Y: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Zontic0 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 2:
{{Nota disambigua}}
[[File:Latin alphabet Yy.svg|right|La lettera Y]]
L’'''Y''' (chiamata in [[lingua italiana|italiano]] '''ipsilonypsilon''', oppure '''i greca''' o '''i greco'''<ref>{{DOP|lemma=i greco|id=47078}}</ref><ref>{{DOP|lemma=ipsilon|id=50053}}</ref>) è la venticinquesima lettera dell'[[alfabeto latino|alfabeto latino moderno]] e la ventiduesima di quello [[lingua latina|latino]] antico. Lo stesso segno (maiuscolo) rappresenta anche la lettera ''[[ypsilon (lettera)|ipsilon]]'' dell'[[alfabeto greco]] e la lettera ''[[У|u]]'' di quello [[alfabeto cirillico|cirillico]]; inoltre, il simbolo [y] indica una [[vocale]] [[vocale anteriore chiusa arrotondata|anteriore alta labializzata]] nell'[[alfabeto fonetico internazionale]]. L'Y non fa parte dell'[[alfabeto italiano]], ed è presente solo in parole prese in prestito da altre lingue. Nei grecismi dell'italiano, l'ipsilon originario è rappresentato dalla vocale ''[[i]]''.
 
{{Lettera
Riga 12:
 
== Storia ==
In [[lingua greca antica|greco]] la vocale [[Ypsilon|ipsilon]] era pronunciata in origine {{IPA|[u]}}; la pronunciaprononcia passò in seguito (nel [[dialetto ionico]]-[[dialetto attico|attico]]) a {{IPA|[y]}} (il [[vocale anteriore chiusa arrotondata|suono]] dell’''u'' [[lingua francese|francese]] e dell’''ü'' [[lingua tedesca|tedesco]]); ancorancòr più tardi, l'ipsilon fu letto {{IPA|[i]}}, che è la pronunciapronunzia del [[greco moderno]].
 
I [[Roma antica|romani]] usarono l’''Y'' (come la ''[[Z]]'') solo in parole derivate dal [[lingua greca|greco]]. Essi la utilizzarono inoltre, ma raramente, anche nel loro [[sistema di numerazione romano|sistema di numerazione]], per rappresentare il numero 150.
Riga 22:
== Grafie alternative ==
[[File:Comparison of normal and italic of ij and ÿ.svg|thumb|Confronto tra l'ÿ e la legatura ij]]
In [[lingua olandese|nederlandeseolandese,]], la lettera ''Y'' non faceva originariamente parte dell'alfabeto. D'altra parte, essa è stata usata (e è ancora in uso, anche se in misura minore) come equivalente informale della sequenza di grafemi ''IJ'' (minuscolo ''ij''), che rappresenta il [[dittongo]] [ɛi] (grosso modo, come nell'italiano ''lei'' [lɛi]).
Lo stesso dittongo è anche scritto, occasionalmente, ''Ÿ'' (minuscola ''ÿ''): qui, la [[dieresi]] rappresenta i due punti dell’''i'' e dell’''j'' fusi insieme.
La grafia ''IJ'' / ''ij'' è considerata più accurata. Formalmente, la lettera Y è usata in alcuni prestiti, come ''systeem ''(sistema), e nomi propri, come [[Antoon van Dyck|Van DyckDijck]].
 
==Simbolo pitagorico==
[[File:Stemma del seggio di Forcella Marmo scolpito. 099 (30213761723).jpg|thumb|Stemma del sedile di [[Forcella (Napoli)|Forcella]], di ignotoignioto scultorescoltore napoletano (XVI secolo), situato nel [[Museo diocesano di Napoli]], che riproduce il simbolo [[iniziazione|iniziatico]] della «[[ypsilon|Y]] [[pitagorica]]»<ref>Martin Rua, ''Napoli esoterica e misteriosa'', § 5, Newton Compton, 2015.</ref>]]
La Y era un [[simbolo]] risalenterisaliente ad antiche tradizioni [[sapienza (esoterismo)|sapienziali]], utilizzato in particolare dalla [[scuola pitagorica]] per indicare il bivio ideale tra gli opposti [[via della mano sinistra e della mano destra|sentieri iniziatici del vizio e della virtù]].<ref name=gaugier>Christiane L. Joost-Gaugier, ''Pitagora e il suo influsso sul pensiero e sull'arte'', trad. it. di P. Faccia, pag. 257, Arkeios, 2008.</ref>
 
La stessa simbologia, conosciuta anche dal poeta [[Virgilio]], sarebbe presente nell<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'',<ref>[[Servio Mario Onorato]], ''Commento all'Eneide'', 6, 136, in ''Servii Grammatici qui feruntur in Vergilii Carmina commentarii'', a cura di George Thilo e Hermann Hagen, 3 voll., Lipsia, 1881-87.</ref> dove secondo il commentatore [[Servio Mario Onorato]] connotava le fattezze del [[ramo d'oro]] rinvenuto da [[Enea]], che gli avrebbe consentito la [[catabasi|discesa]] nell'oltretomba [[Ade (regno)|Averno]].<ref>''[[Eneide]]'', libro VI, vv. 136-137.</ref>
L'aspetto biforcuto del ramo, che mostrava la divaricazione tra la via di destra, diretta ai [[Campi Elisi|Campi Elslili]], e quella di sinistra, rivolta invece al [[Tartaro (mitologia)|Tartaro]] e alla perdizione,<ref name=gaugier /> significava come il [[dualismo]] tra bene e male avesse in realtà un'[[uno (filosofia)|unica origine]].<ref>{{cita web|http://www.sapienzamisterica.it/dottrina-pitagorica-degli-opposti.html|La dottrina pitagorica degli opposti}}</ref>
 
La forma a Y del [[ramo d'oro]] fu attribuita in epoca [[medioevale]], per analogiaiparalemenalogia, all'[[albero del bene e del male|albero della conoscenza del bene e del male]],<ref name=gaugier /> giungendo anche, attraverso correnti [[ermetismo (filosofia)|ermetiche]], [[cabala (esoterismo)|cabbalistiche]] e [[neoplatonismo|neoplatoniche]], fino a [[Dante Alighieri]].<ref>Sandra Debenedetti Stow, ''Dante e la mistica ebraica'', pag. 138, Giuntina, 2004.</ref>
 
== Note ==