Paul Taylor (coreografo): differenze tra le versioni

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==Carriera==
Nel 1953 danzò nelle coreografie ''Benjo'', ''Dime a Dance, Fragments'' e ''Septet'' di [[Merce Cunningham]] e nel 1954 mise insieme una piccola compagnia di ballerini e iniziò a creare i propri lavori. Artista di spicco nonostante la sua partenza tardiva, nel 1955 entrò nella [[Martha Graham Dance Company]] per la prima di sette stagioni come solista, dove creò il ruolo del malvagio Aegisthus nella ''Clytemnestra'' della Graham. Contemporaneamente continuava a fare coreografie per la sua piccola troupe. Lavorò anche con i coreografi [[Doris Humphrey]], [[Charles Weidman]], [[José Limón]] e [[Jerome Robbins]]. Nel 1959 fu invitato da [[George Balanchine|Balanchine]] come artista ospite del [[New York City Ballet]].
 
I primi progetti coreografici di Taylor furono notati come distintamente diversi dalle opere moderne e fisiche per cui sarebbe diventato famoso e invitarono persino il confronto con le rappresentazioni concettuali del Judson Dance Theatre degli anni '60.<ref name="_4">''Dance Maker.'' Matthew Diamond. Docu Rama, 1999. Video</ref> Per ''Duet'' (1957) Taylor e il pianista, che suonò un 'silenzio' del compositore [[John Cage]], rimasero completamente immobili. Nello stesso programma c'era un'opera chiamata ''Epic'', in cui Taylor si muoveva lentamente sul palco in una suite di lavoro mentre un annuncio del tempo registrato veniva riprodotto in sottofondo. Il critico di Dance Observer Louis Horst pubblicò una pagina bianca come una recensione nel novembre 1957 come risposta. Era parte di ''Seven New Dances'' in cui Martha Graham lo definiva un "cattivo ragazzo".<ref name="_5">{{Cita web|url=http://www.hollywoodreporter.com/review/paul-taylor-creative-domain-film-822528 |titolo=''Paul Taylor: Creative Domain'': Film Review|opera=[[The Hollywood Reporter]] |data= 12 settembre 2015|accesso=29 dicembre 2015}}</ref> Anche se con la sua opera di riferimento ''Aureole'' (1962) partì da un'estetica così avanguardista, l'esecuzione era ancora intesa a provocare i critici di danza, perché sfacciatamente i suoi movimenti moderni non erano basati sulla musica contemporanea ma su uno spartito barocco.<ref name="_4"/> Era un coreografo così interessato all'oggetto quanto alla forma, molti dei pezzi e dei movimenti di Taylor sono esplicitamente su qualcosa.<ref name="_4"/> Alcuni movimenti sono legati al suo amore per gli insetti e al loro modo di muoversi. Altri movimenti sono influenzati dal suo amore per il nuoto.<ref name="Taylor 1988"/> Mentre può spingere i suoi ballerini nello spazio per la bellezza pura di esso, egli li usa più spesso per illuminare questioni così profonde come la guerra, la pietà, la spiritualità, la sessualità, la moralità e la mortalità. È forse molto noto per la sua danza del 1975, ''Esplanade''. In ''Esplanade'' Taylor era affascinato dal movimento quotidiano che le persone "recitano" quotidianamente dal correre allo scivolare al camminare al saltare e al cadere. L'opera è basata sui 5 movimenti del Concerto per violino di Bach n. 2 in Mi bemolle maggiore. Un altro suo famoso lavoro è ''Private Domain'' (1969). Taylor era affascinato dall'idea di prospettiva e dalla relazione tra realtà e apparenza. In ''Private Domain'' Taylor commissionò le scene ad Alex Katz, i cui pannelli rettangolari impedivano al pubblico di vedere una parte del palco a seconda dei punti di osservazione. Il rapporto tra visibile e invisibile vissuta dal pubblico fu ben accolta. In un'altra opera, ''Lost, Found, Lost'' (1969), Taylor mostra ancora il suo interesse per il movimento di tutti i giorni con i ballerini che si muovono individualmente nelle quinte mentre aspettano di usare un telefono pubblico.