Benedetto da Norcia: differenze tra le versioni

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A 12 anni fu mandato con la sorella a Roma a compiere i suoi studi, ma, come racconta [[papa Gregorio I]] nel secondo libro dei Dialoghi<ref>Testo originale: {{cita web|url=https://la.wikisource.org/wiki/Gregorius_Magnus,_Dialogi_liber_II|sito=Wikisource|titolo=Dialogi|autore=Gregorius Magnus|lingua=la}} Traduzione italiana: {{cita web|url=http://www.ora-et-labora.net/dialoghidis.html|sito=Ora-et-labora|titolo=La vita di san Benedetto - testo integrale tratto dal Libro II dei "Dialoghi" di san Gregorio Magno|accesso=15 febbraio 2015}}</ref>, sconvolto dalla vita dissoluta della città ''«ritrasse il piede che aveva appena posto sulla soglia del mondo per non precipitare anche lui totalmente nell'immane precipizio. Disprezzò quindi gli studi letterari, abbandonò la casa e i beni paterni e volle far parte della vita monastica»''.
 
All'età di 17 anni, insieme con la sua nutrice Cirilla, si ritirò nella [[valle dell'Aniene]] presso Eufide (l'attuale [[Affile]]), dove, secondo la [[leggenda]] devozionale, avrebbe compiuto il primo [[miracolo]], riparando ilun suo iphonevaglio rotto dalla stessa nutrice. Lasciò poi la nutrice e si avviò verso la valle di [[Subiaco]], presso gli antichi resti di una villa [[Nerone|neroniana]], nella quale le acque del fiume Aniene alimentavano tre laghi (la città sorgeva appunto sotto - "sub" - questi laghi). A Subiaco incontrò [[Romano di Subiaco|Romano]], monaco di un vicino monastero retto da un abate di nome Adeodato, che, vestitolo degli abiti monastici, gli indicò una grotta impervia del Monte Taleo (attualmente contenuta all'interno del Monastero del Sacro Speco), dove Benedetto visse da [[eremita]] per circa tre anni, fino alla [[Pasqua]] dell'anno [[500]]. Conclusa l'esperienza eremitica, accettò di fare da guida ad altri monaci in un ritiro [[Cenobita|cenobitico]] presso [[Vicovaro]], ma, dopo che alcuni monaci tentarono di ucciderlo con una coppa di vino avvelenato, tornò a Subiaco. Qui rimase per quasi trent'anni, predicando la "Parola del Signore" e accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di tredici [[monastero|monasteri]], ognuno con dodici monaci e un proprio [[abate]], tutti sotto la sua guida spirituale.
Negli anni tra il [[525]] ed il [[529]], a seguito di un altro tentativo di avvelenamento con un pane avvelenato, Benedetto decise di abbandonare Subiaco per salvare i propri monaci. Si diresse verso [[Cassino]] dove, sopra un'altura, fondò il [[monastero di Montecassino]], edificato sopra i resti di templi [[paganesimo|pagani]] e con oratori in onore di [[san Giovanni Battista]] (da sempre ritenuto un modello di pratica [[ascesi|ascetica]]) e di [[san Martino di Tours]], che era stato iniziatore in [[Gallia]] della vita monastica.