Storia del fascismo italiano: differenze tra le versioni

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=== La repressione e i rapporti con la camorra ===
{{vedi anche|Camorra newyorkese|Pasquale Simonetti|Assunta MarescaeMaresca|Camorra}}
Mussolini sottovalutò il fenomeno camorristico, tanto che concesse la grazia a molti dei camorristi condannati a Viterbo, {{CN|sicuro che nel nuovo assetto dittatoriale questi non avrebbero costituito più un pericolo.}}
Molti delinquenti diventarono squadristi entrando a far parte delle squadre fasciste ed ebbero in cambio il silenzio sul loro passato.<ref>Enzo Ciconte, Storia criminale. La resistibile ascesa di mafia, 'ndrangheta e camorra, dall'Ottocento ai giorni nostri, Rubbettino Editore, 2008.</ref>. Nel 1921, proliferano i sindacati padronali da contrapporre a quelli operai.Il fascismo usa una tattica abile. Usa i camorristi per reprimere la delinquenza, con il miraggio di cancellare loro i reati e assicurare impieghi. In molti si prestano a questo disegno.<ref name="ReferenceA" />. E, naturalmente, per animarli, servono squadre armate pronte a tutto, che non hanno nulla da perdere. Il primo sindacato padronale è quello dei camerieri. Nasce con l'appoggio di Guido Scaletti, piccolo camorrista della zona dei Quartieri Spagnoli.<ref name="ReferenceA">{{cita libro |titolo=La Camorra e le sue storie |autore=Gigi Di Fiore |editore=UTET |anno=2016 |isbn=978-88-511-3764-9}}</ref>Arturo Cocco, ad esempio, camorrista del quartiere Sanità aveva fiutato il vento e si era gettato tra le braccia del regime. Il suo ascendente nella sua zona d'origine poteva ben servire a controllare che tutto andasse a dovere e la polizia si avvantaggiava dei servigi di Cocco<ref name="ReferenceA"/>.Un altro guappo violento, Marco Buonocuore, sparò a un operaio antifascista e ottenne buoni incarichi pubblici. L'iscrizione al Partito Fascista era comunque agevolata, senza tener conto della fedina penale<ref name="ReferenceA"/>. Al quartiere Sanità, Salvatore Cinicola, detto ''macchiudella'' con un passato da guappo, fu ben lieto, in cambio di favori e onori, di diventare informatore della polizia, facendo, come amava ripetere da ''veleno della malavita''. Il 25 luglio del 1943, con la caduta di "Mussolini", la gente del quartiere tentò di linciarlo. Fu proprio Luigi Campoluongo a salvarlo. La vita gli fu risparmiata, ma la gente lo costrinse comunque a girare per via dei Vergini tutto imbrattato di sterco<ref name="ReferenceA"/>. Anche a Bagnoli ci furono personaggi violenti impegnati a tenere a freno gli operai dell'Ilva(poi Italsider): i fratelli Vittorio e Armando Aubry<ref name="ReferenceA"/>. In cambio, fino al 1935, ottennero l'appalto delle operazioni di carico e scarico ai pontili della fabbrica. Un controllo che consentiva anche buoni guadagni con il contrabbando, che passava attraverso quella piattaforma. Poi, cominciò la stretta del regime. La mano ferma contro la criminalità, che agli inizi era servita al fascismo per affermarsi. Centinaia di delinquenti, piccoli e grandi, vennero inviati al confino. L'obiettivo era duplice: arrestare i camorristi scomodi,restii ai patti con la polizia: dare all'opinione pubblica dimostrazione di una mano ferma contro la criminalità, legando ancora di più al regime i delinquenti più morbidi<ref name="ReferenceA"/>. Scrive Paolo Ricci:''"La camorra aveva riacquistato parte nella sua consistenza nel marasma del dopoguerra. Tuttavia essa non aderì in un primo momento che in minima parte all'invito dei fascisti.[...] Fu un periodo confuso, in cui in certi quartieri ( ad esempio ai Vergini) la camorra (o quello che rimaneva , trasformata, adattata ai nuovi tempi, di essa) si alleò con il popolo nella lotta contro le squadracce d'azione e in altri quartieri,specie in quelli di periferia, invece, i guappi facevano parte delle squadre di azione [...] Nelle fabbriche i padroni e i dirigenti puntavano sui guappi per spezzare l'unità operaia<ref name="ReferenceA"/>.