Oratorio di San Lorenzo (Palermo): differenze tra le versioni

{{citazione|''Corsi a quell’oratorioquell'oratorio in via Immacolatella, proprio dietro la chiesa del convento mio. Entrai: mi parve d’entrared'entrare in paradiso. Torno torno alle pareti, in cielo, sull’altaresull'altare, eran stucchi finemente modellati, fasce, riquadri, statue, cornici, d’und'un color bianchissimo di latte, e qua e là incastri d’orod'oro zecchino stralucente, festoni, cartigli, fiori e fogliame, cornucopie, fiamme, conchiglie, croci, raggiere, pennacchi, nappe, cordoncini... Eran nicchie con scene della vita dei santi Lorenzo e Francesco, e angeli gioiosi, infanti ignudi e tondi, che caracollavan su per nuvole, cortine e cascate, a volute, a torciglioni. Ma più grandi e più evidenti eran statue di donne che venivano innanti sopra mensolette, dame vaghissime, nobili signore, in positure di grazia o imperiose. Ero abbagliato, anche per un raggio di sole che, da una finestra, colpendo la gran ninfa di cristallo, venia ad investirmi sulla faccia.|[[Vincenzo Consolo]]<ref>''Retablo'', Sellerio editore Palermo, 2009.</ref>}}