Battaglia di Lepanto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 110:
 
=== Epilogo ===
Al centro, il comandante in capo ottomano Müezzinzade Alì Pascià, già ferito, cadde combattendo<ref>{{Cita|Petacco 2005| p. 178}}.</ref>. La [[nave ammiraglia]] ottomana fu abbordata dalle galee toscane Capitana e Grifona<ref>Marcella Aglietti, ''La partecipazione delle galere toscane alla battaglia di Lepanto (1571)'', in ''Toscana e Spagna nell'età moderna e contemporanea'' ETS, Pisa 1998, pp. 55-146.</ref> e, contro il volere di Don Giovanni, il cadavere dell'[[ammiraglio]] ottomano Alì Pascià fu decapitato e la sua testa esposta sull'[[Albero di maestra|albero maestro]] dell'ammiraglia spagnola. La visione del condottiero ottomano decapitato contribuì enormemente a demolire il morale dei turchi. Di lì a poco, infatti, alle quattro del pomeriggio, le navi ottomane rimaste abbandonavanoabbandonarono il campo, ritirandosi definitivamente. Il teatro della battaglia si presentava come uno spettacolo apocalittico: relitti in fiamme, galee ricoperte di sangue, uomini morti o uomini agonizzanti. Erano trascorse quasi cinque ore e il giorno volgeva ormai al tramonto quando infine la battaglia ebbe termine con la vittoria cristiana.
 
Don Giovanni d'Austria riorganizzò la flotta per proteggerla dallada una tempesta che minacciava la zona e inviò galee in tutte le capitali della lega per annunciare la clamorosa vittoria: i turchi avevano perso 80 galee che erano state affondate, ben 117 vennero catturate, 27 galeotte furono affondate e 13 catturate, inoltre 30.000 uomini persi tra morti e feriti, altri 8.000 prigionieri. Inoltre vennerofurono liberati 15.000 cristiani dalla schiavitù ai banchi dei remi. I cristiani liberati dai remi sbarcarono a Porto Recanati e salirono in processione alla Santa Casa di Loreto dove offrirono le loro catene alla Madonna. Con queste catene furono costruite le cancellate davanti agli altari delle cappelle. Gli [[Impero ottomano|Ottomani]] avevano salvato un terzo (circa 80) delle loro navi e: se tatticamente si trattò di una decisiva vittoria cristiana, la dimensione della vittoria strategica è dibattuta: secondo alcuni la sconfitta segnò l'inizio del declino della potenza navale ottomana nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].
 
Altri fanno notare che la flotta turca si riprese rapidamente, riuscendo già l'anno successivo a mettere in mare un grosso contingente di navi,grosso grossomodomodo equivalente a quelle messe in campo dalla Lega. Queste flotte erano però meno armate e addestrate delle precedenti, e dopo Lepanto la flotta turca evitò a lungo di ingaggiare grandi battaglie, dedicandosi invece con successo alla [[Corsaro|guerra di corsa]] e al disturbo dei traffici nemici. Anche da parte cristiana si riaffermò una pirateria attiva. Dopo Lepanto gli occidentali ebbero a disposizione migliaia di prigionieri che furono messi ai remi assicurando, per diversi anni, un motore nuovo alle loro galere.<ref>Braudel, ''Civiltà e imperi'', p. 1165.</ref> La vittoriosa [[guerra di Candia]], alla metà del [[XVII secolo]], mostra che il vigore dellele forze turche eraerano ancora temibiletemibili nel Mediterraneo orientale. Tuttavia con l'inizio di una lunga serie di guerre con la [[Persia]], che proseguirono nel [[Caucaso]] e in [[Mesopotamia]] per tutti glinegli anni a cavallo tra il [[XVI secolo|XVI]] e il XVII secolo, la flotta della [[Sublime porta]] fu messa in parziale disarmo e ridotta.
 
Inoltre la flotta da guerra turca rimase numericamente paragonabile a quella veneziana fino alla fine del XVIII secolo. I morti di nobiltà cattolica vennero sepolti nella [[chiesa dell'Annunziata (Corfù)|chiesa dell'Annunziata a Corfù]] (spostati dopo il bombardamento dei tedeschi del 13 settembre [[1943]] al cimitero cattolico di Corfù) mentre i morti nobili di religione ortodossa (piuttosto Corfioti) furono sepolti nella chiesa di S. Nicola nominata "Dei Vechi" e quelli non nobili in una chiesetta fuori le mura di Corfù denominata fin da allora "Dei martiri". Molti prigionieri ottomani, in particolare gli abilissimi e addestratissimi arcieri e i carpentieri, furono uccisi dai veneziani, sia per vendicare i prigionieri uccisi dai turchi in precedenti occasioni, sia per impedire alla marineria turca di riprendersi rapidamente. Quindi le navi fecero rientro a [[Napoli]]. La bandiera della nave ammiraglia turca di Alì Pascià, presa da due navi dei [[Ordine di Santo Stefano papa e martire|Cavalieri di Santo Stefano]], la "Capitana" e la "Grifona", si trova a [[Pisa]], in quella che era [[Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri|la chiesa di quell'ordine]]<ref>{{Cita|Capponi 2012|p. 267}}.</ref>.
 
== Armamenti ==