Angelo Branduardi: differenze tra le versioni

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All'età di tre mesi si trasferisce, al seguito della famiglia, nel [[Genova|capoluogo ligure]]:
{{Citazione|Noi a Genova abitavamo nel quartiere pittoresco dell'angiporto – cioè contrabbandieri e prostitute – e non eravamo di certo una famiglia ricca. [...] Mia madre non ha mai chiuso la porta di casa a chiave, nonostante sotto di noi ci fossero due fratelli che entravano e uscivano dalla galera.|Angelo Branduardi<ref name=RaiStoria>Da un'intervista pubblicatarilasciata nel dicembre 2010 per la trasmissione televisiva ''Visioni private'', [[Rai Storia]], 26 marzo 2011.</ref>}}
 
Il padre è un [[melomane]].<ref name=RaiStoria/> A Genova Branduardi conosce l'ambiente musicale della [[Scuola genovese dei cantautori|scuola dei cantautori]], che rappresenterà un importante stimolo per la sua attività artistica. Rimane al tempo stesso influenzato dalla musica d'oltremanica, tanto da considerare, anche a molti anni di distanza, [[Donovan]] e [[Cat Stevens]] come propri idoli musicali<ref>Come da lui dichiarato in un'intervista pubblicatarilasciata nel [http://www.angelobranduardi.it/ita/parole_di_angelo.htm proprio sito ufficiale]</ref>.
 
Volendo intraprendere una carriera concertistica, si dedica allo studio del [[violino]], diplomandosi al [[Conservatorio Niccolò Paganini|Conservatorio di Genova]] all'età di soli 16 anni<ref>Si veda [http://www.branduardi.org/documenti/108d_45.pdf intervista di Lucio Nocentini per Raro! - presso www.branduardi.org]</ref> (tra i più giovani diplomati al conservatorio d'Italia<ref>Come da lui dichiarato durante un'[http://www.chetempochefa.rai.it/TE_videoteca/0,10916,,00.html?nome=branduardi&anno=2005&mese=&x=20&y=10&tipo=vt intervista al programma televisivo Che Tempo che Fa del 17 aprile 2005]</ref>), in seguito assecondando l'intima esigenza culturale di imparare a suonare la [[chitarra]] e di comporre le prime canzoni ispirandosi a testi di poeti come [[Sergej Esenin]], [[Dante Alighieri|Dante]], e al suo maestro [[Franco Fortini]], a cui dedicherà, in occasione della sua scomparsa, la title-track dell'album ''[[Domenica e lunedì]]''. Proprio sulle parole di una poesia di Esenin comporrà uno dei suoi brani più celebri, ''[[Confessioni di un malandrino]]'' ([[1975]]).