Storia di Colletorto: differenze tra le versioni

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[[File:Map of comune of Colletorto (province of Campobasso, region Molise, Italy).svg|thumb|Mappa dove è evidenziato il territorio attuale del comune di Colletorto nella provincia di Campobasso,]]
 
== FondazioneStoria ==
=== Fondazione ===
Le prime notizie che si hanno sull'abitato di [[Colletorto]] sono posteriori tutte al [[1273]] d.C. probabilmente sviluppato dopo il [[Terremoti in Italia nell'antichità e nel Medioevo|terremoto del 30 aprile 1279]] e sviluppatosi ulteriormente dopo altri terremoti che sconvolsero questa zona e tutta la zona della città di Larino e della sua diocesi negli anni successivi.
 
Il casato di '''Collis Tortus''' ( chiamato anche con il nome di ''Collis Fortis'' o ''Collis Tortis'') in un'epistola di [[Papa Bonifacio VIII]] appare per la prima volta appunto nel 1273 nei registri della Cancelleria Angioina ma non compare il suo nome nella sentenza del cardinal Lombardo emessa nel 1175 a [[Benevento]], né in quella del [[Papa Lucio III]] datata 1181 e neanche in quella di [[Papa Innocenzo III]] del 1254, quindi si può attestare con una margine di errore massimo di 20 anni c.a. che Colletorto nacque intorno al 1270(come casato col nome di ''Collis Tortis'').
Prima del 1000 tutto il territorio era diviso in proprietà appartenenti a conti o marchesi: nella zona c'erano i centri di ''Ficarola'' (Ficarolam), ''S.Petrum in valle'' (monastero benedettino zona difesa delle valli), ''Loreto'' (Lauretum, zona colle di S.Maria dove c'era il castello di Loreto), ''Melanico'', ''S.Elena'' (S.Lena,) ''S.Eustachio'' (S.Stazio), ''Macarico'', ''S.Lucia'', i casali di ''Tonnicchio'' e ''Montecalvo''.
 
=== Dagli Angiò all'epoca feudale (XIV-XVIII secolo) ===
Il castello di Laureto, circondato dal villaggio con lo stesso nome, dominava su una vasta zona che apparteneva a un certo Guglielmo di Angiona che fu anche signore del casato di Collis Tortis.
Il villaggio di Santa Lucia, che sorgeva nella contrada che porta oggi il suo nome situata nel territorio dell'odierno Colletorto, si estendeva per 400 ettari e apparteneva a un certo Matteo di Molisio.
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Col passare del tempo gli abitanti dei villaggi e dei casali dei dintorni, per cause di guerre e carestie tendevano a spostarsi nei centri abitati più grandi e meglio protetti e così Collis Tortus col suo castello e le sue mura fortificate divenne una meta allettante per chi cercava protezione come i contadini, facendo sviluppare il paese sia demograficamente che economicamente e divenne uno dei centri di riferimento per la zona.
[[File:Torre AngoinaJohanaNaples.jpg|thumb|TorreGiovanna I Angoinad'Angiò]]
Il primo signore di Colletorto attestato nel 1273<ref>[http://www.janhara.com/camper/Strutture_scheda.aspx?CodStrut=2453 Torre angiolina<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/413 Portale turistico della Provincia di Campobasso - La Torre Angioina di Colletorto<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, quindi prima della Torre Angioina, fu un Guglielmo D'Anglona (che era il signore del casato di Loreto (Laureto), che alla sua morte non avendo eredi, il casato ritornò nelle proprietà del re Carlo D'Angiò che ordinò che il casato fosse "dato" al panettiere del d'Anglona un tale Roberto da Firmatate. Il nome di Colletorto riappare come per incanto nel 1443<ref>
 
Il primo signore di Colletorto attestato nel 1273<ref>[http://www.janhara.com/camper/Strutture_scheda.aspx?CodStrut=2453 Torre angiolina<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/413 Portale turistico della Provincia di Campobasso - La Torre Angioina di Colletorto<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, quindi prima della Torre Angioina, fu un Guglielmo D'Anglona (che era il signore del casato di Loreto (Laureto), che alla sua morte non avendo eredi, il casato ritornò nelle proprietà del re Carlo D'Angiò che ordinò che il casato fosse "dato" al panettiere del d'Anglona un tale Roberto da Firmatate. Il nome di Colletorto riappare come per incanto nel 1443<ref>Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Volume 4 di Giambattista Masciotta</ref> dove è registrato che il feudo di Colletorto appartiene a un certo Marchetto da Cotignola, in quello stesso anno fu conquistato da [[Alfonso I]] che lo "vendette" ai Boccapianola signori di [[Bonefro]] dietro corrisponsione di una tassa e gli stessi ne diventaroni i "signori" ma nel 1528 per motivi finanziari, infatti il re poteva sequestrare/passare<ref>[http://gfgm.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=15&Itemid=39 alcune vicissitudini comuni con Bonefro ] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305133449/http://gfgm.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=15&Itemid=39 |data=5 marzo 2016 }}</ref> il feudo(con tutti i suoi abitanti) come un bene immobile se non si pagavano i tributi a lui dovuti o per favori, fu tolto dal re [[Carlo V]] ai Boccapianola e il feudo passa a Davide [[de Guerris (famiglia)|de Guerris]] poi passa ai De Corrado (prima al padre Sempronio e poi al figlio Alessandro) fino al 1571 data in cui rientra tra i possedimenti del re, poi passa a un certo Antonio Brancia per poi tornare ai Boccapianola fino al 1578.
[[File:Chiesa-Convento-s.alfonso colletorto100 2990.JPG|thumb|right|Chiesa-Convento-S.Alfonso Colletortodi Sant'Alfonso]]
 
[[File:Fonta Cerasa (particolare).JPG|thumb|Fonte Cerasa]]
I signori della Torre e quindi di Colletorto che regnarono sul feudo per un lasso di tempo considerevole furono Marchetto da Cotignola (1443 o 1444) i Boccapianola(1450-1578) Giovanantonio Capece(1578-?) Gambacorta (?-1701) Bartolomeo Rota<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=5R_lHB-flrIC&pg=RA1-PA101&dq=colletorto&hl=it&sa=X&ei=nf9DT-mYJsGA-wacqI3xBQ&ved=0CGsQ6AEwCTgK#v=onepage&q=colletorto&f=false|titolo=Historia della città e regno di napoli, 6
Di Giovanni Antonio Summonte,Raffalleo Genari 1750, pag 101}}</ref>(1704-1762) e Francesco Saverio Pignatelli<ref name="books.google.it"/><ref>[http://www.pignatelli.org/storia_italiano.htm risulta nei Marchesati sul sito ufficiale della fam.Pignatelli]</ref> (1762-1806).
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Il castello antico che circondava la Torre Angioina fu fatto abbattere dal Rota e fece edificare il nuovo palazzo, che prese il suo nome (palazzo Rota appunto) e che attualmente è proprietà e sede del Comune di Colletorto.
 
Dal XVI secolo non si ha più notizia dell'antico casale di Pietronero, in prossimità di contrada Cigno, il cui nome storico era ''San Pietro in Valle''. Forse fu distrutto da un terremoto. Nel 1704 il feudo di Colletorto fu di Bartolomeo Rota, marchese e patrizio di [[Cremona]], il quale nel 1718 lo vendette al barone di [[San Giuliano di Puglia]]. Alla sua morte, il marchesato di Colletorto e la baronia di San Giuliano passarono secondo il Masciotta a Francesco Saverio Pignatelli, principe di [[Monteroduni]] (Isernia), la cui famiglia ebbe il potere sul centro sino all'eversione del feudalismo nel 1806.
== Antiche festività di Colletorto ==
Secondo il Tria (Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino-Libro IV-Di Colletorto) le feste erano 3: "Oltre alla Festa di precetto, che si osserva per tutta la Chiesa in onore della Natività di S. Gio: Battista a' 24. di giugno, in questa Terra si osserva anche di precetto 1'altra, che si celebra a' 29. d'Agosto, in memoria della sua
Decollazione» (citazione)<ref name="it.wikisource.org">[[s:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro IV/Di Colletorto|Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro IV/Di Colletorto]]</ref>,altra festa particolare di Colletorto in quegli anni(periodo del 1744) era la festa del 3 dicembre per S. Francesco Saverio.
 
=== Antiche festivitàTopografia di Colletorto nel 1861 ===
Nota: l'unica festa di quelle menzionate sopra che viene ancora celebrata ai giorni nostri è la festa del patrono del paese, S.Giovanni Battista, il 29 agosto.
[[File:Scalinata convento particolare colletorto.JPG|thumb|La scalinata che collega il corso principale alla parte alta del paese]]
 
== Topografia di Colletorto nel 1861 ==
Testo tratto dal Dizionario Topografico dei Comuni d'Italia:
"questo capoluogo porta anche il nome di Colleforte, forse per la sua situazione ben munita dalla natura e dall'arte essendo cinto di mura e munito di una torre."
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Il corso principale che oggi porta il nome di Vittorio Emanuele fu costruito intorno al 1800 per unificare il borgo della Terra (campo dei fiori) e quello del Colle (che iniziava dal convento di S.Alfonso sui pendii del monte Crocella).
 
=== Seconda guerra mondiale ===
== Monumenti ==
Colletorto, dopo l'annessione al Regno d'Italia nel 1860, fu inclusa nel territorio degli [[Abruzzi e Molise]], per la precisione nella provincia di [[Campobasso]], dove continuò a rimanere in seguiti con il riordino amministrativo del 1948 e del 1963 sino ad oggi. Durante la seconda guerra mondiale, Colletorto conobbe la ferocia nazista con il massacro della vicina [[Tavenna]] il 13 ottobre 1943; per il ferimento di un tedesco, la milizia fucilarono per rappresaglia un abitante e due carabinieri, mentre il territorio di campagna attorno Colletorto veniva accuratamente minato per arrestare l'avanzata alleata di Montgomery. Non mancarono rappresaglie naziste, che uccisero i civili Vincenzo Paradiso, un ragazzino del paese, mentre alcuni aerei americani bombardavano le contrade circostanti per creare scompiglio tra i tedeschi, che si abbandonavano al saccheggio dei casali per razziare provviste e bestiame, e uomini che impiegavano nei lavori forzati di fortificazione delle linee di difesa naturale contro l'esercito britannico.
=== La Torre Angioina ===
La Torre Angioina come descritto nei precedenti paragrafi fu fatta erigere da Giovanna I d'Angiò ed era circondata da un castello (ai tempi del Rota era ridotto in rovina) ma solo nel 1959 dopo vari passaggi da padrone a padrone passa nelle mani della famiglia D'Antini che la dona al comune di [[Colletorto]].
[[File:Torre Angoina.jpg|thumb|Torre Angoina]]
[[File:Entrata "secondaria" palazzo marchesale colletorto.JPG|thumb|Entrata "secondaria" palazzo Marchesale Colletorto]]
 
Tuttavia Colletorto alla fine dell'ottobre dell'anno venne occupata dai britannici, e poi dichiarata libera.
=== Il Palazzo Marchesale ===
La torre è circondata dal Palazzo Marchesale costruito nel settecento sui resti dell'antico castello a cui la torre apparteneva, a opera del marchese Bartolomeo Rota<ref>http://www.nobili-napoletani.it/Rota.htm</ref> che in quei tempi regnava sul paese, caratterizzato da due entrate che si affacciano su due diverse strade del paese, sulla facciata principale che si affaccia sulla piazzetta dove sorge la chiesa madre è visibile sopra l'arco di entrata lo stemma dei Rota, una ruota sormantata da una corona reale, al suo interno sono conservate quattro tele raffiguranti le stagioni, di autore anonimo, ma gli esperti ne riconoscono in esse la mano di [[Paolo Gamba]] quindi di Scuola Napoletana.
 
=== LaIl Chiesa Madrenome ===
Scrive il Tria: "Questa Chiesa sotto il titolo di S. Giovanni Battista […] e incapace rispetto al numero degli Abitatori, a' prieghi anche della Communità, dell'Arciprete, e Clero, nella Visita del 1730. Ordinassimo darsi a tutto ciò riparo. Quindi fatta compra a spese della medesima Chiesa di più Case, che si trovavano attorno, e quelle demolite, tosto fu dato principio alla nuova fabbrica […] restando della vecchia fabbrica il solo Campanile, che è ben formato<ref name="it.wikisource.org"/>», della vecchia chiesa considerata non adeguata, abbattuta e ricostruita per ordine dello stesso vescovo Tria intorno al 1730 è rimasto solo il campanile che coincide, caso raro se non unico, con l'entrata e che dà un aspetto particolare a tutta la costruzione .
All'interno della chiesa sono conservate una tela di [[Paolo Gamba]] datata [[1751]]: ''La Sacra Famiglia'' e un dipinto su legno del 1600 di anonimo ma di fattura molto pregevole raffigurante la Madonna delle Purità, già presente anche nell'antica chiesa.
La chiesa e il campanile sono stati sottoposti a restauro e opere di rinforzo a seguito del [[terremoto del Molise del 2002]], caratteristica dovuta alla nuova copertura è il colore arancione della punta del campanile.
Dietro l'antica chiesa c'era il cimitero poi spostato per costruire la nuova chiesa nel 1731 alla Porta maggiore della Terra.
 
=== Il Monastero di S. Alfonso ===
[[File:Chiesa-Convento-s.alfonso colletorto100 2990.JPG|thumb|right|Chiesa-Convento-S.Alfonso Colletorto]]
Il Monastero di S. Alfonso dei Liquori fu costruito a spese del marchese Bartolomeo Rota signore di Colletorto con il beneplacito del vescovo di Larino del tempo, Mons.Tria.
Prima della costruzione del nuovo convento, a Colletorto c'era un altro convento di piccole dimensioni sotto il titolo di S. Maria del Carmine, che fu abitato dai monaci dello stesso ordine i Carmelitani Scalzi, e poi soppresso colla generale soppressione dei Conventini sotto [[Innocenzo X]]<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=2kFuZ4SvLfMC&pg=PA35&lpg=PA35&dq=soppressione+conventini+innocenzo&source=bl&ots=ZMGxqIQU5k&sig=0E3Va5GmgNmeaYWMBGI4ziV4xCE&hl=it&sa=X&ei=3pA-T9niDaz04QSh4OSBCA&ved=0CCEQ6AEwAA#v=onepage&q=soppressione%20conventini%20innocenzo&f=false |titolo=La soppressione innocenziana dei piccoli conventi in Italia di Emanuele Boaga
Ed. di Storia e Letteratura, 1971 }}</ref>.
Il «cantiere» per la costruzione del nuovo convento fu aperto nel [[1730]] (furono usate le pietre delle rovine dell'antichica abbazia di S.Eustachio in Pantasia che era situata nel territorio del casale di S.Eustachio o San Stazio che attualmente fa parte del territorio di [[San Giuliano di Puglia]]<ref>Anche San giuliano di Puglia in quegli anni era di "proprietà" di Bartolomeo Rota</ref><ref>[[s:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro IV/Del Monastero, e Prepositura di S. Eustachio in Pantasia|Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro IV/Del Monastero, e Prepositura di S. Eustachio in Pantasia]]</ref>) e terminato entro il 1744 (anno in cui il Tria scrive il suo libro) e il convento nuovo fu consegnato ai PP. Riformati di S. Francesco della Provincia di S. Angelo che lo abitarono fino al [[1810]], anno in cui la congregazione fu soppressa e il convento passò al Demanio che lò assegnò alla Mensa Vescovile di [[Larino]], una decina di anni dopo il Vescovo Raffaele Lupoli<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.iststudiatell.org/p_isa/frattamaggiore/frattamaggiore_29.htm Frattamaggiore. Storia, chiese e monumenti, uomini illustri, documenti - 29<!-- Titolo generato automaticamente -->] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>Raffalleo Genari, 1750</ref> riaprì il convento e lo assegnò alle Suore del SS. Redentore, le suore Liquorine (in questi anni il monastero acquisisce la denominazione attuale in onore di [[Alfonso Maria de' Liguori|S. Alfonso dei Liquori]]<ref>Memorie istoriche di Frattamaggiore di Antonio Giordano,Istituto di Studi Atellani, 2010</ref> fondatore dell'ordine delle liquorine), poi seguite dalle stimmatine, poi seguite nel 1953 dalle suore dell'ordine delle figlie di Maria, le Immaticolatine, che potenziarono l'attività scolastica/educativa del convento, con l'istituzione nel [[1959]] dell'Istituto Magistrale Parificato.
L'istituto chiuse nel [[1992]] e con esso il convitto e il convento.
Opera particolare è l'affresco di [[Paolo Brunetti]]<ref>[http://www.comune.colletorto.cb.it/mm/mm_p_dettaglio.php?idmonumento=5&x=4fd8fa38abd43699453f1b272b1b27f7 Comune di Colletorto - sezione arte e cultura]</ref> datato [[1737]] ispirato a l'ultima cena e situato nel refettorio del convento.
 
Il convento conserva al suo interno statue di [[Paolo Saverio di Zinno]]<ref>[http://www.centrostoricocb.it/pagine/personaggi/di%20zinno.htm Paolo Saverio Di Zinno - Campobasso<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e dipinti di Placido Flaxis (conosciuto anche come [[Placico Flascis]]<ref>[http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1654 Portale turistico della Provincia di Campobasso - Fortore Molisano III Itinerario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>).
Il convento e la sua chiesa hanno subito gravi danni causati dal [[terremoto del Molise del 2002]], la chiesa è stata completamente restaurata mentre il convento ha subito solo un restauro parziale per la messa in sicurezza.
Il 5 agosto del 2000 è stata posta nelle vicinanze del convento una statua in bronzo di Padre Pio, circondata da un piccolo giardino.
 
=== La Chiesa del Purgatorio ===
[[File:TeschioNavataPurgatorio-ChiesaColletorto(CB).jpg|thumb|Particolare navata del Purgatorio con il teschio di pietra al centro in alto]]
[[File:Santamaria vista.png|thumb|Cappella di Santa Maria di Loreto vista laterale]]
[[File:Veduta monumenti ai caduti e orologio chiesa Purgatorio Colletorto.JPG|thumb|right|Veduta monumenti ai caduti e orologio chiesa Purgatorio Colletorto]]
[[File:Tracciato Contado di Molise.svg|thumb|Tracciato Contado di Molise nel 1659 (si può notare che Colletorto e altri comuni limitrofi non ne fanno parte ma sono inglobati in quello di Capitanata)]]
[[File:Capitanata.jpg|thumb|Antica mappa della Capitanta 1645 c.a.]]
[[File:Distretto di Larino.png|thumb|Distretto di Larino]]
La Chiesa del Purgatorio<ref>Il Tria non la menziona nel suo libro forse perché sconsacrata o non ancora edificata</ref>,
sconsacrata, situata alla fine del corso principale nella zona delle antiche mure di cinta del paese, fu eretta intorno al 1700 - 1726 (1726 anno in cui i confratelli prendono possesso "ufficiale" della struttura per riunirvisi) come sede della confraternita ''laicale'' del SS. Sacramento e delle anime del Purgatorio (in alcuni scritti è citata come Congregazione del S.S. Sacramento e dei Morti) nata nel 1607 con autorizzazione di [[papa Paolo V]] (10 giugno 1607), ma riconosciuta giuridicamente solo nel [[1776]] col Decreto Reale del re delle Due Sicilie e che aveva come simbolo un teschio (si può ancora osservare sull'arcata della porta principale).
Il corpo della chiesa ha subito diverse trasformazioni fino alle sembianze attuali,nel 1909 subì un incendio che distrusse gravemente gli arredi interni della struttura,adesso si presenta con un grande orologio funzionante centrale posto sulla cima.
La chiesa ha subito delle trasformazioni nella parte esterna dopo la ristrutturazione eseguita per i danni causati dal [[terremoto del Molise del 2002]], attualmente è usata come sala convegni e mostre.
 
=== La Chiesa di S. Maria di Loreto ===
La Chiesa di S. Maria di Loreto, situata nel luogo, dove c'era il Castello di Loreto, costruita da Monsignor Persio Caracci nell'anno 1638 il Tria la descrive così:
«ella però è assai povera, unita all'Arcipretura; e nell'anno 1734 con diligenza del sopraddetto D. Fulvio di Rosa è stata ristaurata, e pulita, provedendola ancora di tutto il necessario. Contigua ad essa si vede l'abitazione per lo Romita» la chiesa ha subito un restauro negli anni novanta del 1900.
Era anche la cappella funeraria di Romolo Campanelli e della sua famiglia.
 
C'erano varie chiese e cappelle situate soprattutto nella zona della fonte cerasa-contrada santa Lucia ed erano le chiese di S. Rocco (ancora in piedi ai tempi del Tria), S.Vincenzo e S.Lucia tutte distrutte da secoli.
 
=== Il monumento ai caduti ===
Costruito dopo la [[Grande guerra]] era composto da un cippo marmoreo su cui poggiava una statua di bronzo, la statua fu tolta per ordine del governo nel [[1943]] per essere fusa e contribuire allo sforzo bellico per la costruzione di armi, adesso è sostituita da una statua in marmo raffigurante un angelo con una corona di alloro posto sull'antico cippo della vecchia statua.
 
== Il nome ==
Il nome di Collis Fortis e Collis Tortis appaiono entrambi in un'epistola di [[Bonifacio VIII]] del 1297, nel 1330 nelle cedole di pagamento delle decime pagate alla diocesi di [[Larino]] il paese veniva chiamato Collis Torti (Collistorti) o Collo-Torto.
Leandro Alberti e il Frezza ne indicano come nome Colleforte, per le sue mura fortificate mentre Masciotta dichiara che la denominazione più usata era Collis-Tortis per via della sua posizione geografica.
 
=== Lo stemma comunale ===
[[File:Colletorto-Stemma.png]]
 
Fino al [[1983]] sullo stemma comunale era raffigurata una ruota, probabilmente in omaggio ai Rota (una ruota era il simbolo della famiglia e rota in dialetto colletortese e napoletano significa ruota) con il D.P.R. del 15/07/1982 lo stemma ha assunto il suo aspetto attuale, una lampada con fiamma su sfondo dorato.
 
=== InInclusione nella Regione Molise ===
Colletorto entra ufficialmente nella provincia del Molise nel 1811 col Regio decreto del 04/05/1811 uscendo dalla provincia di [[Capitanata]]<ref> ed entrando nel [[Distretto di Larino]].
[http://www.maas.ccr.it/PDF/Campobas.pdf ARCHIVIO DI STATO DI CAMPOBASSO PDF]</ref>.
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*nota: nel 1601 e 1669 si contano i fuochi cioè i nuclei familiari.
*nota: nel 1861 c´è discordanza tra dato ISTAT e quello del Dizionario topografico dei Comuni compresi entro i confini naturali dell Italia.
 
== Attività commerciali ==
Oltre all'agricoltura,.... frutti,vini, oli<ref name="books.google.it"/> e soprattutto alla coltivazione del grano,a Colletorto si annoverava anche una fabbrica di cappelli nel 1868.<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=I2ROAAAAcAAJ&pg=PA211&dq=colletorto&hl=it&sa=X&ei=Sf1DT77xCobS-ga4lNjQBQ&ved=0CE0Q6AEwBA#v=onepage&q=colletorto&f=false|titolo=Dizionario corografico dell¢Italia: opera illustrata da circa 1000 ..., Volume 5
Di Amato Amati,Vallardi, 1868 pag 211}}</ref>
 
== Fiere e mercati nel 1844-45 ==
Lista fiere (citazione):Prima domenica di giugno e sabato precedente e lunedì seguente in Colletorto e non risultano «mercati» in quegli anni fonte: Annali civili del regno delle Due Sicilie, Volumi 34-36 Regno di Napoli,Ministero degli affari interni,1844<ref>{{cita web|url=http://www.google.it/search?tbm=bks&tbo=1&hl=it&q=Attiglio+Zuccagni-Orlandini%22Dizionario+topografico+dei+comuni+compresi+entro+i+confini+naturali+dell%27Italia%22-societ%C3%A0+editrice+Firenze+1861&btnG=#pq=+annali+civili+del+regno+delle+due+sicilie%2C+volumi+34-36+regno+di+napoli%2Cministero+degli+affari+interni%2C1844&hl=it&gs_nf=1&ds=bo&cp=44&gs_id=h&xhr=t&q=+Annali+civili+del+regno+delle+Due+Sicilie%2C+1844&pf=p&sclient=psy-ab&safe=off&tbo=1&biw=1024&bih=682&tbm=bks&source=hp&pbx=1&oq=+Annali+civili+del+regno+delle+Due+Sicilie,+1844&aq=f&aqi=&aql=&gs_sm=&gs_upl=&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.,cf.osb&fp=8f6f3a4bab134d50&bs=1|titolo=Annali civili del regno delle Due Sicilie, Volumi 34-36, Regno di Napoli,Tip. del Reale ministero degli affari interni, 1844 pag 124}}</ref> lo stesso recita anche la Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole..., Volume 11 edizione 1845 editori Firenze Di Attilio Zuccagni-Orlandini<ref>{{cita web|url=http://www.google.it/search?tbm=bks&tbo=1&hl=it&q=Attiglio+Zuccagni-Orlandini%22Dizionario+topografico+dei+comuni+compresi+entro+i+confini+naturali+dell%27Italia%22-societ%C3%A0+editrice+Firenze+1861&btnG=#sclient=psy-ab&hl=it&safe=off&tbo=1&tbm=bks&source=hp&q=Corografia+fisica%2C+storica+e+statistica+dell'Italia+e+delle+sue+isole+...%2C+Volume+11+edizione+1845+editori+Firenze+Di+Attilio+Zuccagni-Orlandini&pbx=1&oq=Corografia+fisica%2C+storica+e+statistica+dell'Italia+e+delle+sue+isole+...%2C+Volume+11+edizione+1845+editori+Firenze+Di+Attilio+Zuccagni-Orlandini&aq=f&aqi=&aql=&gs_sm=12&gs_upl=60952l65369l3l69682l46l10l0l0l0l5l749l3443l3-1.1.2.2l10l0&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.,cf.osb&fp=8f6f3a4bab134d50&biw=1024&bih=682|titolo=Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole..., Volume 11 edizione 1845 editori Firenze Di Attilio Zuccagni}}</ref>.
 
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