Frammentazione della Democrazia Cristiana: differenze tra le versioni

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Come si è visto, dalla fusione avvenuta nel 2002 fra il CDU di Buttiglione, il CCD di Casini e la DE di D'Antoni nacque un nuovo partito, l'[[Unione dei Democratici Cristiani e di Centro|UDC]], che portò avanti la sua azione politica nell'ambito della coalizione di centrodestra (sostenendo il [[Governo Berlusconi III|terzo governo Berlusconi]]- nel quale Buttiglione fu Ministro dei Beni Culturali, [[Mario Baccini]] della Funzione Pubblica e [[Carlo Giovanardi]] dei Rapporti con il Parlamento - e portando avanti l'opposizione al secondo governo presieduto da Prodi) sino a una nuova fusione (avvenuta nel 2009) tra l'UDC e la [[Rosa per l'Italia]] di [[Savino Pezzotta]] (oltre ad altre formazioni minori di matrice liberale) da cui nacque un altro partito denominato [[Unione di Centro (2008)|Unione di Centro]] (UdC). Tale formazione si separò definitivamente dagli alleati di centrodestra, dopo che già aveva presentato liste proprie sotto il nome di Unione di Centro alle elezioni politiche del 2008 e si era collocata all'opposizione del nuovo [[Governo Berlusconi IV|Governo Berlusconi]] nel tentativo di ricreare uno schieramento centrista soprattutto in polemica con la [[Lega Nord]]. Nel 2011 l'UdC appoggiò la nascita del [[Governo Monti]], alleandosi alle elezioni politiche del 2013 con la [[Scelta Civica per l'Italia|Scelta Civica]] fondata e guidata dallo stesso premier. Nel 2013 l'UdC contribuì alla formazione del [[Governo Letta]] e nel 2014 a quella del [[Governo Renzi]]. Nel frattempo si era consumata la rottura dell'alleanza politico-parlamentare coi montiani e si era invece registrato un riavvicinamento con Silvio Berlusconi. Segretari dell'UDC furono [[Marco Follini]] e [[Lorenzo Cesa]]. Quest'ultimo fu poi eletto anche segretario dell'UdC.
 
== La ''"Democrazia Cristiana"'' di Giuseppe Pizza (dal 2002-2013) ==
{{Vedi anche|Democrazia Cristiana (2002)}}
Le vicende giudiziarie ebbero una svolta con una sentenza del settembre 2006, che affermò che la [[Democrazia Cristiana|DC]], giuridicamente parlando, non venne mai sciolta, in quanto "una tale deliberazione non è mai stata assunta dal Congresso Nazionale del partito, unico organo statutario deputato a questo compito". In base a questa sentenza, Giuseppe Pizza e Aniello Di Vuolo si appropriarono del nome ''"Democrazia Cristiana"'' e del simbolo costituito da uno scudo crociato con scritta ''"Libertas"''. Nel 2006 il nuovo partito di Pizza (nel frattempo divenuto Segretario Nazionale) si alleò con [[L'Unione]] di [[Romano Prodi]]. Dopo le elezioni Pizza, risentito per non aver ottenuto alcun incarico di governo per il suo movimento, ruppe l'alleanza con l'Unione e si alleò col [[Popolo della Libertà]] di [[Silvio Berlusconi]], riuscendo finalmente a ottenere per sé, dopo le elezioni politiche del 2008, il sospirato incarico di sottosegretario all'istruzione.
Il movimento pizziano celebrò i propri congressi in asserita continuità con quelli della [[Democrazia Cristiana|DC]] storica tenutisi sino al diciottesimo nel 1989, svolgendo pertanto il ''"XIX"'', ''"XX"'' e ''"XXI"'' congresso.
Il 23 novembre 2013, in ottemperanza a quanto statuito dagli organi statutari competenti, Pizza annunciò ufficialmente lo scioglimento e l'estinzione della ''"[[Democrazia Cristiana (2002)|Democrazia Cristiana]]"'' da lui guidata e la confluenza nella ricostituita [[Forza Italia (2013)|Forza Italia]].
 
== La ''"Democrazia Cristiana"'' di Angelo Sandri (2004-2018) ==