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== Storia ==
{{vedi anche|Storia della Polonia|Presidenti della Polonia|Primi ministri della Polonia}}
[[File:Polska 992 - 1025.png|miniatura|Polonia [[992]]-[[1025]]]]
 
[[File:Rzeczpospolita.png|miniatura|La [[Confederazione polacco-lituana]] al suo apice (metà del XVII secolo)]]
 
{{Citazione|La Polonia è avversata da due gravi svantaggi naturali: da una parte la sua posizione geografica, che è quanto mai infelice; e dall'altra la contiguità con i suoi colleghi slavi di Russia.|[[Hendrik Willem van Loon]]}}
[[File:Polska 992 - 1025-es.pngsvg|miniatura|left|Polonia [[992]]-[[1025]], durante il regno di [[Boleslao I di Polonia|Boleslao il Coraggioso]].]]
Il paese fu abitato inizialmente dai [[Celti]] nella [[Slesia]] e nella Polonia occidentale tra il IV e il I secolo a.C., quando comparvero anche i [[Germani]]. A partire dal V e VI secolo d.C. entrambi i popoli vennero assorbiti dalle [[slavi occidentali|popolazioni slave occidentali]]<ref>{{Treccani|polonia|accesso=4 giugno 2015}}</ref>. Tuttavia l'antico Regno polacco cominciò a prendere una [[unità nazionale|forma unitaria]] solo nella metà del [[X secolo]], sotto la dinastia dei [[Piast]], e per la precisione sotto [[Miecislao I di Polonia|Mieszko (Miecislao I)]]. Infatti risulta che nel 966, dopo aver riunito intorno alla rocca di [[Gniezno]] una prima rudimentale comunità nazionale, qui si scelse anche la bandiera che ancora oggi è quella della Repubblica di Polonia, un'aquila d'argento (di colore bianco) su sfondo rosso. Secondo la leggenda si scelse questo tema a causa del ritrovamento di un nido di aquilotti durante i lavori di costruzione della città di Gniezno.
Miecislao si convertì successivamente al cristianesimo, secondo alcuni per compiacere sua moglie, una principessa Boema, ma sicuramente anche per godere della protezione della Chiesa ed evitare la colonizzazione germanica.
 
[[File:Bacciarelli - Chrobry.jpeg|thumb|right|170px|[[Boleslao I di Polonia|Boleslao I]], il primo re di Polonia e figlio del duca [[Miecislao I di Polonia|Miecislao]]]]
 
Nel [[XII secolo]] la Polonia si frammentò in molti piccoli stati, che nel [[1241]] vennero depredati dalle armate [[Mongoli|Mongole]] dell'[[Orda d'Oro]].
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=== La spartizione e la sottomissione allo straniero ===
[[File:Rzeczpospolita.png|miniatura|left|La [[Confederazione polacco-lituana]] al suo apice (metà del XVII secolo)]]
Nei successivi 80 anni, l'elettività del sovrano e il principio del liberum veto nella [[Camera dei deputati della Polonia]] provocarono lo svanire del potere centrale ed il raggiungimento di un punto morto nelle istituzioni, indebolirono la nazione, e portarono alla sottomissione da parte di [[Austria]], [[Prussia]] e [[Russia]].
 
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Il processo di riforme causò un intervento esterno e una serie di [[spartizioni della Polonia]] fra i tre imperi di [[Austria]], [[Russia]] e [[Prussia]] nel [[1772]], [[1793]] e [[1795]]; al termine, la Polonia venne completamente cancellata dalle carte geografiche.
I polacchi risentirono la mancanza di libertà e più volte si ribellarono contro gli oppressori (''vedi'' [[Elenco delle ribellioni polacche]]).
 
[[File:Sigismund III of Poland-Lithuania and Sweden (Martin Kober).jpg|thumb|right|170px|[[Sigismondo III]], re di Polonia e [[Svezia]]. Durante il suo regno la Polonia si estendeva per oltre un milione di chilometri quadrati. Trasferì la capitale da [[Cracovia]] a [[Varsavia]] nel 1596]]
 
[[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] creò uno Stato dipendente dalla [[Francia]] in territorio polacco, il [[Granducato di Varsavia]], governato da [[Federico Augusto I, Re di Sassonia|Federico Augusto I di Sassonia]].
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=== Il periodo comunista ===
 
[[File:Curzon line en.svg|sinistra|miniatura|[[Linea Curzon]], che definisce i territori polacchi orientali annessi dall'[[Unione Sovietica]] dopo il 1945 e gli ex territori tedeschi annessi alla Polonia.]]
 
Dopo la guerra, le frontiere della Polonia vennero spinte ad Ovest; il confine est alla [[linea Curzon]], avallando le pretese sovietiche, e il confine ovest alla [[linea Oder-Neisse]] per circa {{M|200|k|m}}. Dopo lo spostamento, la Polonia perse ad est {{M|188 000|k|m2}} (15 milioni di abitanti) a favore dell'Unione Sovietica e guadagnò 122&nbsp;000&nbsp;km² a spese della Germania. Lo [[Cambiamenti territoriali della Polonia dopo la seconda guerra mondiale|spostamento delle frontiere]] causò anche la migrazione verso ovest di milioni di persone, polacchi e tedeschi in fuga dai territori amputati dai rispettivi paesi ed ucraini trasportati a ripopolare le terre conquistate.
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=== La democrazia ===
[[File:Fotel Prezydenta w Sali Posiedzeń Sejmu.JPG|thumb|right|Sede del [[Presidente della Polonia]] nel Parlamento polacco ([[Sejm]])]]
"[[Solidarność]]" per quanto non riconosciuto dal regime, continuò le sue attività sotterraneamente e col tempo erose il dominio del [[partito comunista]]; nel [[1989]] vinse le [[elezioni parlamentari in Polonia del 1989|elezioni parlamentari]] (vedi [[Rivoluzioni del 1989]]) e nel [[1990]] [[Lech Wałęsa]] divenne il primo presidente eletto. Vennero riconosciuti diversi diritti civili e umani, tra cui la libertà di parola e la democrazia. Tuttavia, il sistema politico era instabile: ci furono elezioni nel [[elezioni parlamentari in Polonia del 1991|1991]], nelle quali nessun partito ottenne più del 15% dei voti o dei seggi, e nel [[elezioni parlamentari in Polonia del 1993|1993]], in cui si affermarono l'[[Alleanza della Sinistra Democratica]] (SLD, post-comunista) e il [[Partito Popolare Polacco]] (PSL), ma senza che nessuno dei due ottenesse la maggioranza assoluta.
 
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Nel 1995 il socialdemocratico [[Aleksander Kwaśniewski]] (SLD) sconfisse al ballottaggio [[Lech Wałęsa]] e gli succedette come presidente, venendo confermato nel [[2000]]. Nel frattempo, la coalizione tra SLD e PSL veniva bocciata dagli elettori nel [[elezioni parlamentari in Polonia del 1997|1997]] ma riconfermata nel [[elezioni parlamentari in Polonia del 2001|2001]], nelle quali comparvero due nuove formazioni di destra, la nazionalista [[Diritto e Giustizia]] (PiS) e la conservatrice [[Piattaforma Civica]] (PO).
 
[[File:Donald Tusk (cropped).jpg|thumb|left|170px|[[Donald Tusk]], primo ministro polacco dal 2007 al 2014. Dal 2014 è [[Presidente del Consiglio europeo]]]]
 
All'interno del programma di espansione della [[NATO]] verso Est, la Polonia fu annessa il 12 marzo [[1999]]. L'8 giugno [[2003]] il 77,4% dei polacchi in un [[referendum]] approvò l'adesione all'[[Unione europea]], cui seguì nella primavera del [[2004]] la partecipazione all'elezione del [[Parlamento europeo]].