Il gatto nero (racconto): differenze tra le versioni
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Il narratore afferma di essere stato un uomo per bene e di aver avuto una grande passione per gli animali, condivisa anche da sua moglie, che non perdeva occasione di procurarsene molti: avevano uccelli, pesci rossi, un cane, conigli, una scimmietta e un gatto nero, di nome Plutone, che il proprietario amava particolarmente.
A causa dell'abuso di alcool, il carattere del padrone di casa cominciò a peggiorareː iniziò a picchiare sua moglie e a maltrattare gli animali, mantenendo però un certo riguardo per il gatto.
Una sera, dopo essere tornato a casa ubriaco, l'uomo notò che Plutone evitava la sua presenza, così lo afferrò e l'animale lo morse, facendolo infuriare, cosicché decise di cavargli un occhio con la lama di un temperino, pentendosi subito dopo del gesto avventato. Plutone, una volta guarito continuò ad evitare il contatto con il padrone, cosa che provocò ulteriormente le antipatie dell'uomo nei suoi confronti. La sola vista dell'animale finì per infastidirlo a tal punto che una mattina decise di liberarsi di lui impiccandolo a un ramo, ma cadde immediatamente in preda al rimorso. La stessa notte si svegliò mentre la casa andava a fuoco, riuscendo a stento a fuggire con la moglie e una domestica. Tutta l'abitazione era crollata, a parte un muro divisorio dove poggiava la testata del letto. Una folla si accalcò attorno alle macerie, e il protagonista incuriosito si avvicinò notando la figura di un gigantesco gatto con una corda al collo, scolpito in bassorilievo sul muro. Tormentato dal ricordo del felino, giunse persino a cercare un altro animale simile per sostituirlo.
Una notte, mentre giaceva intontito in una taverna, vide un gatto del tutto simile a Plutone, esclusa una macchia bianca indefinita sul petto. Decise di portarlo a casa, ma ben presto, a causa del rimorso, cominciò a provare per l'animale la stessa antipatia che aveva provato per il suo predecessore, soprattutto quando si accorse che anche a lui mancava un occhio. A poco a poco, si rese conto che la macchia sul petto della bestiola stava assumendo la forma di una forca, cosa che lo portò sull'orlo della follia. Un giorno, mentre scendeva le scale della cantina insieme a sua moglie, il gatto lo fece inciampare, portandolo all'esasperazioneː afferrata un
== Adattamenti cinematografici ==
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