Strega: differenze tra le versioni

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O ancora si possono ricordare la cosiddetta [[strega di Endor]], in realtà una [[Negromanzia|negromante]], citata nella [[Bibbia]]<ref>Nel [[Primo libro di Samuele]], al capitolo XXVIII. «Allora Saul disse ai suoi servi: "Cercatemi una donna che sappia evocar gli spiriti ed io anderò da lei a consultarla". I servi gli dissero: "Ecco, a En-Dor v'è una donna che evoca gli spiriti"» (''La Sacra Bibbia'', versione riveduta a cura di [[Giovanni Luzzi]], Società Biblica Britannica e Forestiera, 1924).</ref>, come anche le celebri streghe della [[Tessaglia]], nell'[[antica Grecia]]. In Italia pieni di fascino tra i tanti, sono i racconti che si tramandano tra gli abitanti delle isole Eolie di queste donne eredi di un'antica sapienza che di notte nude, cosparse di un unguento portentoso dà loro il potere di volare sino a terre lontane e dalle quali portano ai loro mariti frutti esotici non presenti nella loro terra d'origine.<ref>Ne accenna [[Aristofane]] nella commedia ''[[Le nuvole (Aristofane)|Le nuvole]]'', parte II; o il latino [[Apuleio]], nel romanzo ''[[L'asino d'oro]]'', che a sua volta riprende un racconto di [[Luciano di Samosata]], ''[[Lucio o l'asino]]''.</ref>
 
Il Medioevo recepisce quel bagaglio culturale che si è andato accumulando per secoli anche attraverso [[fabliau]]x, [[Omelia|omelie]], [[Novella|novelle]], e lo modella a propria immagine e misura. Le categorie sociali meno abbienti sono portatrici di una tradizione magico-superstiziosa che verrà sistematizzata solo alla luce delle [[Demonologia|teorie demonologiche]] delle élites.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Convegno internazionale di studi "Non lasciar vivere la malefica - le streghe nei trattati e nei processi, secoli XIV-XVII"|titolo=Non lasciar vivere la malefica: le streghe nei trattati e nei processi (secoli XIV-XVII)|url=httphttps://worldcat.org/oclc/941244225|accesso=6 dicembre 2018|data=2009|editore=Firenze University Press|OCLC=941244225}}</ref>
 
La presenza di reati di stregoneria negli atti giudiziari precedenti al XIII secolo è piuttosto scarsa. La vera sistematizzazione di questa figura, con le sue caratteristiche uniche e distinguibili, si forma solo a partire dal XI secolo grazie ai teologi e agli studiosi sulla base della [[demonologia]]. Si comincia in questo momento a distinguere tra ''maleficae'' e ''strigae'', mentre si fa spazio la teoria che queste donne siano l’estrinsecazione della potenza del demonio. Nel 1233 il papa [[Papa Gregorio IX|Gregorio IX]] promulga la bolla '''''Vox in Rama''''' in cui è esplicita la concezione forte e ormai abbastanza precisa dell’azione stregonesca, nel 1250 [[Stefano di Borbone]] descrive il [[sabba]], nel 1258 arriva il primo processo, nel 1275 il primo rogo a Tolosa.<ref name=":0" />
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Il massimo acume della [[caccia alle streghe]] si verifica quando, nel 1486, il domenicano alsaziano [[Heinrich Institor Kramer|Heinrich Krämer]] redige il ''[[Malleus Maleficarum]]'', affiancando al suo nome quello di [[Jacob Sprenger]] per conferirgli maggior prestigio e credibilità. Questo trattato demonologico descrive per filo e per segno tutti gli attributi della strega, i metodi e gli strumenti della stregoneria e indica come meglio attuare la cattura, il processo e le pene.<ref name=":1" />
 
Le storie delle donne accusate di [[stregoneria]] ci sono note solo attraverso gli interrogatori e i verbali dei processi a cui sono state sottoposte. Bisogna tenere in considerazione l’uso frequente, se non costante, della [[tortura]] come strumento di estorsione di confessioni. Come scrive [[Maria Serena Mazzi]]: <blockquote><small>«entrate nella spirale di denunce, testimonianze, interrogatori tesi a distorcere, inquinare, costruire false-verità, manipolare ogni informazione e ogni dato al solo scopo di fare apparire colpevole anche il gesto più innocente, le donne non avevano scampo».<ref name=":2">{{Cita libro|cognome=Mazzi|nome=Maria Serena|titolo=Donne in fuga: vite ribelli nel Medioevo|url=httphttps://worldcat.org/oclc/1006525273|accesso=6 dicembre 2018|data=2017|editore=Il Mulino|OCLC=1006525273|ISBN=9788815271471}}</ref></small></blockquote>Esemplare la vicenda di [[Benvenuta Benincasa]], inquisita a Modena nel 1370, che inizialmente reputa di essere una guaritrice capace di annullare i sortilegi grazie all’invocazione di spiriti benevoli e nel giro di un solo giorno trasforma l’intera versione all'opposto, finendo per confessare il suo legame con i demoni e la magia nera.<ref name=":2" />
 
Dalle fonti giudiziarie e inquisitorie si ricava l’immaginario stregonico diffuso: le streghe si organizzano in una vera e propria società, con una propria gerarchia cui fa capo la «strea mastra»<ref name=":3">{{Cita libro|cognome=Trifone|nome=Pietro|titolo=La confessione di Bellezze Ursini "strega" nella campagna romana del Cinquecento|url=httphttps://worldcat.org/oclc/953136063|accesso=6 dicembre 2018|data=1988|editore=Opera del Vocabolario dialettale umbro|OCLC=953136063}}</ref>. Oltre ad essere nunzia e vicaria di [[Satana]] costei si occuperebbe di scegliere altre patrone che possano sorvegliare rispettivamente un gruppo di «scolare», suddivise per territorio. La base fondante di tutta l’organizzazione è la trasmissione continua di conoscenze di strega in strega, come risulta chiaro dalle parole di [[Bellezze Ursini]]:<blockquote><small>«e la prima cosa, bisogna se impari da un’altra strea, altramente non vale, e non po morire che non lassi reda dela strearia».<ref name=":3" /></small></blockquote>Ci si trova di fronte a una setta, con la propria «regula» e i propri riti d’iniziazione.<ref name=":3" /> Il modulo ricorre nei vari verbali: la strega maestra sputa in bocca alla nuova adepta, la unge e la manda al [[noce di Benevento]]. Lì troverà altre streghe e [[Satana]] da cui verrà ufficialmente iniziata.
 
Nel processo a [[Todi]] nel 1426, [[Matteuccia da Todi|Matteuccia di Francesco]] riferisce che la riunione al noce di Benevento deve essere svolta il lunedì, il sabato e la domenica per sei mesi all’anno. Grazie ad un unguento le streghe acquisiscono la capacità di volare, recitando sempre gli stessi versetti: <blockquote><small>«Unguento, unguento, mandame ala noce de Benevento, supra acqua et supra ad vento, et supra ad omne maltempo. […] O Lucibello, demonio dello inferno, poiché sbandito fosti, el nome cagnasti, et ay nome Lucifero maiure, vieni ad me o manda un tuo servitore».<ref>{{Cita libro|cognome=Mammoli|nome=Domenico|titolo=Processo alla strega Matteuccia di Francesco (20 marzo 1428)|url=httphttps://worldcat.org/oclc/13783652|accesso=6 dicembre 2018|data=1977|editore=[Tipografia tiberina]|OCLC=13783652}}</ref></small></blockquote>[[Bernardino da Siena]], riprendendo il ''[[Decretum Gratiani]]'', racconta le cavalcate notturne delle streghe dietro [[Erodiade]] o [[Diana]], figure mitologiche che rimandano ancora a quell’ancestrale mondo letterario da cui questo fenomeno prende le mosse. Arrivate al luogo deputato si compie il [[sabba]]. Le ancelle devono salutare il [[Satana|diavolo]], spesso presentato sotto forma di capro, con l’''osculum infame'', baciando cioè il suo ano, dando così il via al tutta una serie di riti orgiastici, balli voluttuosi e [[Infanticidio|infanticidi]].<ref>{{Cita libro|autore=Centro di studi sulla spiritualità medievale|titolo=Bernardino predicatore nella società del suo tempo: 9-12 ottobre 1975|url=httphttps://worldcat.org/oclc/879111098|accesso=6 dicembre 2018|data=1976|editore=Presso l'Accademia tudertina|OCLC=879111098}}</ref>
 
L’architettura della ''societas'' delle streghe sembra essere costruita in esatta antitesi rispetto alla tradizione [[Chiesa cattolica|cattolica]], presentandosi come un’anti-religione. In cima si trova la divinità satanica, i cui dettami sono fatti rispettare dalla strega-sacerdotessa, che presiede all’incontro rituale, appuntamento fisso per tutte le fedeli in cui si incontra di diavolo, lo si venera, si pronunciano formule-preghiere. [[Benevento]] è il punto di riferimento delle streghe come [[Roma]] lo è per i fedeli, è il punto da cui si dirama una fitta rete di patrone e alunne che ricalca la gerarchia ecclesiastica. Ci sono somiglianze anche tra i riti d’iniziazione stregonica e la cerimonia di monacazione, dove l’unico punto di demarcazione è l’antitesi tra vizi e virtù: le une, donne che rinunciano a tutto le une per ambizione; le altre, per umiltà e obbedienza. L’impegno eterno, suggellato da un patto sia orale che scritto, la sottomissione totale e perenne, la prostrazione ai piedi di tutte le colleghe, la vestizione di abiti caratteristici sono tutti punti di congiungimento con la [[Regola benedettina]].<ref name=":1" />
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.comune.triora.im.it/Guidaalpaese/tabid/10686/Default.aspx?IDPagina=3944|titolo=Museo regionale etnografico e della stregoneria del Comune di Triora (Imperia)}}
* {{cita web|url=httphttps://www.academia.edu/11653866/La_confessione_di_Bellezze_strega_nella_campagna_romana_del_Cinquecento#.pdf|titolo=Bellezze Ursini processata per stregoneria nel Cinquecento a Fiano Romano}}
* {{cita web|http://www.misstrega.it|Concorso di bellezza Miss Strega a Corinaldo (An)}}