Statua osiriforme di Mentuhotep II: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[File:Howard carter.jpg|miniatura|260x260px|Lo scopritore, [[Howard Carter]], nel [[1924]].]]
La statua fu sepolta, avvolta in un abito di [[Lino (fibra)|lino]], sotto al terrazzo del complesso del [[Tempio funerario di Mentuhotep II]], nell'anfiteatro roccioso di [[Deir el-Bahari]] durante una apposita cerimonia<ref name=":1" />, la natura della quale resta piuttosto oscura agli egittologi<ref name=":2">Zahi Hawass, I tesori nascosti dell'antico Egitto, National Geographic, White Star, 2005. ISBN 978-8854002890. pp.62-3.</ref>. Fu rinvenuta in una ''tomba di Osiride'', [[cenotafio]] in cui il dio veniva simbolicamente inumato in effigie: tale camera fu forse originariamente progettata per contenere i resti mortali del re.
 
Fu scoperta accidentalmente nel novembre del [[1898]], quando il cavallo dell'[[archeologo]] [[Inghilterra|britannico]] [[Howard Carter]], percorrendo il pavimento dell'antico terrazzo che celava la ''tomba di Osiride'', smosse il solaio sprofondandovi con una zampa<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.touregypt.net/featurestories/mentuhotept.htm|titolo=Egypt: The Mortuary Temple of Mentuhotep II on the West Bank at Luxor}}</ref>. La fossa così rivelatasi, soprannominata ''Bab el-Hosan'' (''Porta del Cavallo''), portò alla scoperta di una camera intatta, contenente la statua di Mentuhotep II avvolta nel lino, un [[Sarcofago egizio|sarcofago]] vuoto, vasellame e barchette in legno<ref name=":2" />. Come ha scritto [[Zahi Hawass]]:
{{Citazione|Aspettandosi un grandioso rinvenimento - forse addirittura una sepoltura regale, poiché l'ambiente era indubbiamente connesso con il tempio funerario di Nebhepetra Mentuhotep - Carter organizzò l'apertura della camera con grande sfarzo, invitando anche importanti dignitari. L'esito si rivelò invece deludente secondo gli standard di allora (molti archeologi moderni ascriverebbero la scoperta tra le maggiori).|Zahi Hawass<ref>Zahi Hawass,name=:2 I tesori nascosti dell'antico Egitto, National Geographic, White Star, 2005. ISBN 978-8854002890. pp.62-3.</ref>}}
Da allora è conservata al [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo egizio del Cairo]], con la sigla d'inventario JE 36195.
 
== Note ==
<references />
 
 
{{Portale|antico Egitto|archeologia|arte|scultura}}