Museo egizio (Torino): differenze tra le versioni

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== Storia ==
{{citazione|La strada per [[Menfi (Egitto)|Menfi]] e [[Tebe (Egitto)|Tebe]] passa da [[Torino]]|[[Jean-François Champollion]]<ref>{{cita web|url=http://www.museoegizio.it/pages/storia.jsp|titolo=Storia del Museo Egizio di Torino|accesso=11 novembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130221075010/http://www.museoegizio.it/pages/storia.jsp|dataarchivio=21 febbraio 2013}}</ref>}}
Nel 1759 un appassionato egittologo di Padova, [[Vitaliano Donati]], si recò in Egitto per effettuarvi [[Scavo (archeologia)|scavi]] e ritrovò vari reperti, che furono inviati a [[Torino]].<ref name="DeAgostini">AA.VV., ''Egittomania'', vol. II, p. 58</ref> All'inizio dell'[[IX secolo|'800]], all'indomani delle [[Campagna d'Egitto|campagne napoleoniche in Egitto]], in tutta Europa scoppiò una vera e propria moda per il [[collezionismo]] di [[Antiquariato|antichità]] egizie. [[Bernardino Drovetti]], piemontese, [[Agente consolare|console]] generale di [[Francia]] durante l'occupazione in Egitto, collezionò in questo periodo oltre 8&nbsp;000 pezzi tra statue, [[Sarcofago egizio|sarcofaghi]], [[Mummia|mummie]], [[Papiro|papiri]], amuleti e monili vari. Nel 1824 il re [[Carlo Felice di Savoia|Carlo Felice]] acquistò questa grande collezione per la cifra di 400.000 lire<ref name="DeAgostini" /> e unendovi altri reperti di antichità classiche di [[Casa Savoia]], tra cui la collezione Donati, diede vita al primo Museo Egizio del mondo.<ref>{{cita libro |autore=Touring Club Italiano | wkautore=Touring Club Italiano | editore=Touring Editore | anno=2004 | pp=62 | titolo=Torino e provincia - Guide d'Italia | ISBN=978-88-365-3010-6}}</ref>
 
Sul finire dell'Ottocento il direttore del museo, [[Ernesto Schiaparelli]], avviò nuove acquisizioni e si mise personalmente a condurre importanti campagne di scavi in Egitto. In questo modo, intorno agli [[Anni 1930|anni trenta]] del '900, la collezione arrivò a contare oltre 30&nbsp;000 pezzi in grado di testimoniare ed illustrare tutti i più importanti aspetti dell'Antico Egitto, dagli splendori delle arti agli oggetti comuni di uso quotidiano.<ref name="touring" />
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==Gestione==
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha conferito il 6 ottobre 2004 per trent’anni la gestione dei beni del Museo ad una apposita [[Fondazione (ente)|fondazione]], la "Fondazione museo delle antichità egizie", cui fanno parte la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il comune di Torino, la [[Compagnia di San Paolo]] e la Fondazione Cassa Risparmio Torino. In tal modo il Museo egizio viene gestito dalle istituzioni pubbliche locali e godendo dei finanziamenti delle [[Fondazione bancaria|fondazioni bancarie]], e di una maggiore autonomia gestionale. Primo presidente della fondazione è stato [[Alain Elkann]] <ref>[https://api.museoegizio.it/wp-content/uploads/2018/01/Atto-Costitutivo_low.pdf Atto costitutivo della fondazione]</ref>.
 
L'attuale presidente della fondazione è Evelina Christillin, indicata dal ministero, in carica dal 2012 <ref>[https://museoegizio.it/trasparenza/organizzazione/ La fondazione]</ref>
 
== Sede e attività ==