Anfione: differenze tra le versioni

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Antiope fu cacciata dal padre Nitteo, quando questi conobbe della gravidanza della figlia così si rifugiò allora a [[Sicione]], presso lo zio [[Lico (figlio di Ireo)|Lico]], dove fu trattata da prigioniera. Qui la ragazza diede alla luce due gemelli, Anfione e [[Zeto]] e quando Lico ne venne a conoscenza, ordinò che questi venissero abbandonati sul [[Monte Citerone]] dove li trovò un pastore che e li prese con sé<ref>Apollodoro, Biblioteca'', III 5, 5, 43.</ref>. Antiope fu quindi riportata nella [[Cadmea]], l'antica [[rocca (fortificazione)|rocca]] di [[Tebe (Grecia)|Tebe]], dove Lico e sua moglie, [[Dirce]], avevano occupato il trono lasciato vacante dalla morte di Nitteo. Anche qui Antiope fu trattata da schiava, ma riuscì a fuggire e ritornare dai suoi figli.
 
Divenuti adulti, i figli decisero di vendicare la madre e uccisero Lico. Poi attaccarono Dirce ad un toro, che la trascinò via uccidendola<ref>Apollodoro, Biblioteca'', III 5, 5, 43-44.</ref>. I fratelli divennero i nuovi re di Tebe, ma fu Anfione il vero governatore della città. Essi fondarono anche le mura della città, che fino ad allora aveva solo una rocca, detta Cadmea: Zeto portava le pietre, Anfione le sistemava grazie al suono magico della sua lira. Secondo la leggenda costruì con la musica le mura di Tebe, sia per la capacità di incantare gli animali selvaggi, sia per il potere ordinatore che costringeva i massi a prendere spontaneamente il loro posto nelle mura di una città. Anfione e Zeto governarono in accordo le due città. Anfione sposò [[Niobe]], figlia di [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]], ma quando ella si insuperbì fu punita dai neonati [[Artemide]] ed [[Apollo]], figli di [[Latona]] (della quale, sentendosi superiore, volle impedire alle donne Tebanetebane il culto). A seguito della strage della sua prole, Anfione si suicidò, mentre [[Niobe]] fu mutata in sasso, impietrita dal dolore, per poi essere trasportata in Frigia sul monte Sipilo, dove ancora non cessa di piangere.<ref>Cfr. Felice Ramorino,Mitologia classica illustrata,Milano,U. Hoepli</ref>
 
== Note ==