Guardiagrele: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Guardiagrele, la città di pietra, risplendeva al sereno di maggio. Un vento fresco agitava le erbe su le grondaie. [[Duomo di Guardiagrele|Santa Maria Maggiore]] aveva per tutte le fenditure, dalla base al fastigio, certe pianticelle delicate, fiorite di fiori violetti, innumerevoli cosicché l'antichissimo Duomo sorgeva nell'aria cerulea tutto coperto di fiori marmorei e di fiori vivi.|[[Gabriele D'Annunzio]] ne ''[[Il trionfo della morte]]''<ref>{{cita web|url=http://www.liberliber.it/biblioteca/d/d_annunzio/il_trionfo_della_morte/pdf/d_annunzio_il_trionfo_della_morte.pdf|titolo=Il trionfo della morte|editore=liberliber.it|accesso=21 luglio 2010|urlmorto=sì}}</ref>}}
 
Nel campo della storia, importante è il contributo di Francesco Paolo Ranieri (1842-99), il quale raccolse un volume di memorie storiche sulla città, pubblicato nel 1926 dalla tipografia "F. Masciangelo" di Lanciano, col titolo ''Guardiagrele. Memorie e monumenti''. Le rovine della sua casa, distrutta in gran parte dai bombardamenti del 1943, si trova su via Roma, con targa commemorativa. Dal punto di vista letterario, indubbia è la fama del poeta dialettale [[Modesto Della Porta]] (1885-1938), nato al n. 18 di via Cavalieri (oggi reintitolata a suo nome, nella parte a nord dopo Piazza Santa Maria Maggiore). Di professione sarto, si dilettava a frequentare osterie, a conversare con il volgo basso del paese, e a comporre appunto poesie incentrate su momenti e bozzetti di vita locale paesana. Dato il suo semi-analfabetismo culturale per aver lasciato preso la scuola, Modesto rimase confinato nel panorama culturale guardiese per tutta la vita, sino alla prematura morte. Dopo aver pubblicato la raccolta di poesia ''Ta-Pu'' (Carabba editrice, Lanciano, 1933), rifacendosi al suono rozzo del trombone, che accompagnava spesso la recitazione dei suoi componimenti. L'opera di Modesto Della Porta rappresenta in chiave filosofico-umoristica la realtà del suo tempo, in maniera spesso rude e cruda, con la semplicità e la genuinità dialettale del popolo, che evita ragionamento astrusi, e riesce a far riflettere il lettore sul dolore e la miseria popolare, servendosi tuttavia delle battute di spirito e del sorriso. ''Ta-Pu'' fu iniziato nel 1920, e poi pubblicato presso l'editore "Rocco Carabba" di Lanciano, una delle case editrici più influenti e competitive dell'Abruzzo, fondata nel 1879, e si tratta di una sorta di canzoniere dialettale, in cui il protagonista è un umile suonatore di trombone della banda civica, che compiva i giri anche di altri paesi in occasioni di feste, non soltanto per ragioni economiche, ma anche per passione.
La città di Guardiagrele è stata scelta da [[Gabriele d'Annunzio]] come prima ambientazione abruzzese del suo romanzo ‘'[[Il trionfo della morte]]'’, seguita da [[Fossacesia]], [[Casalbordino]] e [[San Vito Chietino]]. Nella città montana, il protagonista del romanzo dannunziano, Giorgio Aurispa, si reca per una questione della sua nobile famiglia. Infatti il padre di Giorgio amministra i beni della ricca famiglia senza interesse, e pensa solo a sé stesso e all'amante, lasciando gli altri figli e la moglie nella disperazione. Giorgio nella città trova conforto solo nella sua artisticità e negli antichi palazzi medievali, in particolare il complesso della [[Duomo di Guardiagrele|Cattedrale di Santa Maria Maggiore]]. Giorgio contempla lo stato miserevole dei paesani di Guardiagrele, avvolti nella povertà e nelle loro superstizioni contro il male e la cattiva sorte, e trova rifugio solo nella solenne e potente massa della [[Majella]], che sorveglia la piccola città sul colle. Giorgio non ritornerà più a Guardiagrele, e lascerà la sua famiglia in malora, essendo troppo debole per risollevare le sorti dei parenti corrotti, e andrà al mare, con la sua amante Ippolita, ad affittare una riviera a San Vito.
 
La città di Guardiagrele è stata scelta da [[Gabriele d'Annunzio]] come prima ambientazione abruzzese del suo romanzo ‘'[[Il trionfo della morte]]'’ (1894), seguita da [[Fossacesia]], [[Casalbordino]] e [[San Vito Chietino]]. Nella città montana, il protagonista del romanzo dannunziano, Giorgio Aurispa nobile guardiese (l'autore inserisce l'immaginario stemma nobiliare nella grande lastra sul fianco sud del Duomo), si reca per una questione della sua nobile famiglia. Infatti il padre di Giorgio amministra i beni della ricca famiglia senza interesse, e pensa solo a sé stesso e all'amante, lasciando gli altri figli e la moglie nella disperazione. Giorgio nella città trova conforto solo nella sua artisticità e negli antichi palazzi medievali, in particolare il complesso della [[Duomo di Guardiagrele|Cattedrale di Santa Maria Maggiore]]. Giorgio contempla lo stato miserevole dei paesani di Guardiagrele, avvolti nella povertà e nelle loro superstizioni contro il male e la cattiva sorte, e trova rifugio solo nella solenne e potente massa della [[Majella]], che sorveglia la piccola città sul colle. Giorgio non ritornerà più a Guardiagrele, e lascerà la sua famiglia in malora, essendo troppo debole per risollevare le sorti dei parenti corrotti, e andrà al mare, con la sua amante Ippolita, ad affittare una riviera a San Vito.
 
== Geografia antropica ==