Sōtō-shū: differenze tra le versioni

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Con la presa di potere della dinastia Tokugawa, il Giappone chiuse le porte al resto del mondo<ref>Snelling, 1987</ref>.
Il mondo religioso e dottrinale giapponese, di conseguenza, si cristallizzò in una relativa stabilità. I viaggi tra Cina e Giappone, così frequenti nel primo periodo della diffusione dello Zen, si interruppero e ripresero solo nel XVII secolo con l'arrivo di alcuni gruppi di monaci cinesi dovuto alle guerre civili che portarono alla fine della dinastia Ming. Tra questi, arrivarono anche i seguaci di [[Ingen Ryuki]], che fondarono la [[Ōbaku-shū|scuola Obaku]], terza grande scuola Zen giapponese che trasmetteva in Giappone il metodo Rinzai della Cina di quel periodo.<ref name="ref_B">Dumoulin, 2005b</ref> La presenza di questi monaci cinesi influenzò anche le scuole Zen esistenti, diffondendo nuove idee sulla disciplina monastica e le modalità di trasmissione del Dharma<ref>Mohr, 1994, pp.353-354</ref>
 
In questo periodo, con uno spirito di rinnovamento, la scuola Soto iniziò a porre enfasi sull'autorità dei testi nell'insegnamento, e a riscoprire quindi gli scritti del fondatore Dogen, che fino a quel tempo erano state messi in secondo piano rispetto alla dottrina e alla prassi che dai tempi di Keizan Jokin si sarebbero venute a creare. Quest'iniziativa ricosse una certa popolarità, tanto più che nel 1615, il bakufu dichiaro' che lo Eihei Shingi dovesse diventare fonte normativa per dottrina ed organizzazione per tutta la scuola Soto<ref name="ref_A">Bodiford, 1991, pag.450</ref>
Un fattore chiave per la riscoperta di Dogen fu l'appello del maestro Manzan Dohaku per cambiare le norme che disciplinavano la trasmissione del Dharma, basata su argomenti derivati dallo Shobogenzo<ref>Bodiford, 1991,name="ref_A" pag.450</ref>. Dall'inizio, la Soto-shu ha ereditato da Dogen una forte enfasi per il rispetto di un lignaggio riconosciuto e di corrette trasmissioni del Dharma<ref>Dumoulin, 2005b<name="ref_B" /ref>. Con il tempo, però, le trasmissioni del Dharma divennero delle cerimonie per suggellare la trasmissione delle proprietà dei templi, che non di rado venivano ereditati di padre in figlio.<ref>Tetsuo, 2003</ref>. Di conseguenza, quando un abate assumeva la guida di un altro monastero, doveva abbandonare il suo lignaggio per succedere in quello del relativo monastero.<ref>Bodiford, 1999</ref>. Tutto questo cambiò con le riforme di Manzan, che...
 
{{citazione|Diffuse la visione che la trasmissione del Dharma dovesse dipendere da una personale iniziazione tra un maestro e un discepolo invece che dall'illuminazione di quest'ultimo. Egli mantenne quest'idea di fronte ad una forte opposizione, rifacendosi ad una delle principali figure del buddhismo giapponese: il maestro Dogen [...] Questa divenne e continua ad essere fino ai giorni nostri la visione ufficiale della scuola Soto.<ref>Lachs,1999</ref>}}
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In un testo rivolto ai praticanti occidentali, il maestro Kojun Kishigami, un erede nel Dharma di Kodo Sawaki, scrive:
 
{{citazione|Ogni anno, circa 150 novizi arrivano in monastero. Circa il novanta per cento di loro sono figli di abati, e solo il dieci per cento sceglie questo percorso per ricercare loro stessi. Essenzialmente, essi imparano in questi templi l'abilità di ufficiare ogni tipo di cerimonia e riti prevista dalla liturgia Soto. Oltre quest'aspetto, praticare con l'idea di sviluppare la propria natura spirituale non è uno degli scopi prevalenti tra i giovani monaci.<ref name =KishigamiRoots >[http://www.zen-road.org/index.php?option=com_content&view=article&id=26&Itemid=26&lang=en Kojun Kishigami Osho, ''Of roots and branches'']</ref>}}
 
Nello stesso testo, Kishigami non esprime molto ottimismo per lo status della Soto in Giappone:
 
{{citazione|Se volessi studiare il buddhismo, ti raccomanderei un'università giapponese. Se vuoi imparare le cerimonie praticate nella Soto shu, devi solo rivolgerti ai grandi monasteri di Eiheiji e Sojiji .<br>
Ma se il tuo obiettivo è imparare davvero la pratica di zazen, sfortunatamente, non ho nessun tempio da consigliarti. Certo, puoi andare ad Antaiji,se lo vorrai; ma se hai intenzione di approfondire la tua pratica dello Zen, puoi farlo in Europa. Se andrai in Giappone per questo, rimarrai deluso. Non aspettarti di trovare nulla di spettacolare in quel posto.<ref name =KishigamiRoots />}}
 
==Diffusione in occidente==