Sibilla Appenninica: differenze tra le versioni

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Ancora, la forma della corona rocciosa della vetta del [[Monte Sibilla]] ricorderebbe il [[polos]] che adorna il capo di [[Cibele]] nelle icone tradizionali, la quale circostanza avrebbe contribuito all'accostamento della divinità a questo particolare monte.
 
Altri parlano di una dea [[Nemesi]] o [[Norzia]], dea della fortuna e del fato, di origine [[Etruschi|etrusca]], rappresentata da un idolo d'[[argento]] con il volto di pietra nera, affine a [[Cibele]], e che era venerata sotto forma di roccia ma anche come uno straordinario idolo, prima di pietra e poi d'[[argento]], noto a [[Norcia]] sin dall'[[Età del bronzo|epoca del bronzo]] tardo: la [[Artio|dea Orsa]]. Si tratta di un ricco complesso mitico-rurale (sino ad ora quasi ignorato, forse una traduzione italica [[Umbri|paleoumbra]] del culto di [[Santuario di Artemide Brauronia|Artermide Brauronia]] con possibili influenze [[Celti|celtiche]]) nato a [[Norcia]] ma trasferitosi sulle montagne nel [[VI secolo a.C.|VI secolo]] e che può costituire un antecedente significativo del culto sibillino. Il nome della cattedrale di [[Concattedrale di Santa Maria Argentea|Santa Maria Argentea]] testimonierebbe il culto di questi idoli dalla testa argentata.
 
Forse il culto pastorale del [[Giove (divinità)|Giove]] delle alture - o, secondo altri, della [[Vittoria (divinità)|Dea della Vittoria]] - si fuse con altre tradizioni oracolari dei [[Pelasgi]] approdati sulle coste marchigiane e con quelle dei [[Celti]] presenti sul territorio sin dal [[V secolo a.C.|V seccolo a.C.]], ma anche con arcaici culti solari e riti erotico-orgiastici a dominante femminile.
 
Le cerimonie a carattere iniziatico femminile - (legate alle nozze e più in generale alla propiziazione delle fecondità umana e animale -) erano caratterizzate da riti orgiastici e sembrerebbero apparentate con i riti descritti nelle [[Tavole eugubine|tavole iuguvine]], il più importante testo rituale dell'antichità classica risalente al [[1000 a.C.]], inciso in sette tavole di bronzo tra [[III secolo a.C.|III]] e [[I secolo a.C.|I sec a.C.]] L'intero complesso può costituire le basi del mito della Sibilla Appenninica la cui figura si definisce e si consolida in epoca medievale.<ref name=":0">Tratto da una didascalia esplicativa esposta presso il Museo della Sibilla a [[Montemonaco]] ([[Provincia di Ascoli Piceno|AP]])</ref>
 
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