Poggibonsi: differenze tra le versioni

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Nonostante ciò, fin dal [[1300]], il Comune si era dato un proprio statuto mantenendo una certa autonomia con un capitano di parte [[Guelfi e Ghibellini|guelfa]], un Podestà, sei Governatori e un Consiglio Generale. Del [[1488]] è la fortezza del Poggio Imperiale, grandiosa opera militare testimone del passaggio dall'epoca delle [[Arma|armi bianche]] alla rivoluzione portata dalla [[Arma da fuoco|polvere da sparo]], con i primi bastioni della cinta muraria della città mai portata a compimento e della relativa fortezza, voluta da [[Lorenzo de' Medici|Lorenzo il Magnifico]] e costruita coi nascenti criteri della [[fortificazione alla moderna]] su disegno e sotto la direzione di [[Giuliano da Sangallo|Giuliano]] ed [[Antonio da Sangallo il Vecchio|Antonio da Sangallo]]. Questa non fu mai portata a termine in seguito alla definitiva sottomissione di [[Siena]] a [[Firenze]] e alla conseguente perdita ''de facto'' del valore strategico-militare della città di Poggibonsi.
 
Con la dominazione spagnola del [[XVII secolo|'600]] e il regno dei [[Asburgo Lorena|Lorena]] del [[XVIII secolo|secolo successivo]] iniziarono le prime forme di industrializzazione; l'occupazione francese dell'[[XIX secolo|'800]] ispirò in qualche modo una parvenza di idea rivoluzionaria che contribuì all'unificazione politica dell'[[Italia]] portando alla città un lieve benessere economico con [[Firenze]] capitale.
 
È comunque il [[XX secolo|'900]] che ha portato ad un significativo cambiamento alla città di Poggibonsi, dapprima con la nascita di un'intensa attività commerciale (basata sui [[vino|vini]] [[Chianti (vino)|Chianti)]] e con il consolidamento di svariate industrie; e poi con una completa ricostruzione urbanistica e strutturale che ha restituito un volto nuovo alla città dopo i bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]] che seminarono distruzione e morte, tanto da far conferire alla città la [[Città decorate al valor civile|medaglia di bronzo al valor civile]] dal presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]], il 26 luglio 1961.