Maestà con i santi Francesco e Domenico: differenze tra le versioni

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==Storia==
L'opera faceva parte della collezione Hutton di [[Londra]], dove venne acquistata, con il ''[[trittico della Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo]]'' di [[Ugolino di Nerio]], da [[Alessandro Contini Bonacossi]], in un viaggio con [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]] e la moglie [[Vittoria Contini Bonacossi|Vittoria]]. Pare che fu proprio la donna a intuire il valore di «un quadro brutto e polveroso che poi si rivelò un Cimabue». Rimasta nella collezione personale del conte, venne poi ceduta dagli eredi allo Stato italiano ed esposta nella [[Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]].
 
Il dipinto aveva originariamente forma rettangolare anziché cuspidata ed è molto simile nell'impostazione alla ''[[Maestà di Santa Maria dei Servi]]'' a [[Bologna]]. [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]] (1948) assegnò l'opera sicuramente a Cimabue, confermato da [[Ferdinando Bologna|Bologna]] (1960), mentre la maggior parte dei critici l'hanno ricondotto in seguito alla bottega. Tra questi Salvini (1956), Salmek Ludovici (1956), [[Carlo Ludovico Ragghianti|Ragghianti]] (1957), [[Bernard Berenson|Berenson]] e [[Mario Salmi|Salmi]].