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Al vescovo di Luni, era stata attribuita un'iscrizione sepolcrale su lastra di marmo, conservata nella [[chiesa di San Giorgio (Filattiera)|chiesa di San Giorgio]] a [[Filattiera]]. La lapide è stata probabilmente spostata dalla [[pieve di Santo Stefano (Sorano)|pieve di Santo Stefano]] di Sorano, sempre a Filattiera, forse in occasione del suo rifacimento. È stata riferita ad un certo Leodgar o Leodegar, il cui nome si sarebbe potuto leggere graffito sull'intonaco accanto alla lapide: si è ritenuto che il graffito fosse stato tracciato per riportare il nome del defunto, non presente nell'iscrizione, ma evidentemente noto, in occasione della sua nuova collocazione<ref>Ubaldo Mazzini, "Un'epigrafe lunigianese del secolo VIII", in in ''Giornale storico della Lunigiana'', 2.3, 1911; Ubaldo Mazzini, "L'epitaffio di Leodegar, vescovo di Luni", in ''Giornale storico della Lunigiana'', 10, 1919; Ubaldo Mazzini, "L'epitaffio di Leodegar, vescovo di Luni del secolo VIII", in ''Annali del Museo civico della Spezia'', 1, 1977-1978.</ref>.
 
Il testo dell'iscrizione<ref> Vedi fotografia della lapide [httphttps://operaturluni.blogspot.it/2012/03/schegge-di-lunigiana-di-sandro-santini_22.html qui] e traduzione del testo e altra foto [http://digilander.libero.it/sottilelinearossa74/Web/Stazioni_html/Lapide%20di%20Leodgar.htm qui].</ref> riferisce di un personaggio, non nominato nell'epigrafe, che aveva distrutto idoli pagani, assistito pellegrini e distribuito decime, fondato un ospizio di San Benedetto (forse identificabile con lo [[xenodochio]] [[Ordine benedettino|benedettino]] a [[Montelungo]]) e una chiesa dedicata a San Martino (forse [[Chiesa di San Martino (Mulazzo)|quella]] di [[Mulazzo]]). Aveva inoltre disposto di essere sepolto nel luogo stesso dove gli idoli erano stati distrutti (probabilmente nella pieve di Santo Stefano a Sorano, dove sono in effetti state rinvenute delle [[statue stele]]). Il testo riferisce inoltre che il personaggio era morto nel quarto anno di regno del re [[Longobardi|longobardo]] [[Astolfo (re)|Astolfo]], ovvero nel [[752]]-[[753]], e che era probabilmente nato intorno al [[684]]-[[685]], avendo vissuto per 68 anni, gli ultimi 10 dei quali a Filattiera.
 
Se dunque il personaggio della lapide, il cui nome era forse Leodgard o Leodegard, fosse effettivamente identificabile con il vescovo di Luni ''Leothecarius'' o ''Lenthecorius'', si dovrebbe ipotizzare che in seguito alla minaccia saracena avesse abbandonato la sede di [[Luni]] intorno al [[742]]-[[743]] per rifugiarsi in località più sicure verso l'interno. Poco prima sarebbe avvenuta la traslazione del corpo di [[Venerio eremita|san Venerio]] a [[Sarzana]], sempre a causa della medesima minaccia.