Camilla Ravera: differenze tra le versioni

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Ravera sarà anche delegata a vari congressi del [[Comintern]], dove conobbe [[Lenin]] e [[Stalin]]. Fu arrestata nel [[1930]] ad [[Arona]] ([[Provincia di Novara|Novara]]) e condannata a 15 anni di carcere. Ne scontò 5 in cella, gli altri al [[confino]] a [[Montalbano Jonico]], [[San Giorgio Lucano]], [[Ponza]] e [[Ventotene]]. Nel [[1939]] prese posizione contro il [[Patto Molotov-Ribbentrop]] e venne espulsa dal PCdI assieme a [[Umberto Terracini]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/camilla-ravera/ Ravèra, Camilla], [[Enciclopedia Treccani]]</ref>; riammessa nel partito nel [[1945]], venne eletta al consiglio comunale di [[Torino]] l'anno seguente. Dirigente dell'[[Unione Donne Italiane]], rappresentò il [[Partito Comunista Italiano]] alla Camera in due legislature (1948-1958).
 
Ritiratasi a vita privata, nel [[1982]] venne nominata da [[Sandro Pertini]] senatrice a vita: è stata la prima donna a ricevere questa nomina<ref>[http://www.instoria.it/home/camilla_ravera.htm CAMILLA RAVERA], instoria.it</ref>. Morì il 14 aprile 1988. Due giorni dopo fu ricordata dalla presidente della Camera [[Nilde Iotti]] e dal segretario del Partito Comunista Italiano [[Alessandro Natta]]<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/16/nilde-iotti-natta-commemorano-camilla-ravera.html|titolo=Nilde Iotti e Natta commemorano Camilla Ravera}}</ref>. È sepolta nel mausoleo del PCI nel [[Cimitero del Verano]] di Roma.
 
== Memorie ==