Massimiliano Maria Kolbe: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== L'infanzia e gli studi ===
Nato con il nome di [[Raimondo]] (RajmundRaimo) Kolbe, in una famiglia dalle condizioni economiche modeste in una zona polacca sotto il controllo della [[Russia]]. Il padre Julius Kolbe, tedesco, era tessitore e la madre polacca Maria Dąbrowska faceva la levatrice. Aveva quattro fratelli. A tredici anni cominciò a frequentare la scuola media dei francescani a [[Leopoli]]. La sua vita cambiò radicalmente nel [[1906]], quando si ricordò della visione della [[Vergine Maria]] avuta nell'infanzia. Il 4 settembre [[1910]] vestì come novizio l'abito dell'[[Ordine dei frati minori conventuali|Ordine dei Frati Minori Conventuali]], assumendo il nome di Massimiliano<ref name="santiebeati.it">{{Cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/34050|titolo=San Massimiliano Maria (Rajmund) Kolbe su santiebeati.it|accesso=18 gennaio 2017}}</ref>. L'anno successivo, il 5 settembre 1911 emise la professione semplice<ref name="santiebeati.it"/> e venne inviato a [[Cracovia]] e quindi a [[Roma]] per continuare gli studi in [[filosofia]] e [[teologia]].
[[File:PL ZdWola Maximilian house.jpg|200px|Casa natale di Kolbe a [[Zduńska Wola]].|thumbnail]]
Nei primi tre anni trascorsi alla [[Pontificia Università Gregoriana]], si dedicò alle scienze e alla matematica, compresa la trigonometria, la fisica e la chimica, poi allo studio della filosofia e della teologia, grazie alle quali conseguì due lauree, una nella sede dell'università stessa e l'altra al [[Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura|Collegio Serafico Internazionale]]. Nel [[1914]] professò i [[voto (religione)|voti]] perpetui. Lo stesso anno il padre, ufficiale nelle [[legione polacca|legioni polacche]], venne fatto prigioniero dai russi e probabilmente fucilato. La madre invece si ritirò a una vita in convento<ref name="Ksiazek">Antonio Ksiazek, "Cronologia della vita e delle attività di san Massimilano Kolbe", in Severino Ragazzini, "San Massimilano Kolbe", Edizioni dell'Immacolata, 1999.</ref>.