Nanopolvere: differenze tra le versioni

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È stato suggerito, per molti con risvolti allarmistici, che alcuni prodotti industriali, come le [[Gomma da masticare|gomme da masticare]] contenenti microsfere di vetro (per la pulizia dei denti), alcune farine biologiche macinate a pietra, oppure determinate marche di cacao in polvere, siano probabili fonti di nanoparticelle, ma non vi sono ancora prove certe accettate dalla comunità scientifica ufficiale della pericolosità di questi alimenti.
È stato anche suggerito che il talco in polvere possa essere pericoloso <ref>[http://www.ecoblog.it/post/nanoparticelle-e-nanopatologie ecoblog.it]</ref>, ma anche qui per ora non vi sono prove, anzi, un recente studio ha evidenziato come non vi sia alcun incremento del rischio di tumori per lavoratori esposti ad alti livelli di [[talco]] <ref>{{en}} [httphttps://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?db=pubmed&cmd=Retrieve&dopt=AbstractPlus&list_uids=16361399&query_hl=26&itool=pubmed_docsum Occup Environ Med. 2006 Jan;63(1):4-9. Sunto]</ref>.
 
La misurazione quantitativa delle nanopolveri, difficile e poco accurata tramite i classici metodi gravimetrici adottati per il particolato, può essere realizzata tramite metodi [[ottica|ottici]] che sfruttano il [[laser]].<ref>Diego Barsotti, ''[http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=6807 Misurate le nanopolveri dell'inceneritore di Bolzano. Presentati in un convegno i dati comparati sulle emissioni delle nanopolveri rilevate con tecnologia tedesca]''.</ref>