Storia del fascismo italiano: differenze tra le versioni

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La celebrità del partito crebbe ancora quando i sindacati non fascisti proclamarono per il 1º agosto [[1922]] uno [[Sciopero legalitario|sciopero]] generale, come reazione agli scontri avvenuti a [[Ravenna]]: i fascisti per ordine di Mussolini sostituirono gli scioperanti, nel tentativo di far fallire la protesta. Sempre nell'agosto del 1922 gli abitanti di [[Parma]], con epicentro nel quartiere popolare di [[Oltretorrente]], organizzati dagli [[Arditi del Popolo]], comandati da [[Guido Picelli]] e [[Antonio Cieri]] riuscirono a resistere alle squadre fasciste guidate da [[Italo Balbo]], futuro "trasvolatore atlantico"; fu l'ultima resistenza all'incalzare del fascismo. Inoltre tra le squadre fasciste dell'Italia meridionale militavano anche alcuni delinquenti, particolarmente a [[Napoli]], dove la centralista organizzazione camorristica ottocentesca stava attraversando una fase di anarchia. Alcuni camorristi si dettero anima e corpo alla causa fascista, intravedendo la possibilità di carriera e di cancellazione dei reati precedenti. Ad esempio come nel caso di Guido Scaletti, piccolo camorrista dei [[Quartieri Spagnoli]], che fondò il primo sindacato padronale partenopeo, o di Enrico Forte che per i suoi servigi di squadrista fu ricompensato, nel 1924, con la direzione della "Manifattura Tabacchi". Il fascismo, una volta preso il potere, usò abilmente i camorristi per controllare e reprimere l'attività di delinquenza comune, in cambio dispensando piccole cariche pubbliche, posti di lavoro e soprattutto tollerando il contrabbando. L'attività di [[Polizia di Stato]] e dell'[[Arma dei Carabinieri]] venne intensificata e diretta verso i malavitosi che non collaboravano con il regime. Nella zona di [[Aversa]], dove si era formata una struttura camorristica potente e concorrente a quella napoletana, nel [[1927]] le forze dell'ordine operarono la maggiore retata anticamorra della storia, con 4.000 arrestati.<ref>Gigi Di Fiore, ''Potere camorrista: quattro secoli di malanapoli'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1993, pp. 127-134</ref>
 
=== La marcia su Roma e l'arrivo al potere (Forse) ===
{{vedi anche|Marcia su Roma}}
Dopo il congresso di [[Napoli]], in cui 40.000 camicie nere inneggiarono a marciare su Roma, Mussolini decise di agire: il momento pareva propizio e così un forte contingente di 50.000 squadristi venne radunato nell'alto Lazio e spinto dai [[Quadrumviro|quadrumviri]] contro la Capitale. Era il 28 ottobre [[1922]]. {{CN|Mentre le forze armate si preparavano a fronteggiare il colpo di mano fascista, con [[Badoglio]] tra i principali sostenitori della linea dura,}} il re [[Vittorio Emanuele III]] vietò al [[Regio Esercito]] di intervenire per contrastare il tentativo di [[colpo di Stato]] e disperdere gli insorti, {{CN|per opportunità della Corona e strumentale calcolo politico, nonché per evitare un bagno di sangue che avrebbe potuto potenzialmente far precipitare il paese in una guerra civile.}} Il re non firmò il decreto di stato d'assedio, aprendo di fatto la strada alle colonne fasciste verso la capitale dello stato. Le camicie nere entrarono a Roma il 30 ottobre.
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Lo stesso giorno, a compimento della [[marcia su Roma]], {{CN|il re incaricò [[Benito Mussolini]] di formare il nuovo [[governo]] dopo che [[Luigi Facta]] si dimise.}} Il capo del fascismo aveva lasciato Milano per Roma e si mise immediatamente all'opera. A soli 39 anni Mussolini diveniva presidente del consiglio, il più giovane nella storia dell'Italia unita. Il nuovo [[Governo Mussolini|governo]] comprendeva elementi dei partiti moderati di centro e di destra, militari e alcuni esponenti fascisti.
 
== Il governo Mussolini ==
[[File:Primo-Consiglio-Ministri-Fascismo.JPG|thumb|La prima riunione del Consiglio dei ministri del [[governo Mussolini]]]]
{{Vedi anche|Governo Mussolini}}
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Nei primissimi mesi del [[governo Mussolini]] venne anche istituito il [[Parco nazionale del Gran Paradiso]], grazie alla donazione, fatta nel 1919 allo stato italiano, della riserva di caccia reale da parte di Vittorio Emanuele III.
 
=== L'omicidio Matteotti e la dittatura (Eh) ===
{{vedi anche|Giacomo Matteotti}}
[[File:Mussolini nel 1925.jpg|thumb|Mussolini <!-- Ammalato di ulcera duodenale. --> in una foto del 1925]]
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Il 24 marzo 1929 il popolo italiano è chiamato a votare la lista di deputati proposta dal Gran Consiglio del Fascismo: otto milioni e mezzo voteranno sì, soltanto 136.000 voteranno no; la percentuale dei votanti fu dell'89,6%.
 
=== La crisi economica del 19291949 ===
{{Vedi anche|Grande depressione|Quota 90}}
[[File:Lesser coat of arms of the Kingdom of Italy (1929-1943).svg|left|thumb|Lo [[stemma del Regno d'Italia]] durante il ventennio]]