Søren Kierkegaard: differenze tra le versioni
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===Le tre modalità esistenziali===
[[File:Kierkegaard Tomb.JPG|right|border|thumb|La lapide del filosofo nel cimitero centrale di Copenaghen]]
{{vedi anche|Stadi sul cammino della vita}}
Il padre di Kierkegaard fu un lettore di [[Christian Wolff]]<ref>{{en}} Garff, cit., [https://books.google.it/
Secondo Kierkegaard si può esistere in tre diversi modi che si escludono fra loro. Come già nel testo del [[1845]] ''[[Stadi sul cammino della vita]]'', le possibili tappe sono però meglio definite come «sfere di vita» chiuse, autonome e reciprocamente impermeabili, immobili polarità intellettuali ed emotive la cui dialettica non è temporale e progressiva come quella di Hegel, ma statica e spaziale, fatta di situazioni che non evolvono: si può vivere tutta l'esistenza in una sola dimensione, si può progredire ma anche regredire. Nell'opera ''[[Aut-Aut (Kierkegaard)|Aut-Aut]]'' del [[1843]], egli presenta l'alternativa fra le prime due sfere, quella estetica e quella etica. Nell'opera ''[[Timore e tremore]]'', sempre del [[1843]], emerge la terza sfera, quella religiosa. Il filosofo non si riconoscerà nelle prime due, ma si giudicherà pure inetto alla terza per via d'una sua "[[teologia sperimentale]]" che gli si dimostrerà fallimentare.
Secondo Kierkegaard, il passaggio da una forma di vita all'altra non avviene per necessità dialettica come in Hegel. Per Hegel, dialetticamente e necessariamente, cioè in modo inevitabile, l'uomo si costituisce prima come essere etico nello Stato; poi, sempre per necessità dialettica, si costituisce come essere estetico, religioso, e infine filosofico. Invece, secondo Kierkegaard, questo passaggio avviene per libera scelta. Inoltre, per [[Hegel]] la dialettica fa sì che nel terzo momento i primi due siano conservati (anche se superati). Invece, per Kierkegaard, attività estetica, etica e religiosa si presentano al singolo come possibilità tra le quali egli deve scegliere, cosicché, scegliendo l'una, è costretto a rifiutare le altre. Fra di esse c'è un abisso e un salto. La [[dialettica]] di Kierkegaard fra le forme alternative di vita è "qualitativa" e non "quantitativa" come quella di Hegel: non ammette sintesi, cioè conciliazione e armonia fra gli opposti, ma solo passaggio brusco da un opposto all'altro, e i due opposti si escludono a vicenda senza conciliarsi. Per esempio, tra la vita religiosa e le altre forme di esistenza non c'è mediazione: non è possibile essere cristiani "fino a un certo punto". O lo si è interamente o non lo si è. La dialettica quantitativa hegeliana si può riassumere nella formula "et-et", mentre la dialettica qualitativa kierkegaardiana nella formula "aut-aut", che sta a indicare la scelta esclusiva di uno degli opposti.
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