Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki: differenze tra le versioni
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Poco prima delle 08:00 la stazione radar di Hiroshima stabilì che il numero di velivoli entrati nello spazio aereo giapponese era basso, probabilmente non più di tre, perciò l'allarme aereo venne ridimensionato (il comando militare giapponese infatti aveva deciso, per risparmiare il carburante, di non far alzare in volo i propri aerei per le formazioni aeree americane di piccole dimensioni).<ref>{{cita|G. Thomas e M. Morgan-Witts, 1977|p. 415}}.</ref> I tre aeroplani americani erano i [[Bombardiere|bombardieri]] ''[[Enola Gay]]'', ''[[The Great Artiste]]'' e un altro aereo, in seguito chiamato ''[[Necessary Evil]]'', cioè "male necessario" (l'unica funzione di questo aereo fu quella di documentare, attraverso una serie di fotografie, gli effetti dell'impiego dell'arma atomica).<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.mphpa.org/classic/CG/CG_09C.htm|titolo=Timeline #1 - The 509th; From Inception to Hiroshima|sito=mphpa.org|editore=The Manhattan Project Heritage Preservation Association|data=3 agosto 2005|accesso=24 aprile 2014}}</ref>
sucaaaaaa n strutti dalla forza dell'esplosione.<ref name="tru">{{cita testo|lingua=en|titolo=U. S. Strategic Bombing Survey: The Effects of the Atomic Bombings of Hiroshima and Nagasaki, June 19, 1946.|pubblicazione=President's Secretary's File, Truman Papers|capitolo=2. Hiroshima|editore=Harry S. Truman Presidential Library and Museum|url=https://www.trumanlibrary.org/whistlestop/study_collections/bomb/large/documents/index.php?pagenumber=11&documentid=65&documentdate=1946-06-19&studycollectionid=abomb&groupid=|pagina=6|accesso=24 aprile 2014}}</ref>
Testimone oculare del bombardamento di Hiroshima fu il padre [[Compagnia di Gesù|gesuita]] e futuro [[Preposito generale della Compagnia di Gesù|generale dei gesuiti]] [[Pedro Arrupe]], che allora si trovava in missione in Giappone presso la comunità cattolica della città e che portò aiuto ai sopravvissuti. Riguardo al bombardamento atomico egli scrisse:<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|url=http://www.faithdoingjustice.com.au/docs/HiroshimaPedroArrupesStory.pdf|formato=pdf|titolo=Remembering Hiroshima: Pedro Arrupe’s Story|rivista=Faith Doing Justice|editore=Australian Jesuits|data=giugno 2007|accesso=24 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222070429/http://www.faithdoingjustice.com.au/docs/HiroshimaPedroArrupesStory.pdf|dataarchivio=22 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref> {{citazione|Ero nella mia stanza con un altro prete alle 8:15, quando improvvisamente vedemmo una luce accecante, come un bagliore al magnesio. Non appena aprii la porta che si affacciava sulla città, sentimmo un'esplosione formidabile simile al colpo di vento di un uragano. Allo stesso tempo porte, finestre e muri precipitarono su di noi in pezzi. Salimmo su una collina per avere una migliore vista. Da lì potemmo vedere una città in rovina: di fronte a noi c'era una Hiroshima decimata. Poiché ciò accadde mentre in tutte le cucine si stava preparando il primo pasto, le fiamme, a contatto con la corrente elettrica, entro due ore e mezza trasformarono la città intera in un'enorme vampa. Non dimenticherò mai la mia prima vista di quello che fu l'effetto della bomba atomica: un gruppo di giovani donne, di diciotto o venti anni, che si aggrappavano l'un l'altra mentre si trascinavano lungo la strada. Continuammo a cercare un qualche modo per entrare nella città, ma fu impossibile. Facemmo allora l'unica cosa che poteva essere fatta in presenza di una tale carneficina di massa: cademmo sulle nostre ginocchia e pregammo per avere una guida, poiché eravamo privi di ogni aiuto umano. L'esplosione ebbe luogo il 6 agosto. Il giorno seguente, il 7 agosto, alle cinque di mattina, prima di cominciare a prenderci cura dei feriti e seppellire i morti, celebrai Messa nella casa. In questi momenti forti uno si sente più vicino a Dio, sente più profondamente il valore dell'aiuto di Dio. In effetti ciò che ci circondava non incoraggiava la devozione per la celebrazione per la Messa. La cappella, metà distrutta, era stipata di feriti che stavano sdraiati sul pavimento molto vicini l'uno all'altro mentre, soffrendo terribilmente, si contorcevano per il dolore.}}
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