Aleksandr Alechin: differenze tra le versioni

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Non c'è dubbio che Alechin si presentò a Buenos Aires dopo aver svolto una lunga e minuziosa preparazione su sé stesso e sulle caratteristiche del gioco del suo avversario. Pensava di aver individuato i suoi punti deboli, che espose in un articolo scritto dopo la conclusione del campionato: «Nel [[1925]] Capablanca dovette sopportare una delle maggiori delusioni della sua attività sportiva: nel Torneo di Mosca occupò a fatica il terzo posto e perdette due partite [...] le cause vanno cercate nella sua tendenza, sempre più accentuata, alla semplificazione della posizione, alla riduzione del gioco a pura tecnica, spegnendo quello spirito vivo che brillò nelle sue partite di [[San Sebastián]] ([[1911]]) e di [[San Pietroburgo]] ([[1914]]) [...] è assurdo considerare "macchina scacchistica" e "miglior campione di tutti i tempi" un giocatore cui in ogni partita si scoprono generalmente due o tre imprecisioni, per non dire errori evidenti».<ref>In A. Kotov, ''cit.'', pp. 61-63</ref> «Rilevato il limitato repertorio di aperture utilizzato abitualmente da Capablanca, ne indica la causa nel suo «istinto di conservazione» che lo porta a semplificare il gioco senza trarre alcun vantaggio dall'apertura».
 
«Nel medio gioco, Capablanca ha una rapidissima capacità di giudizio, cosicché se le sue scelte appaiono buone, tuttavia non sono sempre le migliori: la fiducia in sé stesso lo conduce a non approfondire e a non scoprire tutte le possibilità offerte dalla posizione».

Alechin sostiene che nemmeno nel finale - fase della partita nella quale il cubano si giudicava impeccabile - egli era insuperabile.
 
=== Sconfitta con Euwe, riconquista del titolo e morte ===