Bolscevismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 27:
D'altra parte, a causa del boicottaggio messo in atto dai bogdanoviani, i deputati del [[Partito Operaio Socialdemocratico Russo|POSDR]] alla terza [[Duma]] erano in maggioranza menscevichi. Allora una parte dei bolscevichi chiese la revoca dei deputati e furono detti "otzovisti" (dal russo ''otozvat{{'}}'' "richiamare"). Bogdanov e altri pretesero, invece, che i deputati votassero in base alle istruzioni del Comitato Centrale, e furono detti "ultimatisti". Il peso degli "otzovisti" e degli "ultimatisti" nelle organizzazioni di partito era significativo, inoltre questa ala sinistra del bolscevismo comprendeva alcuni tra i maggiori intellettuali comunisti, come [[Maksim Gor'kij|Gor'kij]] e [[Anatolij Lunačarskij|Lunačarskij]].<ref name=Scherrer499/>
 
La disputa fra Lenin e Bogdanov, che non si limitò a divergenze tattiche ma si estendeva sul piano strategico, su quello politico-programmatico e su quello teorico e filosofico, portò nel 1909 all'estromissione di Krasin e Bogdanov dal Centro bolscevico, che era stato istituito nel [[1907]] per coordinare l'attività della frazione; e alla dichiarazione, da parte della conferenza del giornale ''Proletarii'', della dissociazione della corrente dalle posizioni di Bogdanov, che, non accettando tali conclusioni, venne infine espulso dalla frazione bolscevica.<ref name=leb120/>
 
Nel conflitto fra Lenin e Bogdanov ebbero grande importanza le scuole di partito. Appena dopo l'espulsione dalla corrente bolscevica, [[Aleksandr Bogdanov|Bogdanov]], con l'aiuto di [[Maksim Gor'kij|Gor'kij]] e [[Anatolij Lunačarskij|Lunačarskij]], fondò la "scuola superiore socialdemocratica di agitazione" a [[Capri (Italia)|Capri]], che operò dall'agosto al dicembre [[1909]].<ref name=Scherrer512>{{cita|Scherrer|pp. 512-513}}.</ref> Per attrarre gli allievi alla sua corrente, Lenin aprì allora nell'estate [[1911]] la scuola di [[Longjumeau]], vicino a Parigi. Nel novembre dello stesso anno Bogdanov fondò la scuola di [[Bologna]], che fu attiva fino al marzo successivo.<ref name=Scherrer512/>
 
Nel frattempo anche tra i menscevichi si erano delineate diverse tendenze, tra cui quella dei cosiddetti "liquidatori", che puntavano allo scioglimento del partito illegale per spostarsi a operare in organizzazioni legali.<ref name=Zasl22/>
Riga 65:
[[File:Совет народных комиссаров (Ленин, Штейнберг, Комков, Бонч-Бруевич, Трутовский...), 1918.jpg|thumb|upright=1.7|Una riunione del [[Consiglio dei commissari del popolo della RSFS Russa|Consiglio dei commissari del popolo]]]]
 
Dopo la conquista del potere i bolscevichi attuarono immediate riforme di tipo [[socialismo|socialista]]<ref>{{cita|Reed|pp. 139-140}}.</ref><ref>{{cita|Smith|p. 135}}.</ref><ref>{{cita|Graziosi|p. 35}}.</ref> e nel marzo [[1918]] sottoscrissero la [[pace di Brest-Litovsk]] con la [[Impero tedesco|Germania]], che causò l'abbandono del governo da parte dei socialrivoluzionari di sinistra,<ref>{{cita|Boffa 1990¹|p. 111}}.</ref> che erano entrati nel [[Consiglio dei commissari del popolo della RSFS Russa|Sovnarkom]] a dicembre.<ref>{{cita|Bezborodov, Eliseeva|pp. 152-153}}.</ref><ref>{{cita|Boffa 1990¹|pp. 72-75}}.</ref> Intanto le realtà che si opponevano al potere sovietico acquisirono nuova forza anche grazie all'appoggio delle potenze straniere<ref>{{cita|Boffa 1990¹|pp. 130-132}}.</ref> e si giunse alla [[guerra civile russa|guerra civile]].<ref>{{cita|Orlov et al.|p. 347}}.</ref> Fu allora varato il cosiddetto [[comunismo di guerra]], caratterizzato da spirito egualitario, nazionalizzazione radicale e misure eccezionali.<ref>{{cita|Mandel 1993²|pp. 74-75}}.</ref><ref>{{cita|Boffa 1990¹|p. 150}}.</ref> All'indomani della vittoria sull'[[Armata Bianca]] tali misure furono revocate con il lancio della [[Nuova Politica Economica]] (NEP),<ref>{{cita|Mandel 1993²|p. 75}}.</ref><ref>{{cita|Orlov et al.|pp. 354-355}}.</ref> che ripristinava elementi di [[capitalismo]], in particolar modo nel settore agricolo.<ref>{{cita|Lewin|pp. 33-34}}.</ref> In questa fase il pericolo che il proletariato, provato dai grandi sforzi degli anni precedenti, soccombesse di fronte al ritorno delle forze capitaliste spinse alla messa al bando delle altre organizzazioni politiche e al divieto di frazionismo nel partito,<ref>{{cita|Mandel 1993¹|p. 11}}.</ref><ref>{{cita|Boffa 1990¹|p. 193}}.</ref> che limitò quella che fino ad allora era stata una vita interna intensamente democratica.<ref>{{cita|Le Blanc|pp. 221-222}}.</ref><ref>{{cita|Mandel 1993²|pp. 89-92}}.</ref>
 
=== La guida di Stalin ===