Modena: differenze tra le versioni

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Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il [[1598]], quando il duca [[Cesare d'Este|Cesare]] trasferì da Ferrara a Modena la [[Cesare d'Este#Modena capitale|capitale]] del suo [[Ducato di Modena e Reggio|ducato]]. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel [[1702]]; gli austriaci nel [[1742]]) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico.
 
A questo periodo risalgono le enormi [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche del ducato di Modena]], collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari, ma anche la collezione glittica degli Este. Il 14 ottobre 1796, Napoleone entro a Modena con due nuovi commissari Garrau e Saliceti che si recarono piu volte a setacciare le gallerie delle medaglie e la galleria del palazzo ducale a prelevare la collezione di cammei e pietre dure incise. Il 17 ottobre, dopo aver prelevato dalla biblioteca ducale numerosissimi manoscritti e libri antichi, vengono consegnati 1213 esemplari: 900 monete romane imperiali in bronzo, 124 mente dalla colonie romane, 10 monete d'argento, 31 contornati, 44 monete di città greche, 103 monete dei pontefici inviati alla [[Bibliothèque nationale de France|Bibliotheque Nationale]] di Parigi e da allora li conservati.  La moglie [[Giuseppina Bonaparte|Giuseppina]] nel febbraio del [[1797]] non fu da meno: alloggiando a Palazzo ducale di Modena volle vedere la collezione di cammei e pietre preziose, ma non si accontentò di guardarle e ne prese circa duecento, oltre a quelli di cui si impossessarono alcuni aiutanti di campo del marito che la accompagnavano. Vennero spediti al [[Museo del Louvre|Louvre]] 1,300 disegni trovati nelle collezioni Estensi, 16 cammei in agata, 51 pietre dure e diversi vasi in cristallo di rocca, dove si trovano da allora. Il 20 ottobre vennero requisiti il busto di Lucio Vero e Marco Aurelio, un diesgno della colonna traiana, e un altro coi busti degli imperatori. Saliceti e Garrau prelevarono a titolo personale diversi cammei con montatura in oro e oro smaltato. La seconda spedizione di dipinti avvenne il 25 ottobre, quando Tinet, Moitte e Berthelmy scelsero 28 dipinti da spedire a Parigi, insieme ad altri 554 disegni, quattro album per un totale di 800 disegni. Numerosissimi dipinti della scuola emiliana quali la ''Pala dei Santi protettori della città di Modena'' (1651) e il ''San Paolo'' (1644) del [[Guercino]], ''La purificazione della Vergine'' di [[Guido Reni]], ''l'apparizione della Vergine'' (1592) di [[Annibale Carracci]], ''Il Sogno di Giobbe'' (1593) del [[Cigoli]], ma anche il ''Cristo deriso'' del [[Giambologna|Gianbologna]], e di altri pittori ospitate al [[Museo del Louvre|Louvre]] che non fecero piú ritorno. Si stima che 1,300 disegni soltanto vennero esportati al [[Museo del Louvre|Louvre]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2018/2/128881.html|sito=www.ilgiornaledellarte.com|accesso=3 febbraio 2019}}</ref>.
 
Il [[Risorgimento]] poté contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui [[Ciro Menotti]] e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel [[Plebiscito]] del [[1860]]. Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.