Tamerlano: differenze tra le versioni

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[[File:Timur_Empire.jpg|miniatura|destra|Estensione dell'impero di Tamerlano (1395) prima delle ultime campagne in Russia (Orda d'Oro), India, Siria e Turchia ]]
Figlio del capo della tribù turco-mongola dei [[Barlas|Barlas]], stanziatasi nel [[Khanato Chagatai]] in seguito all'invasione mongola del secolo precedente, si considerava un discendente della stirpe di [[Gengis Khan]] (come sta scritto sulla sua tomba a Samarcanda) e aspirava a riedificarne l'[[impero mongolo|impero]].
 
Giudicato un genio dell'arte militare, aveva la capacità di tenere in pugno un esercito sterminato, composto da cavalieri nomadi provenienti dai quattro angoli dell'Asia (turco-mongoli chagatay, mongoli, [[tatari]], [[turkmeni|turcomanni]], [[persiani]] e persino, infine, [[india]]ni con i loro [[elefante indiano|elefanti]]) e di condurli di vittoria in vittoria in alcune delle più grandi battaglie del medioevo.
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=== Conflitto con l'Orda d'Oro e conquista dell'Iran ===
[[File:Cristofano dell'altissimo, tamerlano, ante 1568.JPG|miniatura|Ritratto di Tamerlano nella [[serie Gioviana]].]]
Durante i tre decenni successivi Tamerlano condusse campagne militari in tutte le direzioni, con metodi travolgenti e spesso spietati. Il primo passo fu sconfiggere i Khan mongoli del Moghulistan con una serie di campagne invernali che ne distrussero la capacità di condurre offensive. In seguito uno dei suoi più formidabili avversari fu [[Toktamish|Toktamish Khan]] dell'[[Orda d'Oro]], che dominava i territori corrispondenti all'[[Ucraina]], alla regione di [[Mosca (Russia)|Mosca]] e [[Kazan]], e al [[Kazakistan|Khazakhstan]]. La guerra fra Tamerlano e Toktamish durò per ben tredici anni, dal 1386 fino alla sconfitta definitiva di quest'ultimo nel 1399. Toktamish era un discendente diretto dalla linea primogenita di Gengis Khan (Joci e quindi Batu). che aveva dovuto fuggire esule giovanissimo dalla sua terra per aver tentato di recuperare la sovranità sul [[khanato dell'Orda d'Oro]]. Era stato accolto da Tamerlano, che gli aveva fornito le forze necessarie per la conquista del suo dominio. Una volta sconfitti i Khan dell'Orda Bianca e divenuto signore del [[Kipchak]] orientale (grosso modo corrispondente all'odierno Kazakistan), fu incoraggiato da Tamerlano a proseguire le sue conquiste verso occidente. L'Emiro gli fornì di nuovo l'assistenza militare necessaria per attaccare l'Orda Blu nell'odierna Russia europea, e quindi riunificare il Khanato occidentale rifondando l'Orda d'Oro. Il giovane guerriero arrivò addirittura a prendere [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel [[1382|1382.]]. Toktamish era in seguito venuto una prima volta in contrasto con Tamerlano per il possesso della [[Impero corasmio|Corasmia]] (la regione dove l'Amu Darya sfocia nel lago d'Aral) e dell'[[Azerbaigian]]. Qui fu sconfitto una prima volta da Tamerlano, che ne distrusse l'esercito nel 1386. Nell'anno successivo Toktamish riprese la guerra contro Tamerlano, tentando l'invasione della Corasmia dal nord. I resoconti su questa seconda campagna della guerra di Toktamish contro Tamerlano non sono molto chiari. Di certo la campagna dei Tatari dell'Orda d'oro fallì anche in questo caso, forse anche a causa di tempeste di neve.
 
Tamerlano in precedenza aveva iniziato la conquista militare della [[Persia]], dove, dopo la morte dell'ultimo Īlkhān (sovrano mongolo discendente da Gengis Khan tramite il nipote [[Hulegu]]), [[Abu Sa'id|Abū Saʿīd]], nel 1335, il regno era stato suddiviso in un mosaico di potentati: [[Muzaffaridi]], [[Kartidi]], [[Eretnidi]], [[Chubanidi]], [[Injuidi]], [[Jalayiridi]] e Sarbadar. L'Ilkhanato di Persia comprendeva le regioni degli attuali Iran, Afghanistan, Iraq, e Azerbaigian, oltre alla regione della [[Impero corasmio|Corasmia]], con le città di Urghenč e Khiwa, già conquistata da Tamerlano. La conquista della Persia cominciò nel 1383, dopo la resa di [[Khoja|Khwāja]] Masʿūd, della dinastia Sarbadar. La campagna proseguì nella regione orientale del [[Khorasan]] (oggi Afghanistan) e in particolare dalle grandi città di Balkh e di [[Herat]], capitale della dinastia Kartide. Al rifiuto di arrendersi la città fu ridotta in macerie e la maggior parte dei cittadini furono massacrati.