Settimana rossa: differenze tra le versioni

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{{Citazione|... Lo scopo per cui ci eravamo mossi è raggiunto; raggiunto non è invece lo scopo ideale che inspira tutto il nostro movimento. Un comitato unitario rappresentante tutte le forze sovversive organizzerà e svilupperà le nostre azione avvenire. Ora torniamo tutti al lavoro, alle case, lieti del dovere compiuto, orgogliosi della minaccia che ci arde nel cuore. Dalla mezzanotte d'oggi - anche per disposizione delle organizzazioni centrali solo stasera ricevute - lo sciopero è sospeso!|dal comunicato della CGdL del 12-13 giugno 1914}}
 
Ciò frustrò gli intenti bellicosi ed insurrezionali di Mussolini che, sull'''Avanti!'' del 12 giugno 1914, non si paventò dall'accusare di fellonia i capi sindacali confederali, che facevano riferimento alla componente riformista del PSI, accusando: "''La Confederazione del Lavoro, nel far cessare lo sciopero, ha tradito il movimento rivoluzionario''".<ref>Cfr. [[Renzo De Felice]], "''Mussolini il rivoluzionario, 1883-1920''", Collana Biblioteca di cultura storica, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], [[Torino]], [[1965]].</ref> Tuttavia più tardi il futuro duce, a mente fredda, rivide almeno in parte il proprio giudizio, affermando che l'ordine di cessazione dello sciopero era stato sì un errore, ma non tale da potersi definire un tradimento<ref>cfr. "''Utopia''", Milano, nn. 9-10, 15-31 luglio 1914, riportato in [http://alfonsinemonamour.racine.ra.it/alfonsine/Alfonsine/giornali-sett_rossa.htm il sito dedicato alla storia del comune di [[Alfonsine]]]</ref>
 
Malatesta, a sua volta, incitò alla prosecuzione dell'insurrezione, ignorando gli ordini della C.G.d.L.<ref>[[Errico Malatesta]], «''Volontà''», n.23 del 13 giugno 1914, riportato in [http://ita.anarchopedia.org/Settimana_Rossa ''La Settimana Rossa''] su Anarcopedia, l'enciclopedia anarchica multilingue sul web.</ref>:
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Il giovane repubblicano anconitano [[Oddo Marinelli]] e l'anarchico [[Errico Malatesta]] riuscirono invece ad espatriare, il primo in [[Svizzera]], l'altro in [[Inghilterra]]<ref>A [[Londra]], dove trascorse tutto il periodo della [[prima guerra mondiale]].</ref>, sfuggendo quindi all'arresto<ref>cfr. Luca Frontini, ''La dimensione processuale'', in Marco Severini (a cura di), ''La Settimana rossa'', Aracne editore, Ariccia, 2014, pagg.107-117.</ref>..
 
Nenni fu detenuto nel carcere anconitano di Santa Palazia. Fu interrogato il 26 giugno<ref name = interr/> e riviato a giudizio il 20 agosto, avanti alla Corte d'Assise di Ancona. Il processo, spostato poi a [[L'Aquila]] per ''legitima suspicione'', si aprì il 19 novembre; Nenni rivendicò davanti ai giudizi la nobiltà delle sue idee: «Io credetti con [[Giuseppe Mazzini]] che la vita è missione e che noi siamo qui a collaborare alla lotta dell’umanità verso una società di liberi e di uguali»<ref>cfr. [http://alfonsinemonamour.racine.ra.it/alfonsine/Alfonsine/settimana_rossa_dove.htm il sito sulla storia di [[Alfonsine]]]</ref>.
Verrà poi amnistiato assieme a tutti gli altri imputati a seguito del provvedimento di clemenza reale promulgato il 30 dicembre, in occasione della nascita della principessa [[Maria Francesca di Savoia|Maria di Savoia]]<ref>R.D. n.1408 in ''Gazzetta Ufficiale del Regno'' del 30 dicembre 1914. Cfr. Pietro Nenni, ''Vento del Nord'', Einaudi, Torino, 1978, pag. LXII</ref>.