Gioachino Rossini: differenze tra le versioni
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A [[Pesaro]] viene organizzato annualmente il [[Rossini Opera Festival]]: appassionati da tutto il mondo giungono appositamente per ascoltare opere del maestro che sono eseguite utilizzando le edizioni critiche delle partiture.
== Le ''ricette'' del Rossini ''bon vivant'' ==
Alcune delle frasi che gli vengono attribuite e che, per questo aspetto, meglio lo definiscono sono ''l'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore''. ''Non conosco'' – era solito aggiungere – ''un lavoro migliore del mangiare''; ''Per mangiare un tacchino dobbiamo essere almeno in due: io e il tacchino''; ''Mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell'opera comica che è la vita''.
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Nel libro "Con sette note", di Edoardo Mottini, è scritto che un ammiratore – vedendolo così allegro e pacifico – chiese al maestro se egli non avesse mai pianto in vita sua: "Sì", gli rispose Rossini, "una sera, in barca, sul [[lago di Como]]. Si stava per cenare e io maneggiavo uno stupendo tacchino farcito di tartufi. Quella volta ho pianto proprio di gusto: il tacchino mi è sfuggito ed è caduto nel lago!".
Della passione culinaria di Rossini restano varie ricette, nelle quali compare sempre il ''tartufo d'Alba'', o forse, meglio, di [[Acqualagna]], viste le origini del Maestro, e, tra queste, i ''Maccheroni alla Rossini'', ripassati in padella col tartufo,<ref>{{cita web|url=http://la1.rsi.ch/piattoforte/index.cfm?scheda=11714|titolo=RSI - piattoforte - Maccheroni alla Rossini|accesso=16 marzo 2014}}</ref> e i ''tournedos alla Rossini'', cuori di filetto di manzo cucinati al sangue, poi coperti con [[foie gras]] e guarniti col
== Stile == Lo stile di Rossini è caratterizzato innanzitutto dall'estrema brillantezza ritmica. Molte delle sue pagine più note sono caratterizzate da una sorta di frenesia che segna uno stacco netto rispetto allo stile degli operisti del Settecento, dai quali pure egli ricavò stilemi e convenzioni formali. La meccanicità di alcuni procedimenti, tra cui il famoso «[[crescendo]] rossiniano», donano alla sua musica un tratto surreale, quando non addirittura folle, che si combina perfettamente con il teatro comico, ma offre esiti altrettanto interessanti, e originali, a contatto con soggetti tragici. La sua musica è eminentemente [[Belcanto|belcantistica]]. Oltre a tale frenesia ritmica, bisogna poi ricordare la fresca invenzione melodica, la cura per l'orchestrazione e l'attenzione per i particolari armonici (cosa che indusse i suoi compagni di liceo a chiamarlo "Tedeschino"), unite ad una straordinaria politezza di segno e ad una strumentazione chiara e luminosa nelle opere buffe, malinconica e inquietante nelle opere serie.
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