Casa materna (romanzo): differenze tra le versioni

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I giorni scivolano via e Haakon scopre altre bizzarrie. La madre, in occasione del suo cinquantesimo anniversario di matrimonio, progetta di tornare alla chiesetta che la vide sposa e in cui il marito depose il bouquet della sposa sulla tomba del vescovo Haakon. Ma la gita avverrà in settembre, in compagnia di Felice. Anch'egli avrebbe voluto andarci con Felice; glielo ha chiesto e lei ha rifiutato. Eppure non è un sentimento di gelosia, ma solo di disturbo e incomprensione che muove Haakon, cambiandolo dall'interno. Verso la fine del suo soggiorno capisce che non vorrebbe andarsene e prolunga il sonno durante la mattinata, lui solitamente insonne, pur di non andare in città a fare il biglietto di ritorno.
 
Poi, a quattro giorni dalla partenza, Haakon cerca Felice in città e, pur non riuscendo ad avere un dialogo sciolto, le dice che non vorrebbe partire. La ragazza lo liquida affermando che nei giorni successivi lei ha altri impegni e non si farà vedere. Nemmeno dalla madre ricava più parole, anzi è tentato di partire all'improvviso senza avvertire. Così arriva il giorno stabilito e madre e figlio si mettono in taxi per andare alla stazione. Ma Haakon ha un suo piano: scende dal treno per Oslo e prende un autobus. Arriva alla chiesetta dove si sposarono i suoi genitori, una minuscola cappella di pietra nera. E sulla modesta tomba del vescovo suo omonimo, Haakon immagina che tornerà, che si sposerà, che lascieràlascerà cadere il bouquet sulla tomba. E che Felice sarà la sua sposa.
 
== Edizioni ==