Wladimiro Dorigo: differenze tra le versioni

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Negli anni sessanta Dorigo aveva stretto infatti rapporti di intensa amicizia e collaborazione con pezzi importanti del mondo dissidente e critico, interno alla cristianità italiana, per esempio con [[Don Milani]] e poi con Don Callegari, che verrà imprigionato per 3 anni in Brasile. In questo senso vanno letti i suoi rapporti con il mondo socialista e con i paesi decolonizzati, resi più agevoli in campo culturale dalla sua funzione di direttore del Festival del Teatro della Biennale. Conosce [[Giangiacomo Feltrinelli]], con il quale stringe amicizia, e diventa il suo primo editore di rilievo<ref>"''La pittura tardo-romana''", edizione in Italia, Inghilterra e Stati Uniti.</ref> il che gli rende possibile anche uno scambio redazionale con le pubblicazioni della [[Cuba]] [[rivoluzionaria]], e che, con altri apporti, farà di Questitalia una delle testate più autorevoli delle lotte di liberazione nei paesi colonizzati.
 
Era il padre di [[Martino Dorigo]], già deputato di Rifondazione Comunista per due legislature.
 
Nel [[1974]] partecipa in prima fila alla campagna, promossa dai [[Partito Radicale (Italia)|radicali]], per la difesa dell'istituto del [[divorzio]] (referendum del 12 maggio). Prosegue l'attività politica come consigliere comunale, poi come consigliere regionale [[indipendente]] nelle file del [[Partito Comunista Italiano|PCI]]<ref>Tra il 1980 ed 1985, nella provincia di Venezia raccoglie oltre 8.000 preferenze.</ref> Dal [[1957]] al [[1983]] lavora presso l'Ente autonomo della [[Biennale di Venezia]], sia come Capo Ufficio Stampa, e dal 1972 al 1983 come Conservatore dell'Archivio Storico della Biennale (ASAC). Dal [[1963]] al [[1972]] ha diretto il Festival internazionale del teatro di prosa, e dal 1971 al 1973 è stato Vicecommissario straordinario della [[Biennale di Venezia|Biennale]].