadori 1989, Commento p.772</ref> Secondo vari studiosi, la descrizione della sofferenza di queste anime per gli errori delle vite passate (''quisque suos patimur Manes'', v.743) è una reminiscenza del ''[[Gorgia]]'' platonico, dove si parla delle sofferenze animiche di purificazione per un perfezionamento della vita successiva.<ref>''Ibidem'', p.773</ref>
 
Il filosofo greco Pitagora, più sopra menzionato, sosteneva di essere la reincarnazione di [[Euforbo]], giovane guerriero troiano ucciso da [[Menelao]]. Ovidio riporta questa convinzione nell'ultimo libro delle sue ''Metamorfosi''.
 
== Note ==